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Pellegrinaggio alla Madonna di Montenero Patrona della Toscana

La Madonna delle Grazie al Santuario di Montenero è la Patrona della Toscana. 

È uno dei luoghi di culto più noti della Toscana si trova sul colle di Monte Nero a Livorno, in un punto panoramico da cui si può ammirare il mare e il porto. Dall’Edizioni dell’Assemblea del Consiglio Regionale della Toscana vi riportiamo:

“Era il 15 maggio 1345, Domenica di Pentecoste, e un povero storpio che badava agli armenti, in un campo di proprietà dei Monaci Vallombrosani della Badia di S. Paolo a Ripa d’Arno, vide come una visione: un quadro di Nostra Signora. Si mise in ginocchio davanti al quadro e sentì come una voce dolce e suggestiva che gli comandò: “Prendi e portami dove ti graverò la persona mi poserai”. Il pastore, da principio, fu preso da paura, si alzò spaventato, ma, al ripetersi della voce, si avvicinò al pesante quadro, lo caricò con ogni riguardo sulle spalle e, aiutandosi col bastone, zoppicando, si incamminò per la via alpestre del colle. Giunto quasi alla sommità, non potendo più reggere il quadro, che si era fatto pesantissimo, lo depositò; in quell’istante il pastore sentì sciogliersi le gambe era guarito. Il pastore ringraziata di tutto cuore la sua celeste Benefattrice, corse a precipizio per la china del monte a raccontare a tutti la sua miracolosa guarigione, agitando in aria la gruccia a testimonianza della sincerità e verità del suo racconto. Il popolo attonito al racconto del pastore corse a venerare l’Effige della dolce Signora; ed al popolo si unì ben presto la comunità e il Clero di Livorno, che saliti a Montenero constatò che era tutto vero quello che dal pastore si raccontava.

Alla luce di questo avvenimento il Clero deliberò di erigere un oratorio costruito dai frati del terzo ordine di San Francesco ove custodire la miracolosa immagine. Nel luogo dell’apparizione sorse un piccolo Oratorio, ricostruito in forma più grande nel 1603, e restaurato nel 1703. Popolarmente fu chiamato “La Madonnina”. Dopo la distruzione della Seconda Guerra Mondiale fu costruita l’attuale chiesa consacrata il 7 settembre 1957 chiamata dell’Apparizione. Oggi non ben visibile in quanto circondata da alti cipressi.”

 Storia della Lampada delle Diocesi

 “..dopo la proclamazione della Madonna di Montenero Patrona di tutta la Toscana, da parte del Santo Padre Pio XII, pensò di istituire una grande manifestazione religiosa che coinvolgesse tutte le diocesi della Regione per onorare la loro Protettrice. Ispirandosi all’esempio fornito dalle Regioni Italiane che, per onorare San Francesco patrono d’Italia, ogni anno si sono impegnati al mantenimento della Lampada Votiva, che brilla sulla tomba del Santo, con la consegna dell’olio per alimentarla, con grande solennità e con l’intervento del Sindaco del capoluogo di provincia della Regione prescelta.

Allo stesso modo le diocesi toscane dovrebbero assumersi l’impegno di alimentare ogni anno una lampada speciale in onore della Madonna di Montenero con consegna da effettuarsi il 15 maggio, festa Patronale e con l’intervento della Diocesi di turno, che celebrerebbe le solenni funzioni del giorno”.

Quest’anno, il 15 maggio 2025, Festa della Beata Vergine Maria Madre delle Grazie di Montenero a Livorno, patrona della Toscana,  è la nostra Diocesi ad offrire l’olio della lampada votiva. L’ultimo pellegrinaggio risale all’anno 2007. Questo appuntamento si inserisce come Pellegrinaggio Diocesano nelle iniziative dell’Anno Santo.

Qui tutti i dettagli:

Alle ore 11.00 S. Messa presieduta dal Vescovo Andrea al Santuario della Madonna di Montenero a Livorno

Per partecipare è possibile organizzarsi:

  • in autonomia ( ritrovo alle ore 11.00 per la S. Messa )
  • con la propria Parrocchia, Associazione o Movimento
  • in pullman con l’Ufficio Pellegrinaggi Diocesano (per le prenotazioni continua a leggere)

Per ragioni organizzative si prega di comunicare il numero di pellegrini che parteciperanno in autonomia o con al parrocchia al cell. 347 63 79 870

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo il programma di chi intende partecipare con l’organizzazione dell’Ufficio Pellegrinaggi

ore 07.30 Partenza con pullman alla Scuola Tricca in Via A.Tricca n° 19 – Arezzo

ore 11.00 S. Messa al Santuario della Madonna di Montenero presieduta dal Vescovo Mons. Andrea Migliavacca

ore 13.00 Pranzo al ristorante

ore 15.00 Visita alla città di Livorno Rientro ad Arezzo per le ore 20.00 circa

€ 60,00 (pullman e pranzo)

All’iscrizione acconto € 30,00

saldo entro il 4 maggio 2025

Le iscrizioni presso l’Ufficio Diocesano Pellegrinaggi in Via Ricasoli 3 – Arezzo (1° piano) nei giorni: martedì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore12.00 – info al cell. 347 63 79 870

– fino ad esaurimento dei posti disponibili –

 

 Per approfondire la storia e la venerazione è disponibile on line dal sito della Consiglio Regionale della Toscana la pubblicazione dell’Edizioni dell’Assemblea: “La Madonna di Montenero Patrona della Toscana”

 

 


Convegno Cet “Suicidio assistito: aspetti medici, etici, giuridici”

“Suicidio assistito: aspetti medici, etici, giuridici” è il titolo dell’incontro promosso dalla Conferenza Episcopale Toscana in programma martedì 18 marzo 2025 alle 18 in Palazzo Pucci, via de’ Pucci 2, Firenze. Ecco il programma

Saluti iniziali

Mons. Gherardo Gambelli, Arcivescovo di Firenze

Card. Augusto Paolo Lojudice, Presidente della Cet 

Mons. Andrea Migliavacca, Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e delegato Cet per la pastorale della salute

 

interverranno

Marco Rossi, medico, direttore della pastorale della salute della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro

Maurizio Faggioni, ordinario di bioetica, Pontificia Accademia Alfonsiana

Leonardo Bianchi, docente di diritto costituzionale, Università di Firenze.

A moderare il convegno Guido Miccinesi, medico, responsabile regionale per la pastorale della salute.

L’incontro potrà essere seguito a questo → link in diretta

Il programma 2025 delle attività di Camaldoli

Il ricco programma per l’anno 2025 della Foresteria del Monastero di Camaldoli, luogo custodito dai monaci camaldolesi, è un’occasione preziosa per tutti coloro che sono alla ricerca di pace e silenzio, di riflessione spirituale. Luogo di accoglienza, ma anche punto di riferimento per numerosi appuntamenti culturali.

 

Per essere sempre informato sulle iniziative di Camaldoli  è possibile iscriversi alla newsletter

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Messaggio di pace ai musulmani per il Ramadan

Il Vescovo Andrea si unisce all’augurio di questo messaggio assicurando preghiera e fraternità.

Cristiani e musulmani:

ciò che speriamo di diventare insieme

Cari fratelli e sorelle musulmani,

all’inizio del mese di Ramadan il Dicastero per il Dialogo Interreligioso vi porge i suoi più calorosi saluti e la sua amicizia. Questo periodo di digiuno, preghiera e condivisione è un’occasione privilegiata per avvicinarsi a Dio e rinnovarsi nei valori fondamentali della fede, della compassione e della solidarietà. Quest’anno il Ramadan coincide in gran parte con la Quaresima, che per i cristiani è un periodo di digiuno, supplica e conversione a Cristo. Questa vicinanza nel calendario spirituale ci offre un’opportunità unica di camminare fianco a fianco, cristiani e musulmani, in un percorso comune di purificazione, preghiera e carità. Per noi cattolici è una gioia condividere questo momento con voi, perché ci ricorda che siamo tutti pellegrini su questa terra e che stiamo tutti cercando di “vivere una vita migliore”. Quest’anno desideriamo riflettere con voi non solo su ciò che possiamo fare insieme per “vivere una vita migliore”, ma soprattutto su ciò che vogliamo diventare insieme, come cristiani e musulmani, in un mondo in cerca di speranza. Vogliamo essere semplici collaboratori per un mondo migliore o autentici fratelli e sorelle testimoni comuni dell’amicizia di Dio con tutta l’umanità?

Più che un semplice mese di digiuno, noi cattolici consideriamo il Ramadan come una scuola di trasformazione interiore. Astenendosi dal cibo e dalle bevande, i musulmani imparano a controllare i loro desideri e a porre l’attenzione su ciò che è essenziale. Questo tempo di disciplina spirituale è un invito a coltivare la pietà, quella virtù che avvicina a Dio e apre il cuore agli altri. Come sapete, nella tradizione cristiana, la stagione santa della Quaresima ci invita a seguire un percorso simile: attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina cerchiamo di purificare il nostro cuore e di concentrarci su Colui che guida e dirige la nostra vita. Queste pratiche spirituali, sebbene espresse in modo diverso, ci ricordano che la fede non è solo una questione di gesti esteriori, ma un percorso di conversione interiore.

In un mondo segnato dall’ingiustizia, dai conflitti e dall’incertezza sul futuro la nostra vocazione comune implica molto di più di pratiche spirituali analoghe. Il nostro mondo ha sete di fraternità e di dialogo autentico. Insieme, musulmani e cristiani, possono essere testimoni di questa speranza, nella convinzione che l’amicizia è possibile nonostante il peso della storia e delle ideologie che intrappolano. La speranza non è semplice ottimismo: è una virtù ancorata nella fede in Dio, il Misericordioso, nostro Creatore. Per voi, cari amici musulmani, la speranza si nutre della fiducia nella misericordia divina che perdona e guida. Per noi cristiani, essa si fonda sulla certezza che l’amore di Dio è più forte di tutte le prove e gli ostacoli.

Quello che vogliamo diventare insieme è perciò essere fratelli e sorelle in umanità, che si stimano profondamente a vicenda. La nostra fede in Dio è un tesoro che ci unisce, ben oltre le nostre differenze. Ci ricorda che siamo tutte creature, spirituali, incarnate e amate, chiamate a vivere nella dignità e nel rispetto reciproco. E noi desideriamo diventare custodi di questa sacra dignità, rifiutando ogni forma di violenza, discriminazione ed esclusione. Quest’anno, mentre le nostre due tradizioni spirituali si ritrovano nel celebrare il Ramadan e la Quaresima, abbiamo un’opportunità unica di mostrare al mondo che la fede trasforma le persone e la società, e che è una forza propulsiva di unità e riconciliazione.

In un mondo in cui “riappare «la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente” (Papa Francesco, Fratelli Tutti, 27), la nostra sfida è allora quella di costruire, attraverso il dialogo, un avvenire comune, fondato sulla fraternità. Non vogliamo semplicemente coesistere; vogliamo vivere insieme in sincera e reciproca stima. I valori che condividiamo, come la giustizia, la compassione e il rispetto per il creato dovrebbero ispirare le nostre azioni e i nostri rapporti e servirci da bussola per essere costruttori di ponti anziché di muri, fautori della giustizia anziché dell’oppressione, essere protettori dell’ambiente anziché distruttori. La nostra fede e i suoi valori dovrebbero aiutarci a essere voci che si ergono contro l’ingiustizia e l’indifferenza e che proclamano la bellezza della diversità umana.

In questo tempo di Ramadan e con l’approssimarsi di ‘Id al-Fitr siamo felici di condividere questa speranza con voi. Che le nostre preghiere, i nostri gesti di solidarietà e i nostri sforzi per la pace siano segni tangibili della nostra sincera amicizia con voi. Che questa festa sia un’occasione di incontri fraterni tra musulmani e cristiani in cui possiamo celebrare insieme la bontà di Dio. Questi semplici, ma profondi momenti di condivisione, sono semi di speranza che possono trasformare le nostre comunità e il nostro mondo. Che la nostra amicizia sia una brezza ristoratrice per un mondo assetato di pace e fraternità!

Che il vostro digiuno e le altre pratiche di pietà durante il Ramadan e la celebrazione di ‘īd al-fiṭr, che lo conclude, vi portino abbondanti frutti di pace, speranza, fratellanza e gioia.

Dal Vaticano, 4 febbraio 2025

      George Jacob Cardinal Koovakad

                                                                                                                                                Prefetto

 

  Mons. Indunil Kodithuwakku Janakaratne Kankanamalage

                                                                                                                                                  Segretario

 

Scarica qui  

il testo completo del Messaggio “Ramadan 2025

dal Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede


Il via ai lavori di restauro nella Pieve di S.Maria ad Arezzo

Ieri mercoledì 3 marzo 2025, alle ore 15.30 nella Sala Grande di Giustizia del Palazzo vescovile, si è tenuta una conferenza stampa per l’inizio dei lavori di restauro e consolidamento del paramento lapideo della facciata principale.

Presenti il Vescovo Andrea, il Soprintendente l’Arch. Gabriele Nannetti, il Parroco Mons. Alvaro Bardelli, il Dott. Michel Scipioni, nuovo Responsabile dell’Ufficio Beni Culturali  e Arte Sacra della Diocesi e tutti coloro che hanno seguito il progetto per i lavori da eseguire.

Al via il restauro della facciata della Pieve di Santa Maria

grazie al contributo di Patrizio Bertelli

Sono iniziati oggi i lavori di restauro e consolidamento della superficie lapidea della facciata principale della Pieve di Santa Maria Assunta in Arezzo, uno dei gioielli d’arte e della fede più preziosi per la Chiesa diocesana e la comunità di Arezzo, un edificio tanto bello, quanto fragile. La facciata, dal piano del sagrato fino al terzo loggiato compreso, sarà sottoposta a un complesso ciclo di interventi con pulitura, consolidamento e successiva protezione del paramento lapideo. L’intervento, che si concluderà entro la fine del 2025, è stato reso possibile grazie alle donazioni private tra cui spicca quella di 1.000.000 di euro effettuata da Patrizio Bertelli, Presidente del Gruppo Prada, alla parrocchia.“Sono felice che in tempi ragionevolmente brevi si sia arrivati a dare avvio ai lavori per la Pieve riguardanti la facciata – dice il vescovo Andrea Migliavacca -. Sono grato alla Soprintendenza per la celerità con cui è stata trattata la pratica, al dott. Bertelli per il contributo che rende possibile questo intervento, a don Alvaro e al nostro ufficio beni culturali e quello tecnico per aver seguito le procedure e a tutti coloro che si sono attivati o lo faranno per sostenere questo importante e necessario intervento. Si tratta di portare in sicurezza un bene, la nostra Pieve, che è patrimonio di storia e arte per tutta la città e dunque l’impegno di ogni tipo è un prezioso servizio fatto a tutti. Quanto accaduto per sostenere questo importante intervento possa essere di auspicio per altri che, potendolo fare, possono sostenere opere di restauro e di recupero di beni artistici ecclesiastici” 

“La Soprintendenza di Siena Grosseto e Arezzo, nello scenario della Pieve di Arezzo, ha un duplice ruolo – spiega il Soprintendente arch. Gabriele Nannetti -. Da una parte di autorizzare e sorvegliare i lavori che vengono portati avanti con risorse nella disponibilità della diocesi. Dall’altra di gestire un progetto esecutivo già completato e le successive lavorazioni che si auspica di avviare entro la fine della primavera, massimo inizio dell’estate. La capacità di far convivere due cantieri insieme con figure professionali diversificate è un ulteriore impegno che ci vede tutti molto attenti anche nell’obiettivo di raggiungere, entro la fine del 2025, il completamento dei lavori sia per quanto riguarda il restauro della facciata e con tempi più o meno similari anche il completamento degli interventi strutturali che riguardano anche elementi interni alla chiesa come le capriate, il tamburo e la volta”.

Il progetto di restauro sulla facciata della Pieve prevede, ove indispensabile per motivi strutturali, la reintegrazione delle parti fortemente degradate e la sostituzione del fusto della colonna del secondo loggiato spezzatosi il 12 giugno 2023. Un lavoro che verrà effettuato con materiale lapideo identico o comunque somigliante all’originale in modo da garantire la distinguibilità dell’intervento di restauro, contemperando al tempo stesso l’esigenza storica con quella estetica e strutturale.

“La facciata principale della chiesa di S. Maria della Pieve è realizzata principalmente con pietra arenaria tipica dell’area aretina – spiega il direttore dei lavori, architetto Lorenza Carlini – ed è interessata da un degrado diffuso al paramento lapideo con livelli diversi di gravità ma con fenomeni comuni quali esfoliazioni, polverizzazioni, distacchi macroscopici a causa di processi sia chimici che fisici cui questa è sottoposta da secoli. I numerosi sopralluoghi in situ, i rilievi effettuati, e le analisi di laboratorio hanno evidenziato come il maggior stato di degrado è facilmente individuabile sia nelle strutture portanti verticali quali le colonne, sia nelle strutture orizzontali quali basamenti, appoggi, capitelli in quanto sono parti più vulnerabili essendo esposte ai fattori meteorologici, dove l’asportazione continua del materiale superficiale rende possibili ulteriori distacchi di materiale”.

“Chiunque percorra Corso Italia e si trovi a sostare dinnanzi alla facciata romanica della Pieve di Santa Maria Assunta, con i suoi ordini di colonne tutte diverse e il campanile delle ‘cento buche’, percepisce immediatamente di trovarsi di fronte a qualcosa di unico – Dichiarazione Michel Scipioni, direttore Ufficio diocesano per i Beni Culturali. Questa unicità, testimone di mille anni di storia – religiosa, artistica e umana – della città di Arezzo, è un dono prezioso da custodire e proteggere, affinché anche le generazioni future possano ammirarlo e trarne ispirazione. I prossimi interventi non rappresentano dunque solo un’opera di restauro, ma un atto di responsabilità e un gesto di umanità condiviso da tutte le parti – pubbliche e private – che, animate da un intento comune, si sono unite per preservare questa eredità”.

Il progetto di restauro della facciata principale della Pieve di Santa Maria Assunta in Arezzo e delle opere architettoniche è a cura dell’architetto Lorenza Carlini, il restauratore dei beni culturali è Sandro Ceccolini, storico dell’arte Serena Nocentini, il progetto delle opere strutturali e direttore dei lavori delle opere strutturali è l’ingegnere Michelangelo Micheloni, mentre le imprese esecutrici sono Impresa Capannini Luigi & C. snc e Argo Restauri di Matteo Biagi Nardella.

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Luca Primavera

Ufficio Stampa

Durante la Conferenza Stampa l’Arch. Lorenza Carlini ha presentato i lavori di restauro con questo interessante contributo.

Scarica qui ↓ 


Unio – registrazione dell’incontro del 21 febbraio 2025

È possibile rivedere la registrazione dell’incontro del 21 febbraio 2025  in Seminario
con la presentazione dei responsabili della PIATTAFORMA UNIO
dott. Giovanni Silvestri, Responsabile dell’Ufficio Informatico della CEI
e dott.ssa Michela Giorato della Unitelm di Padova.
clicca qui → Video

Sinodo della Chiesa – siamo nella fase profetica

Nuovi contenuti ed interessanti documenti pubblicati nella sezione sul sito dedicata al Cammino Sinodale delle Chiese in Italia

E’ possibile scoprire il programma della prossima Assemblea che si terrà a Roma, lo Strumento di lavoro che accompagnerà le Chiese locali nell’ultimo tratto del Cammino sinodale e la sintesi.

Clicca qui per approfondire fase profetica

Fase Profetica

 

 

Camminiamo insieme nella speranza verso la porta santa che è Gesù Risorto

Sussidi pastorali per la vita spirituale

Anno giubilare 2025 - Anno Liturgico C

Nell’Anno Giubilare che stiamo vivendo, il tempo Quaresimale è il più opportuno per vivere il pellegrinaggio come cammino che culmina nell’incontro pasquale con Cristo morto e Risorto.

L’Ufficio liturgico con la collaborazione del Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi offre un sussidio pastorale per il tempo di Quaresima-Pasqua 2025.

Il sussidio mira a favorire la meditazione dei misteri centrali della nostra fede e Celebrare in modo efficace e consapevole Cristo nostra Pasqua.

 

 

 

 

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I Vescovi toscani e la Conferenza Episcopale Italiana agli studenti e ai genitori per la scelta dell’insegnamento della Religione Cattolica

 

LETTERA DEI VESCOVI DELLA TOSCANA

 

Cari studenti e cari genitori della Toscana,

nel trasmettervi il Messaggio con cui anche quest’anno la Presidenza della CEI vi invita ad avvalervi dell’Insegnamento della Religione Cattolica, in considerazione dell’alto numero di famiglie e di giovani che nella nostra Regione optano in senso contrario, vogliamo dedicare loro una nostra riflessione.

Non pretendiamo di entrare nelle motivazioni della vostra decisione, solo ci permettiamo di chiedere a tutti – a partire dalle scuole – che non sia una “non-scelta”. L’alternativa all’insegnamento della religione cattolica, infatti, non dovrebbe essere il “nulla” – entrare dopo, uscire prima o stare fuori dalla scuola – oppure il “poco” – un po’ di studio in più; dovrebbe essere una proposta differente, ma di pari livello, che riguardi temi etici, spirituali o culturali. In altre parole, quella “materia alternativa” che in moltissime scuole non viene, di fatto, offerta alle famiglie e agli studenti. Crediamo che questa situazione non renda giustizia alla funzione della scuola, alla responsabilità educativa dei genitori e al percorso di crescita degli studenti. Si rinuncia all’insegnamento della religione cattolica, opportunità formativa seria e aperta a tutti, ma per avere in cambio che cosa?

Ci auguriamo pertanto che da parte di tutti i soggetti interessati la possibilità di scegliere sia esercitata con piena consapevolezza; l’educazione e la scuola sono troppo importanti.

I vostri Vescovi

 

 

MESSAGGIO DELLA PRESIDENZA DELLA CEI

Cari studenti e cari genitori,

nei prossimi giorni, procedendo all’iscrizione al primo anno dei diversi ordini e gradi di scuola, sarete chiamati a scegliere se avvalervi dell’Insegnamento della religione cattolica (IRC).
Si tratta di una scelta importante, che vi permette di partecipare alla costruzione del percorso educativo offerto dalla scuola. È infatti uno spazio di libertà e di responsabilità quello che avete davanti, un modo per sentire ancora più vostro il cammino di crescita umana e culturale che state compiendo o accompagnando.

Questo è vero in particolare per i giovanissimi che iniziano la scuola secondaria di secondo grado, ma vale anche per gli altri studenti e per i genitori, tutti protagonisti nel dare forma a quella “alleanza educativa” che è l’IRC in Italia. Alla presenza e alla qualificazione di tale insegnamento, infatti, partecipano lo Stato, nei suoi organismi centrali e territoriali, la Chiesa, le singole scuole, con gli insegnanti e i dirigenti, le famiglie e gli alunni stessi, mediante scelte consapevoli da cui emerge il loro essere “cittadini” nella e della scuola. Anche per questa ragione l’IRC costituisce un’esperienza di grande rilievo nel panorama formativo, in quanto espressione di un “patto condiviso” fra enti e persone diverse, un patto stretto per il bene dei ragazzi e dei giovani e, di conseguenza, della società intera. Un patto che non li vede solo destinatari ma coinvolti in prima persona.

Scegliere è un verbo che esprime maturità e interesse. È un verbo essenziale per progredire nel cammino della vita. Lo ha ricordato papa Francesco parlando agli studenti di una scuola, durante il suo viaggio apostolico nel Bahrein: “Non esiste una vita senza sfide da affrontare. E sempre, di fronte a una sfida, come davanti a un bivio, bisogna scegliere, mettersi in gioco, rischiare, decidere. Ma questo richiede una buona strategia: non si può improvvisare, vivendo solo di istinto o solo all’istante!”. Per imparare a scegliere – ha aggiunto il Papa – occorre “affinare lo sguardo interiore, imparare a giudicare le situazioni, a cogliere l’essenziale” e “lavorare sul cuore”, così da non restare indifferenti o mostrarsi insofferenti agli altri, ma reagendo “con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole”.

Siamo certi che avvalersi delle opportunità offerte dall’Insegnamento della religione cattolica a scuola aiuti a camminare nelle direzioni indicate da papa Francesco, anche grazie alla presenza di quei professionisti qualificati e autentici educatori che sono gli insegnanti di IRC, a cui vogliamo esprimere sincera gratitudine. Con questi pensieri e sentimenti, dunque, vi rinnoviamo l’invito ad avvalervi dell’Insegnamento della religione cattolica, per una scuola che guarda alla crescita integrale della persona e per una cultura generatrice di dialogo e di pace.

La Presidenza

della Conferenza Episcopale Italiana

 

Messaggio della Presidenza CEI per la scelta dell’IRC – 2025/2026

Articolo del 13 Gennaio 2025