La Cattedrale di Arezzo
La Cattedrale aretina, intitolata ai Santi Pietro e Donato, si affaccia su piazza del Duomo, di fronte al Palazzo Vescovile. Questo imponente edificio cristiano, il maggiore della Provincia di Arezzo, racchiude all’interno di un’armoniosa architettura gotica autentici tesori d’arte nonché importantissime testimonianze di fede.
La nuova sistemazione rese necessario elevare a Cattedrale l’antica chiesa benedettina di San Pier Maggiore, che sorgeva nella parte anteriore dell’attuale Duomo. Il progetto di costruire un Duomo nuovo, com’era nelle intenzioni del vescovo Guglielmino degli Ubertini, conobbe un’improvvisa accelerazione in seguito a una circostanza fortuita: il papa Gregorio X, diretto a Roma di ritorno dal secondo Concilio ecumenico di Lione, si fermò ad Arezzo, ospite del vescovo; le precarie condizioni di salute del pontefice si aggravarono rapidamente e così egli passò a miglior vita il 10 gennaio 1276. Ma prima dispose un lascito testamentario di ben 30.000 fiorini d’oro per la costruzione della nuova Cattedrale; il 9 novembre del 1277 il vescovo Ubertini, per mezzo di decreto, diede avvio all’impresa “a onore di Dio, della beata Vergine e del patrono san Donato”.
Nel 1289, anno della battaglia di Campaldino, la chiesa, già consacrata, risulta costruita nella parte absidale con le prime due campate. Con la morte del vescovo, avvenuta nello scontro, si arrestarono i lavori che furono ripresi dal successore Guido Tarlati (1312-1327) signore di Arezzo dal 1321, fu costruita la terza campata e s’iniziarono i lavori alla porta laterale, dove ancora oggi è visibile lo stemma della sua famiglia e riferibile intorno agli stessi anni è la decorazione scultorea con il gruppo di figure modellate in coccio pesto, grandi al vero che occupano la grande lunetta sopra l’architrave. Al centro è la Madonna del Latte, affiancata dal vescovo Donato e da papa Gregorio X. La sua realizzazione è da ritenere pressoché coeva al grande cenotafio del vescovo Guido Tarlati, opera monumentale eseguita dai senesi Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura. Nel 1384 la vendita del Comune aretino alla Signoria di Firenze determinò un’ulteriore interruzione della costruzione del Duomo, nuovamente avviata nel 1471 e conclusa nel 1511, nelle sue forme essenziali, in stile con il progetto originario.
Il Duomo domina la piazza ergendosi al sommo di un’ampia scalinata che cinge l’edificio su due lati. L’odierno aspetto della scalinata si deve al rifacimento compiuto nel Settecento, quando l’originaria pietra serena venne sostituita con il travertino; il progetto risale invece al XVI secolo ed è stato attribuito sia al francese Guillaume de Marcillat che ad Andrea Sansovino, cui lo assegnò il Vasari.
La facciata esterna, rimasta grezza, fu definita nella sua attuale sistemazione tra il 1900 e il 1914, su disegno di Dante Viviani.
L’insieme, in stile neogotico con qualche concessione al contemporaneo Liberty è decorata da tre portali e un rosone in marmo e vivacizzata da un articolato apparato scultoreo. La facciata fu solennemente inaugurata il 2 agosto 1914 alla presenza del Duca di Genova, giunto in rappresentanza del re Vittorio Emanuele III.
Nei primi anni del Seicento, a seguito delle nuove norme liturgiche legate al Concilio di Trento, fu attuata all’interno un’operazione di ammodernamento con il rinnovo delle cappelle e degli altari su progetto di Teofilo Torri, pittore e architetto aretino.
Nel 2013, in occasione della visita di papa Benedetto XVI, si è provveduto a realizzare l’adeguamento liturgico del presbiterio, affidando il progetto a Giuliano Vangi, che ha realizzato la nuova cattedra episcopale, l’altare e il pulpito, mantenendo il dialogo fra antico e moderno.
Sulla parete della navata sinistra, accanto alla porta della sacrestia, si può ammirare un capolavoro di Piero della Francesca, la Maddalena, eseguito forse nel 1459, mentre il maestro di Sansepolcro era in città, intento a dipingere in San Francesco il ciclo di affreschi della Leggenda della vera Croce.
Adiacente all’affresco si innalza l’imponente cenotafio di Guido Tarlati, eseguito nel 1330 dai senesi Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura, dove in 16 formelle a bassorilievo è inserito il racconto della vita del vescovo. A fianco del cenotafio si erge possente la cantoria con l’organo antico, risalenti agli anni 1535-37. La cantoria in pietra fu scolpita da Pietro di Bernardino di Subisso e Piero Giannozzo da Settignano su disegno di Giorgio Vasari, che si ispirò al basamento per la tomba di Giulio II di Michelangelo.
La visita alla Cattedrale ha il suo momento culminante nella cappella della Madonna del Conforto, che si apre lungo la navata sinistra, ed è connessa al miracolo del 15 febbraio 1796. Iniziata nell’agosto dello stesso anno, la cappella fu completata nel 1817 ed oggi è fulcro di una forte devozione popolare.
All’interno della cappella è possibile, inoltre, ammirare alcune terrecotte robbiane rimosse da altre chiese aretine e qui collocate, in omaggio alla Madonna, nel 1811. Spicca sulla parete destra la Santissima Trinità fra i santi Donato e Bernardo di Andrea della Robbia, terminata nel 1486 e proveniente dalla chiesa della Santissima Trinità, mentre sulla parete sinistra ammiriamo la Madonna in trono fra i santi Donato, Maddalena, Apollonia e Bernardino da Siena, dello stesso Andrea, eseguita con la collaborazione della bottega verso il 1495 e proveniente dalla chiesa di San Francesco. La cupola e le volte della cappella sono impreziosite da un ciclo di affreschi, realizzato tra il 1799 e il 1802 da Luigi Ademollo e Luigi Catani, dove sono rappresentate numerose storie dell’Antico e del Nuovo Testamento di tema mariano o comunque in rapporto con la figura della Vergine.
L’interno, a tre navate, senza transetto, con cinque campate scandite da pilastri a fascio, è caratterizzato da un’abside poligonale. Capolavoro dell’arte vetraria è il ciclo delle sette vetrate del Marcillat, dipinte in due fasi tra il 1516 e il 1524. Al Marcillat spetta anche l’esecuzione delle Storie bibliche dipinte nelle volte delle prime tre campate della navata maggiore e della prima campata della navata laterale sinistra. Monumentale è il complesso dell’altare maggiore. L’Arca di San Donato, che custodisce i resti mortali del Santo, patrono d’Arezzo e secondo Vescovo della città, attira gli sguardi oltre che per la luminosità del marmo, per le dimensioni e per la pregevolezza del disegno. Il complesso è formato da tre parti: l’altare propriamente detto, finito prima del 1289; la pala marmorea finemente lavorata a bassorilievo, irta di guglie e pinnacoli, posta sull’altare nella seconda metà del Trecento; e la grande Arca contenente le reliquie del Patrono e di altri martiri aretini.
Museo Diocesano di Arte Sacra e Palazzo Vescovile
Proprio di fronte al Duomo sorge il Palazzo Vescovile, tuttora sede del vescovo di Arezzo. Fu costruito nel XIII secolo per volontà di Guglielmino degli Ubertini, che fu il primo presule aretino a risiedervi. L’aspetto attuale risale alla fine del Cinquecento, quando l’edificio venne radicalmente ristrutturato, con aggiunte sei-settecentesche.
Dal 2011 ospita in cinque sale al piano terra il Museo Diocesano di Arte Sacra, importante collezione di sculture, dipinti, codici miniati, parati e oreficerie provenienti dal territorio della Diocesi. Tra le opere più importanti del Museo nella prima sala si segnalano tre rari crocifissi lignei, databili tra la fine del XII secolo e i primi decenni del XIII, la cui fattura testimonia l’abilità degli artefici aretini dell’epoca nella disciplina dell’intaglio. La seconda sala è dedicata al tema dell’Annunciazione mentre nella terza sala sono conservate le opere di Bartolomeo della Gatta, monaco camaldolese fiorentino, pittore originalissimo, che visse ed operò a lungo ad Arezzo.
La quarta sala è dedicata a Giorgio Vasari, ma custodisce anche opere di altri pittori, tra cui la predella di una tavola di Luca Signorelli. Il nucleo di opere vasariane è ben rappresentato dallo stendardo processionale eseguito da Giorgio Vasari per la Compagnia dei Peducci nel 1549 e costituito da due raffinatissime tele raffiguranti la Predica del Battista e il Battesimo di Gesù, un grande tondo databile al 1557, in origine un cielo da baldacchino in seta rossa raffigurante la Madonna della Misericordia che ripete un’iconografia molto diffusa nell’arte aretina tra XV e XVI secolo. L’ultima sala contiene quadri, sculture lignee, terrecotte e preziosi oggetti liturgici. Si segnala la preziosa Pace di Siena, splendido esempio databile agli inizi del Quattrocento di oreficeria franco-fiamminga, già donata da Pio II alla Cattedrale di Siena, prima che il concistoro senese a sua volta la donasse alla Cattedrale di Arezzo nel 1799.
Al primo piano del Palazzo è inoltre visitabile la Quadreria vescovile e la Camera dei Papi, destinata ad accogliere i pontefici in visita ad Arezzo. La funzione del piano nobile è quella di dimora e di luogo per gli incontri formali del vescovo. Si trovano su questo livello le sale e la cappella palatina affrescate da Teofilo Torri, i salotti con la quadreria e la camera per accogliere il Pontefice. Di nota la decorazione del vestibolo, piccolo ambiente destinato all’accoglienza che conserva un ciclo di affreschi che ripercorrono la storia dell’antica diocesi di Arezzo, dove sono ricordati i santi più importanti, come il santo patrono, Donato, e i principali luoghi di culto del territorio.
ORARI
Duomo
dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 18.00 (ultimo ingresso 17.30)
domeniche e festivi dalle 13.30 alle 18.00 (ultimo ingresso 17.30)
Museo Diocesano
1° aprile – 31 ottobre Tutti i giorni 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso 17.30)
1 novembre – 31 Marzo Venerdì, Sabato, Domenica 10.00 – 17.00 (ultimo ingresso 16.30)
26 dicembre – 6 gennaio Tutti i giorni 10.00 – 18.00 (ultimo ingresso 17.30)
N.B.: gli orari potrebbero variare anche improvvisamente per attività legate alla liturgia.
Prezzi:
Mudas Museum e Palazzo Vescovile
Intero € 6,00
Ridotto € 4,00
(Ragazzi dai 6 ai 18 anni)
Gratuito
– Bambini fino a 6 anni
– Residenti nel Comune di Arezzo
– Disabili e loro accompagnatore
– Insegnanti accompagnatori di scolaresche o di gruppi
– Guide turistiche autorizzate
– Giornalisti
Audioguida Duomo € 5,00
(nei giorni di chiusura del Museo Diocesano)
Info e prenotazioni
Tel. 0577 286300 (Attivo dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 17,00)
Email duomoarezzo@operalaboratori.com
Prenotazione e acquisti online
www.operalaboratori.com/booking-online