Camaldoli

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Il sacro Eremo

Costituisce una particolare testimonianza di architettu­ra eremitica, sorta nell’XI sec, in un momento di grande rinascita religiosa, per volontà di san Romualdo, padre riconosciuto di quella riforma monastica che segnava con caratteristiche del tutto nuove la tradizione benedettina.
Le origini storiche di questo complesso si confondono con la leggenda, secondo la quale un certo conte Maldolo, feudatario del vescovo di Arezzo, avrebbe donato all’Eremita. Attualmente l’impianto è caratterizzato da una zona di clausura in cui si trovano circa venti celle disposte lungo quattro vialetti ed una cappella di origine monastica.
Nella zona d’ingresso, separata per la clausura da un pic­colo cancello, si possono visitare la sala del capitolo, il refettorio, la foresteria, la portineria, la biblioteca e tutti gli altri ambienti della comunità.
La chiesa del Salvatore si presenta in forma barocca, affiancata da due campanili. All’interno si notano gli affreschi di G.B. Draghi su san Romualdo e i due tabernacoli presso l’altare maggiore, attribuiti a Gino da Settignano.

Il Monastero

Camaldoli-monastero2Il complesso monastico di Camaldoli ebbe anch’esso origine nell’XI sec dalla riorganizzazione promossa da san Romualdo di una preesistente posta di viaggio situata nei pressi di un’antica strada, probabilmente romana, che dalla via Flaminia Minor portava in Romagna.
Anche a questo luogo è legata la leggendaria figura del conte Maldolo il quale avrebbe donato ai monaci un castello situato nel luogo dove attualmente sorge il monastero. Il cenobio, come ci appare oggi, si sviluppa in tre chiostri principali e risale per lo più al XV secolo.
Particolarmente interessanti risultano gli ambienti della farmacia, costruita nel XVI secolo, ma che era già pre­sente nel monastero sin dal 1046, anno in cui i monaci vi fondarono l’ospedale. La chiesa occupa una posizione centrale, presenta un interno di stile barocco dove si trovano cinque tavole dipinte da Giorgio Vasari.
Il monastero fin dal passato ha rappresentato anche un importante centro culturale, soprattutto nell’Umanesimo, quando ospitava i più importanti filosofi e letterati fiorentini tra cui Cristoforo Landino, Marsilio Ficino e Lorenzo e Giuliano de’ Medici.

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