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Una reliquia del saio di san Francesco sarà custodita nella chiesa della Santa Croce ad Anghiari

L’unità pastorale di Anghiari sarà custode di una reliquia del saio di san Francesco. Lo ha annunciato il vescovo Andrea Migliavacca a conclusione della Messa celebrata nella basilica del santuario di La Verna in occasione della solennità di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. La reliquia verrà collocata all’inizio del 2024, in data ancora da definire, nella chiesa di Santa Croce in Anghiari.

“Sono molto contento che questa reliquia così preziosa giunga ad Anghiari perché è un’occasione di particolare ricchezza spirituale e di possibile devozione a san Francesco – dice il vescovo Andrea Migliavacca -. È un grande arricchimento per la comunità e la parrocchia di Anghiari. La nuova collocazione consentirà sia la custodia che la preghiera e l’incontro con la testimonianza di san Francesco. Ringrazio a questo riguardo don Alessandro Bivignani, la parrocchia, la famiglia Barbolani e la congregazione delle Suore del Cenacolo, che con le loro diverse responsabilità hanno reso possibile questa presenza. Inoltre, l’arrivo delle reliquie avviene nell’anno in cui ci apprestiamo a vivere gli 800 anni delle stimmate di san Francesco, quindi una ricchezza ancora più grande”.

Nel suo peregrinare verso La Verna, san Francesco era solito sostare presso il castello di Montauto, nei pressi di Anghiari, ospite del conte e amico Alberto Barbolani. Anche nel 1224, dopo aver ricevuto le stimmate, vi sostò per alcuni giorni. Qui il conte Alberto gli donò un nuovo saio ricevendo in cambio il vecchio e logoro abito. La famiglia Barbolani custodì la reliquia fino al 1502 quando il saio fu preso con le armi dalla Repubblica fiorentina e trasferito prima nel convento del Monte alle Croci presso Firenze e poi nella chiesa di Ognissanti. Soltanto nel 2001 fu trasferito alla Verna.

La reliquia del saio di san Francesco che verrà custodita in Anghiari è un lembo di questo saio oggi collocato a La Verna e ha una dimensione di circa 5 centimetri per 10. Fino ad oggi si trovava nel convento di Montauto, edificato con forme cinquecentesche da Federigo Barbolani nei pressi del castello, per ribadire la vicinanza della famiglia a san Francesco.

La reliquia verrà adesso sistemata all’interno della chiesa di Santa Croce, nel centro storico in Anghiari, dove la tradizione vuole che san Francesco, di ritorno ad Assisi dalla Verna, abbia piantato una croce di legno a terra per benedire il paese. Fra il 1499 e il 1534 fu poi edificata la chiesa con l’annesso convento francescano dal beato Bartolomeo Magi.

“La comunità di Anghiari è estremamente felice per questo storico avvenimento. Nella chiesa che il beato Bartolomeo volle a perenne monumento del passaggio di san Francesco in paese, dimorerà, assieme alla reliquia del beato, anche il saio del Poverello di Assisi. Grazie al vescovo Andrea per la sensibilità dimostrata verso la comunità di Anghiari; grazie anche alla famiglia Barbolani e alla congregazione delle Suore del Cenacolo con le quali abbiamo dialogato molto in questi anni per giungere a questo felice esito. L’augurio è che Anghiari possa essere un luogo di spiritualità francescana e attorno alla reliquia di san Francesco possa esserci un rinnovamento della fede delle nostre comunità parrocchiali”.

L’intervento grazie a un contributo di ANCos in collaborazione con Confartigianato Imprese Arezzo e dell’azienda Graziella Braccialini

Al via il restauro del portale meridionale della Cattedrale di Arezzo

Ha preso il via il restauro del portale meridionale della cattedrale dei Santi Pietro e Donato, il più antico e simbolico del Duomo di Arezzo, che purtroppo a causa del materiale effimero (arenaria), della vetustà e degli agenti atmosferici, si sta irrimediabilmente sgretolando. L’intervento, che cercherà di arrestare il processo di degrado e di valorizzare quanto ancora si conserva, è stato reso possibile grazie alla sensibilità dell’Associazione Nazionale Comunità Sociali e Sportive (ANCos) Aps in collaborazione con Confartigianato Imprese Arezzo. Il lavoro, autorizzato e seguito sotto l’alta sorveglianza dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena Grosseto e Arezzo, è eseguito da restauratori qualificati per il lapideo e gli affreschi, si tratta di Sandro Ceccolini, Matteo Nardella e Luca Russi.

Nell’occasione viene restaurato anche l’imponente e antico portone ligneo dalla ditta Antica Maniera di Marco Santi, grazie al contributo di Graziella Braccialini.

“Siamo molto lieti per questo intervento che permette di valorizzare la cattedrale di Arezzo – afferma il vescovo Andrea Migliavacca -. La cattedrale è il cuore della vita della diocesi, il luogo dove c’è la cattedra del Vescovo e allora questa che è un po’ la casa del Vescovo e di tutta la comunità e che è un grandissimo bene artistico per la nostra città, richiede cura, attenzione, custodia. Da parte mia va il grazie a tutti i donatori per quest’opera necessaria e importante”.

“Il delicato intervento di restauro del maestoso portale, il vero e più antico del Duomo, era indispensabile – spiega Serena Nocentini, direttrice dell’Ufficio diocesano per l’Arte Sacra – per arrestare il degrado provocato dal trascorrere del tempo e soprattutto dagli agenti atmosferici. Non a caso è chiamata ‘Porta di Mezzogiorno’ per il sole che vi batte quotidianamente. Grazie alla sensibilità di ANCos aps con questa iniziativa si potrà riacquistare una migliore lettura degli elementi figurativi presenti con una funzione ben precisa e univoca, che va oltre la mera decorazione: quella dell’insegnamento della dottrina cristiana che ci prepara a varcare quella porta”.

“ANCos si è spesa per questo intervento perché si rischiava di perdere irrimediabilmente un’importante parte della memoria storica di Arezzo – spiega Fabi Menicacci, segretario nazionale ANCos aps -. Abbiamo ricevuto la segnalazione della possibilità di intervenire da parte del comitato provinciale di Arezzo di ANCos guidato da Angiolo Galletti e abbiamo deciso di sostenere questo progetto convintamente. La storia del Duomo di Arezzo è la storia della città: il portale è stato attraversato da generazioni di aretini e ci pareva giusto intervenire. Una chiesa è un luogo particolare, per chi crede è legata a un bene superiore, per chi non crede rappresenta comunque un’opera d’arte che va mantenuta”.

Il fianco sud della cattedrale di Arezzo è caratterizzato dal maestoso portale in pietra arenaria impostato su un ampio arco a tutto sesto. Il vero portale, il più antico del Duomo aretino, voluto dal vescovo Guido Tarlati (1321-1327), fu realizzato tra il 1325 e il 1327 con probabili riferimenti stilistici e strutturali al portale maggiore del Palazzo dei Priori di Perugia e pertanto lo si attribuisce a maestranze umbre. Nei pilasti frontali, sia inferiori che superiori, sono scolpite, in bassorilievo – purtroppo oggi in forte stato di degrado – le Allegorie dei Vizi (a sinistra) e delle Virtù (a destra). Iniziando dal pilastro di sinistra, dal basso, un Santo vescovo (forse Satiro, primo vescovo dell’antica diocesi aretina), l’Ingiustizia, l’Incostanza, l’Ira, la Stoltezza, la Disperazione, l’Invidia e l’Idolatria. Sul pilastro di destra, iniziando sempre dal basso, san Donato, la Giustizia, la Mansuetudine, la Fortezza, la Prudenza, la Speranza, la Carità e la Fede. Ciò che però attrae maggiormente lo sguardo è il gruppo di figure realizzate in stucco in malta di cocciopesto: a grandezza naturale due angeli che reggono il drappo alla figura centrale, la Madonna del latte. Maria, collocata all’apice del portale, fa riferimento alla sua verginità ma soprattutto alla sua maternità che sconfiggendo i vizi ed elevando le sue virtù, apre al Figlio di Dio il cammino nel mondo. Ancora oggi, il pellegrino che varca la porta della cattedrale aretina potrà cogliere questo importante messaggio: solo con la virtù si conciliano i vizi, si ricompone l’anima e le si dà pace.

La Madonna è seduta in trono e affiancata a sinistra, dal vescovo patrono Donato, e a destra da papa Gregorio X. Quest’ultimo, durante il ritorno da Lione dove si era tenuto il secondo Concilio ecumenico, stanco e ammalato, fece sosta ad Arezzo presso il vescovo il Guglielmino degli Ubertini. Prima della morte avvenuta in città il 10 gennaio del 1276 donò 30mila fiorini per la costruzione della nuova Cattedrale intra moenia, costruzione che sarebbe iniziata di lì a poco nel 1277. Nel timpano, sopra il gruppo scultoreo, nel 1648 l’aretino Salvi Castellucci dipinse ad affresco Dio Padre che crea il mondo. 

 

La diocesi a convegno col vescovo Andrea Migliavacca. È la prima assemblea pastorale dal suo ingresso in diocesi.

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L’incontro si svolge in Cattedrale e Seminario venerdì 6 ottobre alle 18.15 ed è dedicato al tema della vita spirituale. È articolato in una celebrazione, laboratori e comunicazioni del Vescovo.

Un importante appuntamento venerdì 6 ottobre attende la comunità diocesana, convocata per l’avvio dell’anno pastorale. Un momento di incontro aperto a tutti, soprattutto ai membri dei consigli parrocchiali, catechisti, coristi e quanti svolgono ministeri nelle comunità. L’appuntamento è per le 18.15 nella Cattedrale di Arezzo.

Il convegno, il primo dall’ingresso di mons. Andrea Migliavacca in diocesi, sarà occasione per riflettere sul tema della preghiera e della vita spirituale come dimensione prima e fondamentale di ogni programma pastorale. Sarà anche occasione per vivere un momento comune di preghiera per il Sinodo che si starà celebrando a Roma.

Il programma della serata prevede che, dopo un primo momento celebrativo presieduto dal Vescovo (trasmesso anche in diretta su Tsd nel canale 85 in tutta la Toscana e in streaming su www.tsdtv.it/live) i partecipanti si spostino in Seminario per consumare un veloce pasto, seguito dal confronto in piccoli gruppi sui temi proposti. Le riflessioni e gli spunti dei gruppi saranno condivise in un momento conclusivo comune, che terminerà con l’intervento di sintesi del vescovo Andrea Migliavacca, il quale comunicherà anche alcune nuove responsabilità in diocesi.

“Ormai a dieci mesi dalla mia presenza come vescovo in mezzo a voi – spiega il vescovo Andrea – ho cominciato a conoscere e apprezzare i doni che accompagnano la nostra Chiesa diocesana. La preghiera che ci unisce e il convenire insieme che vivremo il prossimo 6 ottobre ci aiuteranno a discernere la volontà del Signore e a servire tutti il Regno di Dio, unico scopo per cui esiste la Chiesa. La nostra bellissima Cattedrale è il luogo dell’annuncio della Parola, il luogo della celebrazione dell’eucaristia, dei sacramenti, della vita della comunità, delle relazioni, del crescere come popolo in cammino ed è il luogo da cui deve partire la carità, l’uscita, l’incontro con gli altri. Ed è proprio dalla Cattedrale che sentiamo di essere una comunità che nel nuovo anno pastorale riprende a camminare insieme. Sarà una serata di convegno, incontro di tutta la comunità, riscoprendo che l’ascolto dello Spirito, la vita dello Spirito, è il cuore della comunità. Allora buon cammino di Chiesa! Sarà bello anche perché saremo in coincidenza con i primi giorni del Sinodo della Chiesa universale e quindi con tutta la Chiesa cammineremo. Vi aspetto!”.

Scuola di cultura politica a Camaldoli

Ogni anno, da 5 anni, assieme alla Comunità monastica di Camaldoli, la rivista Il Regno propone una settimana di riflessione sui grandi temi della politica nazionale e internazionale. All’interno di un approccio multidisciplinare, particolare cura è data alla lettura storica e culturale degli avvenimenti. L’ispirazione cristiana ne è il criterio orientativo, aperto al confronto con altre visioni culturali e religiose.

Dopo avere affrontato nel 2019 il tema: «Rivoluzioni e totalitarismi come radici della crisi attuale»; nel 2021 (dopo l’interruzione dovuta alla pandemia), «Metamorfosi della democrazia»; nel 2022, il terzo corso è stato dedicato all’esame del rapporto tra «La coscienza e il potere. Forme e figure della politica».

Il corso di quest’anno, che si svolgerà dal 5 all’8 ottobre prossimo, affronta la nuova “questione cattolica”, dopo quelle dell’Ottocento e del Novecento: La “Terza questione”. La Chiesa, i cattolici, l’Italia.

La prima «questione cattolica», quella dell’Ottocento, coincise con il tema del rapporto stato/Chiesa e aveva come oggetto quello della ridefinizione dei poteri dentro l’ordinamento dello stato che era stato sino a quel momento comune. La questione di allora si poneva come tentativo di soluzione del processo di separazione di massa dei cattolici dallo stato. Quel processo fu lungo e faticoso, con tentativi avanzati, come quello sturziano, che naufragarono, fino al Concordato del 1929.

Nel frattempo era già partita una seconda «questione cattolica», che corrispondeva a quella che potremmo chiamare la «questione laicale», cioè la riflessione intorno al significato e alla modalità della presenza dei laici cattolici dentro la Chiesa e dentro al regime divenuto democratico. Dopo la fine del Partito popolare di Sturzo, il tentativo degasperiano con la DC diede una nuova risposta con una nuova forma partito, mentre l’associazionismo cattolico garantiva una presenza capillare e costante nella società. Quella risposta resse a lungo.

La dissoluzione della DC, segnando il venir meno della relazione tra Chiesa, “mondo cattolico” e partito, disarticolava la stessa funzione civile ed ecclesiale del laicato cattolico organizzato, diminuendone, da un lato, il peso e l’incidenza politica e, dall’altro, il peso e il ruolo nella formazione delle classi dirigenti.

Entrati da trent’anni in un nuovo orizzonte sociale e politico, occorre chiederci: che ne è ora e come può essere strutturata la presenza dei cattolici nel nostro paese dopo la fine del cattolicesimo politico? Che ne è e come potrebbe essere la presenza della Chiesa in un paese secolarizzato, multietnico, plurireligioso? In un paese al centro della dimensione geopolitica euro-mediterranea? Per rispondere a tali quesiti vale la pena esaminare quelle che furono le fasi storiche precedenti e provare a leggere la situazione culturale e sociale attuale.


Ingresso nuovo parroco nella parrocchia di Santa Teresa d’Avila

Il vescovo monsignor Andrea Migliavacca ha nominato parroco della parrocchia di Santa Teresa d’Avila in San Giovanni Valdarno il rev.do Can. Tomasz Paweł Kądziołka, che sostituisce alla guida della comunità il rev.do don Danilo Costantino, trasferito nella parrocchia di Sant’Egidio all’Orciolaia, in Arezzo. Il nuovo parroco farà il suo ingresso in parrocchia il prossimo 14 ottobre alle ore 21.15, nella vigilia della festa di Santa Teresa d’Avila, titolare della parrocchia.

Ricordando Don Dino Liberatori

Domenica 1° ottobre prossimo, alle ore 17,00, presso la Basilica di San Francesco, il Serra Club Arezzo propone un momento di spiritualità, in occasione del Triduo per S.Francesco. Per l’apertura dell’anno sociale 2023-24, l’evento, “Angeli”, sarà dedicato alla memoria di Don Dino Liberatori, e vedrà la partecipazione dell’attore Fernando Maraghini, che leggerà testi liberamente tratti dall’opera di Anselm Grün, “50 Angeli per l’anima”, del Coro Cantori di Vita e del Coro Giovanile Voceincanto, diretti dal M° Gianna Ghiori, mentre all’organo sarà il M° Rossano Tacconi.

ᴛᴏɢʜᴇᴛᴇʀ 2023

I giovani, dai 18 a 35 anni, di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, accogliendo l’invito di Papa Francesco, si apprestano a partecipare al raduno Together 2023 – Veglia di preghiera ecumenica.
Il Centro di Pastorale Giovanile mette a disposizione un pullman che partirà da Arezzo il 29 Settembre alle ore 16:00. Il ritorno è previsto, con partenza da Roma, il 1° ottobre alle ore 16:00.
Per informazioni e iscrizioni, i riferimenti sono don Alexander Calderon (3347415228) oppure i vostri parroci, educatori o referenti parrocchiali.
Per partecipare è richiesto un contributo di 50,00 euro.
A Roma, durante l’evento, per seguire lo stile della GMG, saremo ospiti di famiglie e parrocchie.

Che cos’è “Together”?

Il 30 settembre 2023 si svolgerà a Roma una veglia di preghiera ecumenica alla presenza di Papa Francesco e di rappresentanti di diverse Chiese, per unirci nella lode e nel silenzio, nell’ascolto della Parola. I giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, provenienti da tutta Europa e da tutte le realtà ecclesiali, sono invitati per l’intero fine settimana, da venerdì sera a domenica pomeriggio, e saranno accolti per un weekend di condivisione, per camminare insieme come popolo di Dio.

L’invito di Papa Francesco

Domenica 15 gennaio a Roma, alla fine della preghiera del Angelus, Papa Francesco ha annunziato che i lavori della prossima assemblea del Sinodo della Chiesa cattolica saranno preceduti da una veglia di preghiera ecumenica, sabato 30 settembre, Piazza San Pietro a Roma:

“Il cammino per l’unità dei cristiani e il cammino di conversione sinodale della Chiesa sono legati. Colgo questa occasione per annunciare che sabato 30 settembre prossimo, in Piazza San Pietro, avrà luogo una veglia ecumenica di preghiera con la quale affideremo i lavori della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Per i giovani che vengono alla veglia, ci sarà un programma speciale in tutto quel fine settimana, a cura della comunità di Taizé. Fin d’ora invito i fratelli e sorelle di tutte le confessione cristiane a partecipare a questo incontro del popolo di Dio.”

PROGRAMMA GENERALE:

Venerdì 29 settembre

  • Ore 16:00 Partenza dal Parcheggio Pietri Arezzo
  • Accoglienza e sistemazione presso la parrocchia ospitante.
  • Preghiera serale con la comunità locale
  • Cena con le famiglie ospitanti o la comunità locale.


Sabato 30 settembre

  • Prima delle 8:00, colazione con le famiglie e le comunità ospitanti
  • 9:00 Laboratori a scelta in vari luoghi del centro di Roma. Inizieranno con una breve preghiera mattutina, (numero limitato di posti per ogni laboratorio).
  • Dalle 10:30 alle 15:00, ci sarà un punto informativo all’esterno della Basilica di San Giovanni in Laterano, in Piazza Giovanni Paolo II.
  • 11:30-12:30 Distribuzione del pranzo al sacco e della cena per la sera dietro la Basilica di San Giovanni in Laterano (ingresso dal cancello vicino all’obelisco e al battistero).
  • 13:00-14:30 Momento di lode nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
  • 14:30 Camminata insieme (Syn hodos – sinodo – significa “camminare con”) dalla Cattedrale di Roma alla tomba dell’Apostolo Pietro. La camminata di 6 km sarà un simbolo del nostro impegno “Together” (insieme).
  • 16:00 circa: arrivo all’ingresso di Piazza San Pietro.
  • 15:00-16:40 Cori e musiche da tutto il mondo in Piazza San Pietro.
  • 16:40 Processione di una quarantina di persone provenienti da diversi continenti e chiese che porteranno la Bibbia e un’icona dal centro della piazza fino ai piedi della Croce di San Damiano.
  • 16:50-19:00 Veglia ecumenica del Popolo di Dio “Together” in Piazza San Pietro alla presenza dei partecipanti al Sinodo, dei rappresentanti di varie Chiese e di Papa Francesco. Si prega di scaricare il libretto della veglia utilizzando il QR-code che verrà mostrato.
    Ritorno alle comunità e alle famiglie ospitanti.


Domenica 1° ottobre

  • Celebrazione nelle comunità ospitanti.
  • Pranzo con le famiglie o le comunità ospitanti.
  • 16:00 Partenza.

 

Vi aspettiamo numerosi, non lasciate perdere questa bellissima opportunità per condividere insieme una esperienza di Chiesa.

     don Alexander Calderon
Centro di Pastorale Giovanile
Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro

Concerto straordinario della Cappella Musicale Pontificia Sistina

Appuntamento mercoledì 20 settembre alle 20.45 in Cattedrale

Un’occasione unica per ascoltare il Coro Papale più antico del mondo ancora in attività. Si esibisce ad Arezzo la Cappella Musicale Pontificia “Sistina” di Roma, la corale responsabile del servizio nelle celebrazioni liturgiche nella basilica di San Pietro. Accanto a questo importante impegno, il Coro della Sistina compie una limitata attività concertistica in alcune particolari occasioni, per questo l’appuntamento diventa ancora più interessante. Il concerto è in programma mercoledì 20 settembre alle 20.45 in Cattedrale e viene trasmesso in diretta su Tsd, visibile in tutta la Toscana nel canale 85 e in streaming all’indirizzo www.tsdtv.it/live.  La data aretina si inserisce all’interno di un tour che la Cappella sta compiendo nel mese di settembre in Toscana, nelle città di Firenze, Pistoia e Prato.

La Cappella Musicale Pontificia Sistina diretta da mons. Marcos Pavan svolge il suo servizio musicale nelle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice e, con i suoi 1500 anni di storia, è il più antico coro del mondo in attività. Insieme al Coro sarà presente e si esibirà anche Josep Solé Coll, primo organista della basilica di San Pietro e organista per le celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice. In questo evento ritroveremo la grande musica sacra del repertorio della Cappella Musicale Pontificia Sistina e in particolare le composizioni del maestro cardinale Domenico Bartolucci, che della Corale Papale è stato direttore per oltre quarant’anni e di cui ricorrono quest’anno i dieci anni dalla morte.

Nato a Borgo San Lorenzo nel 1917, Bartolucci venne creato cardinale a 93 anni da papa Benedetto XVI per il generoso ed esemplare servizio alla Chiesa nel campo della promozione e diffusione della musica sacra. Il porporato è stato un prolifico compositore e uno dei massimi interpreti della tradizione polifonica della scuola romana. Tra i suoi vari incarichi c’è stato anche quello di direttore della Cappella Musicale Lauretana: anche questa istituzione ha omaggiato il Maestro con un concerto che si è tenuto nella Cattedrale di Arezzo il 1° luglio scorso; il giorno seguente ha poi animato la Messa Capitolare e si è esibita anche al santuario del Carmine di Anghiari, suscitando ammirazione e interesse nel pubblico.

Ora è la volta della Cappella Musicale Sistina, un coro maschile composto da cinquanta elementi, 27 cantori fanciulli, i cosiddetti pueri cantores e 23 cantori adulti, specializzato nella musica polifonica. Il direttore è mons. Marco Pavan. Il repertorio della serata in Cattedrale vedrà in particolare brani di Bartolucci, de Victoria e Perosi, poi brani della polifonia sacra classica e contemporanea, con particolare riguardo alla scuola romana.
L’evento gode del patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Arezzo, è organizzato con la collaborazione dalla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, associazione Cori della Toscana (Act) e Fondazione Guido d’Arezzo e il contributo della Fondazione CR Firenze.

Il concerto è a ingresso libero e gratuito.

Luca Primavera

Ufficio Stampa
Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Piazza San Domenico 6, 52100 Arezzo
www.diocesi.arezzo.it