Scuola di cultura politica a Camaldoli

Ogni anno, da 5 anni, assieme alla Comunità monastica di Camaldoli, la rivista Il Regno propone una settimana di riflessione sui grandi temi della politica nazionale e internazionale. All’interno di un approccio multidisciplinare, particolare cura è data alla lettura storica e culturale degli avvenimenti. L’ispirazione cristiana ne è il criterio orientativo, aperto al confronto con altre visioni culturali e religiose.

Dopo avere affrontato nel 2019 il tema: «Rivoluzioni e totalitarismi come radici della crisi attuale»; nel 2021 (dopo l’interruzione dovuta alla pandemia), «Metamorfosi della democrazia»; nel 2022, il terzo corso è stato dedicato all’esame del rapporto tra «La coscienza e il potere. Forme e figure della politica».

Il corso di quest’anno, che si svolgerà dal 5 all’8 ottobre prossimo, affronta la nuova “questione cattolica”, dopo quelle dell’Ottocento e del Novecento: La “Terza questione”. La Chiesa, i cattolici, l’Italia.

La prima «questione cattolica», quella dell’Ottocento, coincise con il tema del rapporto stato/Chiesa e aveva come oggetto quello della ridefinizione dei poteri dentro l’ordinamento dello stato che era stato sino a quel momento comune. La questione di allora si poneva come tentativo di soluzione del processo di separazione di massa dei cattolici dallo stato. Quel processo fu lungo e faticoso, con tentativi avanzati, come quello sturziano, che naufragarono, fino al Concordato del 1929.

Nel frattempo era già partita una seconda «questione cattolica», che corrispondeva a quella che potremmo chiamare la «questione laicale», cioè la riflessione intorno al significato e alla modalità della presenza dei laici cattolici dentro la Chiesa e dentro al regime divenuto democratico. Dopo la fine del Partito popolare di Sturzo, il tentativo degasperiano con la DC diede una nuova risposta con una nuova forma partito, mentre l’associazionismo cattolico garantiva una presenza capillare e costante nella società. Quella risposta resse a lungo.

La dissoluzione della DC, segnando il venir meno della relazione tra Chiesa, “mondo cattolico” e partito, disarticolava la stessa funzione civile ed ecclesiale del laicato cattolico organizzato, diminuendone, da un lato, il peso e l’incidenza politica e, dall’altro, il peso e il ruolo nella formazione delle classi dirigenti.

Entrati da trent’anni in un nuovo orizzonte sociale e politico, occorre chiederci: che ne è ora e come può essere strutturata la presenza dei cattolici nel nostro paese dopo la fine del cattolicesimo politico? Che ne è e come potrebbe essere la presenza della Chiesa in un paese secolarizzato, multietnico, plurireligioso? In un paese al centro della dimensione geopolitica euro-mediterranea? Per rispondere a tali quesiti vale la pena esaminare quelle che furono le fasi storiche precedenti e provare a leggere la situazione culturale e sociale attuale.