Signor Presidente,
Distinti Consiglieri,
Ringrazio per l’invito che mi è stato rivolto a partecipare a questa riunione del Consiglio Regionale e considero un onore che mi sia data occasione di prendere la parola in questo consesso.
1. La laicità dello Stato, porta con sé che questo sia il luogo pubblico per eccellenza, nella terra in cui sono nato e cresciuto.è parola antica e molto preziosa, proviene dalla radice del greco “laòs”, cioè popolo, del popolo. Se questo è luogo del popolo, anch’io prendo coraggio a parlare in questa assemblea, giacché il mio dire è un atto di rispetto, di comunicazione a tutti coloro, distinti Consiglieri, che per elezione voi rappresentate.
2. Papa Benedetto XVI viene in visita Pastorale ad Arezzo, Domenica 13 maggio 2012. La mia presenza tra voi, in quanto Vescovo d’Arezzo, è per informare le Istituzioni, spiegare il senso di questa insolita presenza pontificia, dare ragione delle modalità chepreferito, perché tutti possano considerare l’evento nelle sue vere modalità: di parsimonia nell’organizzazione, di efficacia nella comunicazione, di giusta attenzione verso la nostra gente, soprattutto quella maggiormente provata in questo tempo di crisi, per alcuni almeno, davvero amara e dolorosa.
3. La visita del Papa è un regalo per Arezzo, che va letto come un gesto di attenzione per tutta
4. A
5. Il Papa viene in Toscana, in una delle nostre antiche città, dove le libertà comunali e la dignità della persona furono elaborate, fin dal Medioevo. Nel suo magistero. Benedettoripetute volte ha affermato quanto gli stia a cuore la tematica della dignità della persona, e l’antropologia che nel nostro Rinascimento fece grande questa Regione, illuminando gran parte del mondo allora conosciuto. Sansepolcro città della giustizia e della pace, nata, unica in Regione su un progetto teologico, rappresenta la città ideale, foriera di tematiche non solo care alla Chiesa, ma anche ad altre componenti culturali fortemente rappresentate in terra toscana. Tre nomi, tra i tanti, mi sovvengono in questo luogo simbolico, per la qualità del loro insegnamento e del loro impegno per il bene comune, al di là delle barriere ideologiche: Giorgio
6. Da figlio della Chiesa pisana, mi si consenta di concludere questo saluto con le parole di Giuseppe Toniolo, che, dal 29 aprile scorso, è un Beato della Chiesa Cattolica: “al di sopra degli stessi legittimi beni e interessi delle singole Nazioni e degli Stati, vi è una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della solidarietà umana”. Grazie!
Firenze, Consiglio Regionale della Toscana, Seduta del 2 maggio 2012