Intervento dell’Arcivescovo al Consiglio Regionale della Toscana

01-05-2012

Signor Presidente,
Distinti Consiglieri,

Ringrazio per l’invito che mi è stato rivolto a partecipare a questa riunione del Consiglio Regionale e considero un onore che mi sia data occasione di prendere la parola in questo consesso.

1. La laicità dello Stato, porta con sé che questo sia il luogo pubblico per eccellenza, nella terra in cui sono nato e cresciuto.è parola antica e  molto preziosa, proviene dalla radice del greco “laòs”, cioè popolo,  del popolo. Se questo è luogo del popolo, anch’io prendo coraggio a parlare in questa assemblea, giacché il mio dire è un atto di rispetto, di comunicazione a tutti coloro, distinti Consiglieri, che per elezione voi rappresentate. 

2. Papa Benedetto XVI viene in visita Pastorale ad Arezzo, Domenica 13 maggio 2012. La mia presenza tra voi, in quanto Vescovo d’Arezzo, è per informare le Istituzioni,  spiegare il senso di questa insolita presenza pontificia,  dare ragione delle modalità chepreferito, perché tutti possano  considerare l’evento nelle sue vere modalità: di parsimonia nell’organizzazione, di efficacia nella comunicazione, di giusta attenzione verso la nostra gente, soprattutto quella maggiormente provata in questo tempo di crisi, per alcuni almeno, davvero amara e dolorosa. La Chiesa vuol fare la propria parte, sia aiutando i più miseri, che rilanciando, per quanto in sua possibilità, l’attenzione verso il territorio e quanto favorisce l’aggregazione tra la gente.

3. La visita del Papa è un regalo per Arezzo, che va letto come un gesto di attenzione per tutta la Toscana, e per ciò che questa Regione rappresenta in Europa e nel mondo. Viene in terra aretina per celebrare un duplice Millenario. Mille anni fa veniva consacrato l’Eremo di Camaldoliveniva fondata la città di Sansepolcro dai Pellegrini Arcano ed  Egidio. Il Papa ha già incontrato l’intera famiglia dei Camaldolesi in San Gregorio a Celio, sabato 10 marzo,  in concomitanza con la visita dell’arcivescovo di Canterbury, Dr Rowan Williams,  a sottolineare la dimensione dialogica ed ecumenica di Camaldoli. Il Santo Padre dirà ancora la Messa con tutta la Comunità camaldolese, assieme ai Vescovi della Toscana e al Clero di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, domenica 13 maggio, alle ore 10, sul prato dietro il Duomo d’Arezzo. Alle ore 17,30 sarà a La Verna per incontrare i Frati Minori e le Clarisse dei vari Monasteri della Toscana. Ad accogliere il Pontefice al Sacro Eremo, delle Autorità civili vi sarà il Sindaco del luogo e il Sindaco di Firenze, per i particolari storici legami che La Verna ha con questa città. Alle 19,15 il Papa sarà a Sansepolcro, per incontrare quella popolazione che celebra il proprio Millenario.

4. A La Verna, Bonaventura da Bagnoregio, come è noto, compose la sua celebre opera: “Itinerarium mentis in Deum”, di cui il Papa, in gioventù come studioso, ebbe varie occasioni di interessarsi. La Verna è il maggior Santuario francescano della Toscana, per altro più volte visitata dal Poverello d’Assisi: molti dei nostri luoghi di Francesco sono in Diocesi di Arezzo. Sansepolcro, fondata da due pellegrini stranieri di ritorno dalla Terra Santa, volle essere “una piccola Gerusalemme alle sorgenti del Tevere”, come si esprime lo storico quattrocentesco del Borgo. “Yerushalayim”  in lingua ebraica connota la giustizia e la pace e quei temi vollero Egidio ed Arcano riproporre sul fiume di Roma, costruendo una sorta di “città ideale”, Città del Sole, ante litteram. Sulle prime vestigia di Sansepolcro sorse la grande Abbazia benedettina, animata poi dai Camaldolesi fino al secolo XVI. 

5. Il Papa viene in Toscana, in una delle nostre antiche città, dove le libertà comunali e la dignità della persona furono elaborate, fin dal Medioevo. Nel suo magistero. Benedettoripetute volte ha affermato quanto gli stia a cuore la tematica della dignità della persona, e l’antropologia che nel nostro Rinascimento fece grande questa Regione, illuminando gran parte del mondo allora conosciuto. Sansepolcro città della giustizia e della pace, nata, unica in Regione su un progetto teologico, rappresenta la città ideale, foriera di tematiche non solo care alla Chiesa, ma anche ad altre componenti culturali fortemente rappresentate in terra toscana. Tre nomi, tra i tanti, mi sovvengono in questo luogo simbolico, per la qualità del loro insegnamento e del loro impegno per il bene comune, al di là delle barriere ideologiche: Giorgio La Pira, Piero Calamandrei, Giuseppe Toniolo, per tanti anni docente a Pisa. La loro testimonianza fa riflettere che i grandi del Rinascimento hanno avuto seguito anche nel nostro tempo, in questa Regione. Camaldoli è il luogo della preghiera e del dialogo. Il Papa incontrando i monaci ha ricordato le importanti figure che, dal Concilio ad oggi, il monachesimo camaldolese, ha espresso e ne ha reso grazie al Signore.

6. Da figlio della Chiesa pisana, mi si consenta di concludere questo saluto con le parole di Giuseppe Toniolo, che, dal 29 aprile scorso, è un Beato della   Chiesa Cattolica: “al di sopra degli  stessi legittimi beni e interessi delle singole Nazioni e degli Stati, vi è una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della solidarietà umana”. Grazie!

Firenze, Consiglio Regionale della Toscana, Seduta del 2 maggio 2012