Category Archives: Senza categoria

Messa del Giorno di Natale

  1. Coraggio, occorre costruire il nuovo

Correva l’anno 410 dell’era cristiana, quando Alarico, re dei Vandali, occupò il Campidoglio di Roma, ponendo fine a una storia, una volta anche gloriosa, durata almeno otto secoli.

Come i commentatori delle varie edizioni dei programmi televisivi di queste sere, gli intellettuali di turno esprimevano, quasi fosse Vangelo, la loro visione del mondo, senza riuscire a cogliere che il tempo è un terribile segmento: ha un inizio e un’inevitabile fine.

Luogo comune è il rimpianto, pieno di retorica animata dai verbi al condizionale “si potrebbe”, “si sarebbe dovuto”, “perché non fare così o il suo rovescio?”. Il mondo che si riteneva pensante non riuscì a trovare un rimedio per il male di un’esperienza perduta, gloriosa, potente.

Aurelio Agostino, con poca retorica e molta scienza storica, rilegge il passato con un’attitudine del tutto nuova in quel periodo, la volontà di individuare possibili vie d’uscita dall’oggettivo crollo di un sistema che non avrebbe poi più ripreso il ritmo secolare, perché, da ultimo, minato da una caduta di ideali aperti al futuro.

È la condizione in cui, visitatori delle nostre chiese, troviamo quest’oggi, rubando a Sant’Agostino l’intuizione: De Civitate Dei e se provassimo a ricostruire d’accapo, con il Vangelo in mano, una civiltà inclusiva di tutti, non asserragliata sul privilegio delle borse, sul dominio dell’economia?

Un bambino è nato per noi a porci i quesiti “che cos’è l’uomo” e “come vogliamo vivere insieme?” Dalla periferia dell’Impero, dal dominio di un piccolo Erode pieno di paure, incapace di futuro, potremo anche noi fidarci dei Magi, che furono capaci di alzare lo sguardo. Nella notte in cui ci troviamo occorre scrutare le stelle, cioè guardare oltre le apparenze e pensare.

Come potrebbe essere un mondo diverso da quello che conosciamo? Ci deve pur essere un mondo per quei figli e quei nipoti sopravvissuti alla strage degli innocenti, dove Dio non smette di aver fiducia in noi e ci chiede di costruire il nuovo. Natale è l’occasione propizia per addentrarci nel mondo del possibile e di aggregarci con la fede su quegli ideali di un pensiero critico, che non si perde di coraggio di fronte alle sconfitte del presente.

La scienza non è onnipotente, ma va rispettata di fronte alle difficoltà che avanzano. Qualche antidoto si va trovando in questo giorno bellissimo: pur nelle restrizioni di movimento, non ci è vietato di fermarci, di pensare. Con la fede in Gesù, non c’è vietato di articolare il presente attraverso l’evoluzione del pensiero, che torna ad essere una risorsa non costosa, ma efficacissima.

Chissà se saremo capaci di riprendere un discorso interrotto da qualche secolo attorno al Dio bambino, in qualche modo presente nei nostri presepi? Eppure, è sempre capace di generare speranza e, soprattutto, il gusto di andare avanti, riconoscendo il tempo come umile contenitore di una storia di cui, infondo, noi siamo responsabili protagonisti.

 

  1. Un simbolico cammino verso Betlemme per ritrovare chi siamo

I costosi regali di un tempo non servono a nulla in questo Natale, dove frettolose folle, affascinate dalla tradizione, vanno cercando generi inutili per mostrare affetti e considerazione che si fanno apprezzabili solo nell’ordine delle intenzioni.

            Quis, quid, ubi, quibus auxiliis, cur, quomodo, quando?[1] L’antico esametro ciceroniano, riciclato nella lingua del Regno Unito, è ancora percepito da tutti come tema sul quale vale la pena pensare: Chi sei? Cosa vuoi? Dove vai? Come lo fai?

Il vero regalo di questo giorno di Natale, finalmente non sovraccarico di cose inutili, è tornare all’essenziale. Puer natus est nobis è l’introito della Messa di Natale, ma è anche la chiave e per entrare nel nuovo.

Da queste considerazioni deriva, nel giorno dei propositi, non già una bontà generica che non serve a nessuno, ma l’impegno all’introspezione per ritrovare quelle qualità di cui Dio ti ha fornito. Potrebbe essere il modo per entrare nella giostra medievale delle nostre città toscane, che è la società umana, dove il soggetto principale è il popolo, il popolo di Dio. Se puoi, perché non fai? Se sai, perché non lo comunichi?

La parola magica che appartiene al mondo cristiano è coraggio. Senza paura, occorre far rivivere i legami, a cominciare da quelli familiari. Occorre ritrovare il valore delle storie d’amore, ridare importanza al giro piccolo o grande delle tue amicizie. Fai tesoro dello sguardo incantato dei tuoi bambini che di fronte al dolce, al nuovo, al buono per te, ci sono misura e risorsa. Un mondo senza bambini sarebbe destinato a morire.

Accanto al bambino di Betlemme, cerchiamo di tornare ad apprezzare ogni nascita a ritenere vile ogni paura che impedisce all’amore di generare la vita. In fondo, ogni storia d’amore è consegnarsi all’altro, affidarsi laddove l’amore precede sul ragionamento, sulla ricerca di convenienze. Abbiamo bisogno del futuro.

Questo è anche il giorno giusto per riflettere cosa sia la fede. Maria di Nazareth ce lo insegna. La Madre di Dio si formò con la Bibbia in mano, come capirono Spinello e, dopo di lui, i nostri pittori dell’Annunciazione nel Medioevo aretino. La Santa Vergine accoglie il messaggio dell’Angelo. Si fida più di Dio che delle Leggi degli uomini: si rende disponibile a generare il Figlio di Dio. Giuseppe, giusto di fronte alla sua responsabilità, si mette in cammino come il padre Abramo e si fa maestro di tutti i custodi dei bambini neonati, puntando più sul futuro di Dio, che sulla propria convenienza.

Educare è un verbo magico, in cui una generazione narra all’altra la meraviglia del bene e la capacità di non abbandonarci alla tentazione del rimpianto. Se torneremo a educarci vicendevolmente, la Bibbia insegna che il mondo può cambiare.

 

  1. Guardare al presepio per recuperare il coraggio del nuovo

Il Natale di Gesù è una proposta che ci chiede di avviare una storia nuova; di avere il coraggio di non piegarci su noi stessi, di fidarci ancora dell’amore. Nel Natale di Gesù, Dio ci insegna la misura della carità e ci chiede di praticarla per essere uomini veri.

Il presepio di San Francesco, forse presente in ogni casa, ci chiede di trovare un posto per noi dentro la storia, che può ancora una volta essere storia di salvezza.

Al di là del profumo delle vivande, al di sopra della convivialità pur gradita, ci è chiesto di aiutarci vicendevolmente a costruire il nuovo. Dio ha già fatto la sua parte: ecco il segno del presepio che ancora affascina. Ci è chiesto di aiutare a risolvere i grandi problemi del nostro tempo, con la consapevolezza di chi si fida di Dio, che non abbandona.

Rinasca la voglia di non perderci di coraggio e di essere Figli di Dio, cioè capaci di generare il nuovo.

[1] Cicerone, Rhetoricorum, seu De inventione rhetorica

Comunicato nuove nomine San Donato 2020

Per mandato dell’Arcivescovo, do lettura dei trasferimenti che si sono resi necessari per il bene dei fedeli di questa nostra amata Diocesi.

Il primo pensiero, grato e riconoscente, va ai Sacerdoti di veneranda età, che hanno custodito la fede del nostro popolo e hanno retto Parrocchie, talvolta con sacrificio e sofferto impegno. A loro dobbiamo molto per aver tenuta viva l’identità della Chiesa aretina attraverso generazioni.

Tocca ora affidare in nuove mani le Parrocchie che si sono rese vacanti e i Ministeri particolari di cui la nostra Chiesa ha bisogno.

Nuovo Cappellano dell’Ospedale San Donato sarà Don Stefano Scarpelli, che pure rimane Parroco di San Donato in Maccagnolo, nella nostra Città.

Dall’inizio dell’anno, Don Alessandro Tracchi è Parroco della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Città.

Con la disponibilità che ci è a tutti nota, il nostro carissimo Don Silvano Paggini, Vicario Urbano, pur mantenendo la Parrocchia di San Marco alla Sella, ha assunto anche la cura pastorale delle Parrocchie dei Santi Iacopo e Cristoforo in Agazzi e delle Sante Flora e Lucilla in Torrita d’Olmo.

I Padri Pallottini sono nuovamente venuti in nostro aiuto, assumendo, attraverso il Rev.do Edward Szram, il servizio parrocchiale di Ruscello, dopo la morte del nostro caro Don Antonio Bacci, della Parrocchia di Chiani, dopo le dimissioni del novantenne Don Romano Bertocci, e della Parrocchia de Le Poggiola, congiunte tra loro in Unità Pastorale. Egli ha anche assunto l’incarico di Vicario Foraneo, lasciato dal nostro carissimo Don Lamberto Labiri, che purtroppo si è dovuto ritirare per motivi di salute.

Al giovane Don Alessandro Calderon vengono affidate le Parrocchie dei Santi Quirico e Giuditta in Battifolle e di San Martino in Viciomaggio, aggregate tra loro in Unità Pastorale.

Il nostro stimatissimo Don Luigi Menci ha lasciato la guida dell’Arcipretura di Foiano al Rev.do Don Simeon Eneh, per molti anni stimato Parroco a Prato e a noi da qualche anno presentato dal nostro Vescovo Franco Agostinelli. Don Fiorenzo Brocchi assume l’incarico di Vicario Foraneo, sinora tenuto da Don Menci.

Ai Padri Conventuali viva riconoscenza per avere rivitalizzato la Basilica di San Francesco. Ultimamente, Padre Francesco Bartolucci è il nuovo Parroco della Badia, raccogliendo l’eredità spirituale dell’ultranovantenne Don Vezio Soldani.

L’Unità Pastorale di Rassina, Salutio, Pieve a Socana e Castel Focognano è affidata al Rev.do Don Henryk Gaber, mentre Chitignano e Corsalone sono affidate a Don Eric Beranger.

Con molta generosità, Don Santi Chioccioli, pur mantenendo la cura della Parrocchia dello Spirito Santo in Indicatore, assume anche il Ministero di Parroco delle Parrocchie di San Giovanni Evangelista in Pratantico e dei Santi Fabiano e Sebastiano al Monte Sopra Rondine, aggregate tra loro in Unità Pastorale.

Dobbiamo molta gratitudine a Don Simone Costagli per essersi reso disponibile ad assumere le Parrocchie di San Paolo e di San Giuseppe Operaio in Sansepolcro, aggregate in Unità Pastorale con la Concattedrale di San Giovanni Evangelista e Santa Maria, tutte in Sansepolcro.

Proposto di Cortona sarà d’ora in poi il carissimo Don Giovanni Angelo Ferrari, che fin dagli anni del Seminario è presente in questa nostra Diocesi. Egli assume pure l’incarico di Vicario Foraneo.

Il nostro patrologo Don Basilio Bakhes, da oltre vent’anni nel servizio pastorale in Italia, assume il Ministero di Parroco nella nostra Parrocchia del Sacro Cuore e Santa Teresa Margherita Redi a piazza Giotto in Arezzo.

Da mercoledì 8 luglio il Consultorio “La Famiglia” riapre alle consulenze in presenza

Riapre il consultorio “La famiglia” di Arezzo. Dopo il periodo di emergenze sanitaria, in cui i professionisti hanno erogato consulenze a distanza, da mercoledì 8 luglio il consultorio riprende le attività regolari.

Le consulenze si svolgeranno presso la sede in Piazzetta San Niccolò, 51 ad Arezzo su appuntamento.

Il Consultorio “La Famiglia” è attivo nella zona di Arezzo dal 1997 e si propone come servizio qualificato di consulenza al singolo, alla coppia, alla famiglia. I consulenti che vi operano sono tutti volontari, con una formazione professionale e qualificata, iscritti al registro dei Consulenti. Offrono un aiuto alla persona perché giunga a comprendere se stessa, i propri valori e le proprie risorse maturando scelte personali, libere ed autonome. I consulenti operano sempre nel rispetto della persona e del segreto professionale, aggiornano la propria formazione periodicamente coordinandosi con un’equipe di specialisti a disposizione. È un servizio gratuito e anonimo aperto a tutti.

Per avere informazioni si può scrivere a info@consultoriolafamiglia.it oppure contattare telefonicamente la segreteria ogni mercoledì dalle 17 alle 19 al numero 0575 23120. Durante gli altri giorni può essere lasciato un messaggio nella segreteria telefonica per essere contattati.

Rimane attivo il servizio di ascolto telefonico “Pronto? Ti ascolto!”, il lunedì e il venerdì dalle 17 alle 19 e il mercoledì e il sabato dalle 10 alle 12. È sufficiente chiamare il numero 3312893653.

Il Consultorio “La Famiglia” è socio effettivo U.C.I.P.E.M. – Unione Consultori Italiani Prematrimoniali e Matrimoniali. I consulenti sono iscritti all’Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari (A.I.C.C.eF.) nel rispetto della Legge n. 4 del 14/1/2013 «Professioni non organizzate».

 

www.consultoriolafamiglia.it

 

 

 

Sussidio per vivere il Triduo pasquale

Sussidio per vivere il Triduo pasquale e Lettera dell’Arcivescovo Riccardo Fontana alla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro per la Pasqua 2020

La Chiesa aretina, cortonese e biturgense ringrazia la Comunità Monastica di Camaldoli, per la vicinanza e il supporto offerto in questo periodo di dura prova per la pandemia in atto. Ci siamo sentiti supportati con la preghiera dalla più antica presenza monastica del territorio. È bello poter prendere atto anche della collaborazione che abbiamo ricevuto in vari modi, per rendere un buon servizio al popolo di Dio. In particolare desidero esprimere viva gratitudine a Dom Matteo Ferrari, monaco camaldolese e apprezzato liturgista, che è autore dello studio che si pubblica in questo volume. Vorremmo che le nostre famiglie, pur non potendo partecipare attivamente alle liturgie del Sacro Triduo, con questo strumento possano pregare insieme con la Chiesa, pur rimanendo nelle proprie case.

+Riccardo Fontana