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Concerto di inaugurazione del nuovo organo della Cattedrale

Inaugurazione Organo della Cattedrale di Arezzo
6 agosto 2022, ore 17.30
Programma

Johann Sebastian Bach Preludio e Fuga BWV 552
(1685-1750)
Ermanno Wolf Ferrari Preghiera (da “I gioielli della Madonna”)
(1876-1948)
Franz Liszt San Francesco d’Assisi: la predica agli uccelli
(1811-1886)
Marco Enrico Bossi Intermezzo lirico
(1861-1925)
Franz Schmidt Preludio e Fuga “Hallelujah!”
(1889-1939)

Biografia
Riconosciuto internazionalmente per il suggestivo, coinvolgente e vivace  linguaggio musicale, l’organista Eugenio Maria Fagiani si esibisce regolarmente sui più importanti strumenti in Europa, Russia, Medio Oriente, Asia ed America quali la Cattedrale di Notre Dame di Parigi (F), il Duomo di Berlino (D), la Cattedrale di St. Patrick di New York (US), la Sala Grande del Conservatorio “Tchaikovsky” a Mosca (RU), la Royal Albert Hall di Londra (UK), la Basilica di Santa Maria del Fiore a Firenze (I), la Hofkirche St. Leodegar di Lucerna (CH), la St. James Anglican Cathedral di Toronto (CDN), la Skt. Florian Stiftbasilika (A), la Basilica dell’Annunciazione di Nazareth (IL), Il National Center for the Arts Weiwuying di Kaohsiung (TWN). Accanto alla sua attività come solista (sia a solo che con orchestra) affianca una lunga collaborazione con l’Orchestra Sinfonica La Verdi di Milano dal 2010 e con la Filarmonica Arturo Toscanini (dal 2020) ed è stato diretto da eminenti direttori quali Jeffrey Tate, Riccardo Chailly, Xian Zhang, Claus-Peter Flor, Chien Wen-pin, Patrick Fournillier, Stanislav Kochanovsky, John Axelrod, Missak Baghboudarian, Jader Bignamini, Giuseppe Grazioli e Alpesh Chauhan. Notevole improvvisatore, è anche un importante compositore. I suoi lavori sono già parte del repertorio di alcuni dei più prestigiosi artisti del nostro tempo quali David Briggs e Stephen Tharp. Dal 2008 è l’organista del santuario francescano de La Verna, Arezzo (IT). Eugenio è il Direttore Artistico del Festival Internazionale di Musica d’Organo de La Verna, così come dal 2016 è Artistic Advisor del Terra Sancta Organ Festival, che si svolge in sette nazioni del Medio Oriente, organizzato dalla Custodia di Terra Santa. Viene regolarmente invitato a tenere masterclass (sia per l’Interpretazione che per l’Improvvisazione) e conferenze per diverse istituzioni musicali di rilevanza mondiale sia in Europa che in Nord America come la Cambridge University Organ Scolar’s Forum (UK) e la RCCO di Toronto (CDN), come pure ad essere membro di giuria in alcuni tra i maggiori concorsi organistici internazionali.
Incide con VDE-Gallo, Spektral Records, Fugatto, Da Vinci Classics, Decca e Warner, e queste produzioni hanno ottenuto lusinghieri riconoscimenti dalle maggiori riviste specializzate concerto di inaugurazione dell’organo internazionali.

Festa di San Donato 2022

Sabato 6 agosto 2022

CHIESA CATTEDRALE

ore 17.30         Inaugurazione del nuovo Organo e concerto del M° Eugenio Maria Fagiani in onore del Santo Patrono

ore 19.00         Primi Vespri Pontificali presieduti dall’Arcivescovo

ore 21.15         Offerta dei ceri votivi dei Comuni della Diocesi

ore 23.30         Ufficio delle Letture

Domenica 7 agosto 2022

CHIESA CATTEDRALE

ore 07.00         Lodi mattutine e Santa Messa presieduta dal Can. Mons. Giovacchino Dallara, Canonico della Cattedrale

ore 08.00         Santa Messa, presieduta dal Can. Silvano Brilli, Canonico della Cattedrale

ore 10.30         Santa Messa Capitolare, presieduta dal Can. Mons. Fabrizio Vantini, Vicario Generale

ore 12.00         Santa Messa, presieduta dal Can. Mons. Enrico Gilardoni, Proposto della Cattedrale

 

FORTEZZA DI AREZZO – S. DONATO IN CREMONA

ore 09.00         Ora Terza, presieduta dal Can. Andrzej Zalewski, Rettore del Seminario Vescovile

PIEVE DI S. MARIA D’AREZZO

ore 11.00         Santa Messa, presieduta dall’Arcivescovo

CHIESA CATTEDRALE

ore 18.00         Santa Messa stazionale, presieduta dall’Arcivescovo

Giubileo presbiterale dell’Arcivescovo Fontana

  1. Il libro dei ricordi e la gratitudine

Il Signore davvero mi ha voluto bene. Grazie Signore!

Sono passato attraverso l’acqua e poi il fuoco. Tante volte ho fatto esperienza che “Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare; poiché io sono il Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore[1].

Arrivato al Giubileo, è giusto dire grazie alla Chiesa che mi ha custodito, senza togliermi le prove che la vita pone a ciascuno. Grazie alla Chiesa pisana che mi ha generato non solo alla fede, ma anche al sacerdozio. Fu il mio Vescovo Ugo il primo a fare il discernimento sulla mia vocazione, di cui avevo avuto consapevolezza pregando con la mia gente in Piazza del Duomo, per prepararci all’incontro con Paolo VI.

Ho avuto tante prove che mi scorrono nella memoria, accanto al ricordo che mai il Signore mi ha abbandonato.

Il Seminario di Pisa, il Capranica a Roma con la Gregoriana, la parrocchia romana di Tor di Quinto, dove imparai i rudimenti della pastorale, facendo comunità assieme a un indimenticabile gruppo di allora giovani amici: la comunità giovanile del Preziosissimo Sangue. Bellissimo insegnare, ma anche dure esperienze e quando pareva che mi cascasse tutto addosso, arrivò la chiamata del Sostituto Benelli per passare al servizio della Santa Sede, incontrando tanti uomini che mi hanno fatto amare Dio e la sua Chiesa.

Venivo dall’Azione Cattolica, ma il Vescovo mi chiede di fare l’Assistente scout: finché potei, provai a farlo anche a Jakarta, senza smettere mai di fare catechesi. Il mio primo Nunzio Vincenzo Farano mi prese per mano, anche quando, per undici mesi da incaricato d’affari, mi fecero reggere la Nunziatura in Indonesia, in mezzo alla tormenta della incipiente islamizzazione in quel bellissimo e amato paese.

Accanto ai poveri sempre: ai giovani rifugiati dal Vietnam che arrivavano a remi traversando il mar della Cina; alla tragedia di Timor Orientale dove in quegli anni si moriva materialmente di fame, malgrado la retorica portoghese. Rammento volentieri anche la bellezza di rappresentare, giovanissimo, la Santa Sede, in mezzo a gente semplice e piena di fede, che mi fece doni preziosissimi: la loro lingua, la fede orientale, il dialogo come strumento di evangelizzazione.

Prima di andare a Jakarta, allora con ventitré ore di volo – un altro mondo –, avevo incontrato don Achille Silvestrini, che fu mio relatore di Tesi, e che poi dall’Indonesia mi fece ritornare in Segreteria di Stato. Geniale, propositivo, molto esigente, mi insegnò a lavorare, passandomi quel metodo che rischia di tormentare anche i miei collaboratori di oggi.

Al successivo cambiamento arrivò in Vaticano il Nunzio Angelo Sodano, che per sette anni mi volle accanto a sé, facendomi da padre e da maestro. Mi disse un giorno, ormai anch’egli in pensione: “potrai testimoniare che ti ho stimato e ti ho voluto bene, ma non ho mai usato il potere che la Chiesa mi aveva dato per farti dei favori”. Ricordo ancora quando, iniziato il suo servizio di Segretario di Stato, nella Sala dei Concordati del Palazzo Apostolico con il soffitto affrescato delle api dei Barberini, al terzo saluto di convenienza che gli veniva rivolto, interruppe la riunione dicendo “impariamo dalle api: lavoriamo senza perdere tempo”.

Poi, la mia amata Chiesa spoletana nursina. Un terremoto che devastò l’Umbria intera. Alcuni preti bravissimi che mi insegnarono che l’utopia del Vaticano II sulla Chiesa può diventare realtà e che i cambiamenti sono possibili. Mi sia concesso quest’oggi di ricordare Don Giampiero Ceccarelli, capace sempre di straordinaria aderenza alla realtà.

Sto arrivando al capolinea. Papa Francesco ha accettato le mie dimissioni e cerco di passare le fatiche e le gioie di Vescovo aretino al mio successore, che non so ancora chi sia.

 

  1. Il tesoro di casa

Sono prossimo a lasciare la guida di questa bellissima Chiesa in Terra d’Arezzo, diventata enorme, la dodicesima in Italia per territorio, con un sacco di esperienze preziose. Puntare sull’“ecclesiologia di comunione” anziché sulla struttura istituzionale è stato più facile per me che venivo dal Vaticano. Incontrare e dialogare con il popolo e con i preti è quasi sempre possibile.

Ho sperimentato che fare il Vescovo, secondo la Prima Petri, è come fare il muratore che, se vuole costruire il muro di casa, deve smussare le asperità e cercare che una pietra stia accanto all’altra, con il cemento della fede, la forza della carità.

Arrivato al ventisettesimo anno di Episcopato, so bene che il Vescovo può mancare di tutto, ma non può mai mancare di speranza. La Chiesa è del Signore e noi siamo piccoli “servitorelli” che, anche quando ci mettiamo molto impegno, siamo sempre a rischio di essere insufficienti. La Chiesa aretina, che conosco attraverso due Visite Pastorali e un Sinodo, fidatevi, è bellissima. Ha solo bisogno di non avere paura del nuovo.

So bene che, tra le tentazioni più ricorrenti, vi è quella delle “ciabatte vecchie” che sono sì più comode nell’immediato, ma non servono per fare quella lunga strada che da Babele conduce alla Gerusalemme del Cielo.

Sull’Arca di San Donato troneggia la storia. Nel presbiterio del Vangi c’è l’eco dei Padri della Chiesa riconosciuto da Benedetto XVI, ma soprattutto c’è l’Angelo che annunzia la Resurrezione, dopo che la Parola di Dio sconfigge il vuoto del Sepolcro, dove fu deposto Gesù, ma anche quello della cultura poco esistenziale dell’Occidente di oggi. Il tema, alla maniera pierfrancescana, appartiene a ogni generazione che sia disposta a credere che l’albero della mela dell’Eden può tornare verde attraverso la Liturgia della Chiesa, che sorregge il tempo con il cero pasquale.

Sono stato Vescovo in Umbria e, per tredici anni, pastore di questa Chiesa aretina. L’altare, che ha le misure di quello di Callisto II nella Basilica Vaticana dove fui ordinato, è la pietra rovesciata del Sepolcro, a condizione che si raccolga il Cristo della “volata” di Pasqua, che dalla valle centrale umbra fino a tutta la Chiana sa benissimo correre in avanti, con in mano un cespuglio d’olivo, che è il futuro e la speranza.

 

  1. Avanti con gioia

A giorni deporrò la sedia curule, il faldistorio del Vescovo chiamato a “reggere e governare”[2] la sua Chiesa.

Mi restano tre funzioni fondamentali, per chi si mette da parte: potrò dedicare a tempo pieno il mio tempo alla preghiera per questa amata Chiesa, in attesa – io spero –, una volta accolto tra i salvati, di poter intercedere per quanti ho incontrato e servito.

Potrò da ultimo riallacciare umilmente le relazioni, in particolare quelle troppo bruscamente interrotte per mia colpa o per le forzature del tempo, rimanendo in un angolino assieme ad alcuni preti vecchi come me, pronto ad aiutare chi ne avesse bisogno.

Spenderò infine il tempo che mi resta per seminare dolcezza, dare coraggio e far comprendere a tutti, specialmente a chi mi fu più vicino, che il Signore non abbandona mai ed è capace di “scrivere dritto, anche sulle righe storte[3].

[1] Is 43, 2-3

[2] Cfr. Pontificale Romano, Ordinazione del Vescovo, Consegna del pastorale

[3] Jacques Bossuet, Aforismi

Liberi di lodarti

Vi aspettiamo domenica 26 giugno, dalle 16, presso il Seminario Vescovile.

Comunicato 20.VI.2022

Il nostro antico Vescovo, Fra’ Flavio Carraro, si è addormentato nel Signore, dopo lunga e penosa malattia.

Domani 21 giugno, al rito esequiale nella Cattedrale di Verona, Mons. Fabrizio Vantini, nostro Vicario Generale, andrà a rappresentare la nostra Diocesi.

Nella stessa mattinata, alle ore 10.00, nella Cappella della Madonna del Conforto, l’Arcivescovo presiederà l’Eucarestia con i sacerdoti che vorranno pregare per l’anima del defunto Pastore.

I fedeli sono invitati a farsi presenti alla comune preghiera della nostra Chiesa particolare.

 

+ Riccardo Fontana, Arcivescovo

Ordinazione Sacerdotale don Alvaro Scarnicci

Mercoledì 29 giugno, ore 18,00 presso la Cattedrale, Alvaro Scarnicci riceverà l’Ordinazione sacerdotale per imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Riccardo Fontana.

Festa diocesana del Corpus Domini

Prima di riprendere finalmente l’uso di celebrare il Corpus Domini in ogni parrocchia, come di consueto il giovedì precedente, il 16 giugno alle ore 21.00, i Sacerdoti, i Diaconi, i Ministri laici, le Associazioni, i Movimenti e le Aggregazioni laicali sono invitati alla Celebrazione diocesana in Cattedrale.

Dopo lo S. Messa faremo una breve processione eucaristica per le vie del centro storico, fino a giungere alla Basilica di S. Domenico.

Da quando Papa Urbano IV, con la Bolla Transiturus Dominus del 1264, chiede a tutti i cristiani di onorare la presenza reale del Signore, è tradizione che si portino le Sacre Specie del Santissimo Sacramento per le vie delle nostre città e paesi, con uno speciale atto di culto, che ci ricollega all’Ultima Cena nel cenacolo di Gerusalemme.

Ordinazione diaconale Raffaele Vannini

Sabato 4 giugno, ore 18,00 presso la Cattedrale, il seminarista Raffaele Vannini riceverà l’Ordinazione diaconale per imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mons. Riccardo Fontana.

I The di Toscana Oggi

I Thè di Toscanaoggi approdano anche ad Arezzo.

Gli appuntamenti culturali pensati per gli abbonati del settimanale Toscana Oggi, ma non solo, arrivano in città, dopo essersi svolti a Firenze, Prato, Grosseto, Pisa, Montepulciano, Chiusi e Pienza, mercoledì 18 maggio.

Un appuntamento alle 16,00 dedicato alla scoperta delle bellezze della Cattedrale con interventi dell’Arcivescovo Riccardo Fontana e di Serena Nocentini, direttrice dell’Ufficio diocesano di Arte Sacra. Si tratta dell’apertura, anche nel nostro territorio di un percorso, dove il «culturale» e il «ricreativo» stanno insieme, così come stanno bene insieme thè e pasticcini. E infatti alla fine delle conferenze, thè e pasticcini vengono sempre offerti a tutti i partecipanti.

 

L’incontro in Cattedrale è preceduto anche da una visita guidata ad alcuni dei luoghi più belli e suggestivi del centro storico di Arezzo a partire dalla tarda mattinata, seguita da un pranzo conviviale. Per partecipare a questa prima parte dell’evento è necessario prenotarsi scrivendo a chiara.innocenti@toscanaoggi.it oppure telefonando allo 055.277661.

Il percorso dei Thè è stato avviato nel 2005 e prevede conferenze su argomenti assortiti con relatori di livello una volta al mese, solitamente il mercoledì pomeriggio dalle 16 alle 18, da novembre a maggio, affiancando cultura e convivialità, riflessione e amicizia. E l’intento, dopo questo primo incontro del 18 maggio a cui tutti sono invitati, è quello di ripartire in autunno con appuntamenti a cadenza regolare.

Nel corso degli anni, gli argomenti, hanno spaziato dalla letteratura alla storia, alla religione, all’arte, alla scienza, alla musica, alle tradizioni, allo spettacolo: ce n’è stato insomma per tutti i gusti. Le conferenze sono state affidate in prevalenza a relatori toscani, ma il ventaglio appare davvero ampio. Non sono mancati attori come Giuseppe Pambieri, Angela Finocchiaro, Pamela Villoresi e Giuliana Lojodice. Abbiamo dialogato con Lorella Cuccarini e perfino con Ted Neeley, il mitico Gesù di Jesus Christ Superstar (1973) che superati i 75 anni è ancora sulle scene con l’omonimo musical.
Tra gli oratori ci sono stati il cardinale Betori, i vescovi Franco Agostinelli e Rodolfo Cetoloni. L’ultima uscita pubblica del cardinale Silvano Piovanelli è stata a Prato, per partecipare ad uno dei Thè (il 16 marzo 2016). «Giovanni Paolo II, 30 anni fa a Prato, Fiesole e Firenze: io c’ero». È morto da lì a poco, il 9 luglio.

Le conferenze ammontano a quasi 200 e in questi anni hanno portato anche alla nascita di legami di amicizia e stima tra i lettori. Si sono incontrate persone che altrimenti mai si sarebbero conosciute. Un rapporto speciale si è instaurato tra la redazione di Toscana oggi e quanti lo seguono. Anche nell’epoca della rete e dei social, resta viva la necessità di incontrarsi per un confronto culturale a 360 gradi sui temi che interessano le persone. Attorno ai Thè sono nate altre iniziative collaterali – cene a tema in luoghi particolari, visite guidate a mostre e monumenti – che in buona parte hanno cominciato a vivere di vita propria.

Da ultimo è nata l’associazione Amici di Toscana Oggi.

 

Ma nella teiera di Toscana oggi continuano a bollire tante idee.