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L’Omelia della Prima Messa a Cortona

Omelia Prima Messa a Cortona
Concattedrale di Cortona – 18 dicembre 2022

Le belle realtà umane e spirituali, la presenza dei religiosi, i giovani e le famiglie, tanti … mi state accogliendo oggi in questa bellissima città di Cortona. Grazie di cuore a tutti.
Dalla concattedrale desidero inviare il mio saluto a tutti voi, sacerdoti, religiosi e religiose e autorità civili e militari, associazioni e movimenti, aggregazioni di vario genere, anche civili e come espressione del volontariato e della animazione della comunità. Un saluto particolare che viene dal cuore a tutti i giovani. E un saluto anche a chi ci segue grazie alla televisione e ai vari social, soprattutto chi malato o anziano non ha potuto essere presente.
Vorrei riassumere il mio saluto nell’augurio della gioia. E’ un augurio che nasce dal Natale ormai vicino, perché la gioia è nel cielo e sulla terra come cantano gli angeli a Betlemme.
Gioia e pace a tutti voi.

L’augurio della gioia vorrei riprenderlo raccogliendo qualche impressione dalle letture che abbiamo ascoltato in questa quarta domenica di avvento.
La parola del profeta Isaia invita il popolo di Israele disorientato e disperso a ritrovare la guida del Signore. L’invito a chiedere un segno è invito a riconoscere di nuovo che il Signore guida il popolo e lo conduce a orizzonti di novità, di vita. “La vergine concepirà e partorirà un figlio che chiamerà Emmanuele” è certo profezia della Vergine Maria e del figlio Gesù, ma è nella storia del popolo la promessa, la garanzia, l’annuncio sicuro che Dio non abbandona il popolo, ma lo accompagna verso orizzonti di futuro e di vita. E sulla base di questa profezia il popolo deve ritrovare la gioia.

E’ un primo motivo di gioia anche per la chiesa tutta della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e che oggi risuona in questa giornata di accoglienza a Cortona: il figlio della vergine sarà chiamato Emmanuele, cioè il Dio con noi, il salvatore. E per noi, per la nostra Chiesa l’augurio è che nasce Gesù, viene il Signore e si ferma con noi… e si può vivere. Comunità di Cortona e diocesi tutta di Arezzo…: puoi vivere, c’è vita in te.

L’invito a chiedere un segno è esortazione a essere vivi, a generare la vita ed è parola rivelativa che dice che la vita è in mezzo a noi, ci accompagna.
Chiesa della diocesi di Arezzo, comunità di Cortona… Sei viva?
Il profeta Isaia lo dice, lo profetizza per tutti noi: siamo chiesa viva, chiesa abitata dalla vita, chiesa generativa, capace di aprirsi, di accogliere, di integrare, di uscire… Chiesa ove il Signore viene. E starà con noi.
E io vescovo lo dico a voi: sto incontrando una Chiesa viva e anche a Cortona vi dico…: amici, siete vivi, siete vivi, siete comunità viva. Ed è invito, dono di gioia.

La seconda lettura ci ricorda che anima e vitalità di ogni comunità, della Chiesa, è la Parola.
E nella lettera di Paolo, la Parola non è una lettera scritta, ma è la testimonianza dell’apostolo, di Paolo. Egli così si presenta: “Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio… a tutti quelli che sono a Roma”.
La Parola è esperienza di annuncio di Paolo e questa Parola si rivolge ad una comunità, Roma e la fa vivere.
Infatti la comunità è descritta come piena di vitalità, perché amata e guidata da Dio: “Roma, amati da Dio e santi, per chiamata…”.
La Parola, la Parola annunciata e fatta fruttificare è dono che abita la comunità e la rende viva.
Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro…, Chiesa che sei in Cortona… stai accogliendo la Parola? La stai custodendo e praticando? La Parola ti sta facendo vivere?
La lettera di Paolo ci racconta che la Parola è predicata e questo avviene mediante servitori della Parola, chiamati da Dio e inviati a portarla. Allora… c’è nella nostra comunità, c’è a Cortona e nella nostra diocesi chi sta portando la Parola ed è sempre dono di fecondità. Non si tratta di un augurio, ma è una dichiarazione affermativa: c’è in mezzo a noi chi sta portando la Parola. Potrà essere il sacerdote o il catechista, la madre e il padre di famiglia o i nonni, il povero e l’ultimo che ci apre alla carità, chi è forte nella tribolazione… ed è portatore della Parola.
Possiamo dire, con la considerazione della lettera di Paolo, che nella nostra diocesi e anche nella terra cortonese corre la Parola di Dio… e questa ci dà vita, ci rende comunità, ci apre alla lode di Dio, alla preghiera.
Anche io desidero essere in mezzo a voi un amico che cammina insieme per portare la Parola e oso dire con Paolo, anche io “servo di Cristo Gesù, annunciatore per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio”. Per questo sono venuto… per annunciare il vangelo di Dio, non altro, ed è Parola e opera di vangelo, carità. E’ Parola che corre.
Corre la Parola nella diocesi, lasciamola correre amici, lasciamo che parli a noi e tocchi il cuore, lasciamo che ci rinnovi e ci dia vita… E sarà gioia. Possiamo essere nella gioia perché è presente e viene confermato nella vita della diocesi, per tutti noi, il dono della Parola.

Il vangelo ci consegna un altro sguardo che apre alla gioia.
Lo troviamo nelle parole dell’angelo a Giuseppe: “non temere di prendere con te Maria tua sposa”.
Non temere di prendere con te Maria… Maria è colei che aveva detto “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua Parola”; Maria è donna dell’ascolto ed è colei si affida al progetto di Dio. Non temere di prendere con te Maria è invito a cercare la volontà di Dio, a lasciarsi guidare dalla stella che i magi aveva visto, a custodire tutte quelle cose nel cuore… Prendere con noi Maria, con la nostra Chiesa, con la terra e la comunità cortonese vorrà dire il nostro lasciarci guidare dalla volontà, dal progetto buono di Dio per noi e per l’umanità. E ricordate… i Magi che seguendo la stella arrivarono a Betlemme, provarono una grandissima gioia. Con Maria, essere chiesa mariana che vive la docilità alla Parola del Signore, al suo progetto di bene, si porta alla gioia.
Ma ancora un particolare mi colpisce. Il sogno. L’angelo parla a Giuseppe nel sogno. Il sogno è immagine di una situazione indifesa, solo recettiva, non determinata dalla volontà personale del momento e quello è occasione perché il Signore parli, l’angelo… Nel sonno, nel sogno l’angelo parla a Giuseppe e questo mostra il cuore di questo uomo buono: Giuseppe è colui che ascolta, che accoglie la Parola. Potremmo quasi dire che Giuseppe coltiva i propri sogni. Non è la prima volta che sogna e ascolta l’angelo. Nei sogni di Giuseppe parla Dio, lo guida Lui.
Mi sembra un bell’invito rivolto a tutti noi a coltivare i nostri sogni. Cari amici, ma voi avete dei sogni nel vostro cuore? Devono essere sogni belli, che cercano il bene, che anelino a grandi progetti, sogni di vita. Ai fedeli della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e a voi cortonesi vorrei augurare di sognare. Non perdete i sogni della vostra vita, cercate le cose più belle, scoprite anche nei vostri sogni che Dio sogna con voi e cerca per voi, con voi la vita, il bene, la gioia.
Infine annota il vangelo che Giuseppe “fece come gli aveva ordinato l’angelo”. Giuseppe lascia operare nella sua vita la Parola di Dio e quella parola gli cambia la vita, fa diventare veri i suoi sogni. E prende con sé Maria. Il sogno di tutta la sua vita, stare con Maria, lo può realizzare ora come dono di Dio.
Nel sonno di Giuseppe l’angelo gli parla e la Parola accolta realizza i suoi sogni… ed è gioia.
Anche a tutti voi auguro che la Parola accolta, la parola che corre per le nostre valli, possa realizzare i sogni autentici della vostra vita. E sarà gioia.

Mi piace immaginare quanti sogni avrà avuto nella sua vita santa Margherita da Cortona. Ha sognato a tal punto da vivere esperienze mistiche, di incontro intimo e intenso con il suo Dio, momenti di ascolto e di contemplazione. Anche Margherita da Cortona, sognando, incontra Dio e si lascia trasformare la sua vita. In lei vediamo realizzato il progetto di bene e la promessa di gioia che è per gli amici di Dio.
Ci affidiamo tutti alla protezione e alla intercessione di santa Margherita perché per tutti noi, per la nostra diocesi, per la città e la terra di Cortona si realizzino i desideri e i sogni di Dio per noi che sono desideri di gioia.

ARTICOLO SR71

INTERVISTA SR71

In cammino verso la GMG

In Cammino verso la GMG Come annunciato nel nostro primo incontro a Saione. Diamo inizio al nostro percorso verso la Lisbona con gli incontri zonali. Per la Zona della Valdichiana e Senese l’incontro sarà la domenica 18 dicembre presso il Santuario delle Vertighe Vi aspettiamo!

Ore 16:30 Guardiamo insieme la finale del mondiale.

Ore 18:30 Incontro di preparazione per la GMG.

Per info : 3347415228

Nomine

In data 28 novembre 2022 il vescovo Andrea Migliavacca ha nominato, confermandoli,  il vicario generale D. Fabrizio Vantini, i vicari episcopali e foranei, e ha confermato il Consiglio presbiterale e il Consiglio pastorale diocesano esistenti. Inoltre, proseguono il loro ufficio il Collegio dei consultori, il vicario giudiziale e il cancelliere vescovile. Non essendo decaduti con il cambiamento del vescovo, sono confermati anche tutti i direttori e i responsabili di Uffici e servizi diocesani.
Queste nomine sono in vigore fino a nuove disposizioni.

 

I Thè di Toscana Oggi

I Thè di Toscana Oggi sbarcano ad Arezzo

presentazione del Dossier Caritas sulle povertà

Appuntamento giovedì 15 dicembre alle 17 a Palazzo Fossombroni in piazza S. Domenico n.4

 

Il ciclo dei Thè di Toscana Oggi, gli appuntamenti che uniscono cultura e convivialità pensati per gli amici del settimanale Toscana Oggi, ma non solo, arriva ad Arezzo, dopo aver toccato nelle scorse edizioni Firenze, Prato, Grosseto, Pisa, Montepulciano, Chiusi, Pienza e altre località. Giovedì 15 dicembre a Palazzo Fossombroni, in piazza San Domenico n. 4 ad Arezzo, a partire dalle 17 viene presentato l’ultimo Dossier sulle povertà redatto dalla Caritas diocesana, intitolato «Incastrati». Il vescovo Andrea non ha voluto mancare a questo appuntamento che rappresenta una triplice novità. Si tratta infatti di uno dei suoi primissimi incontri pubblici dall’ingresso in diocesi e del primo appuntamento del ciclo di incontri dei Thè della stagione 2022-23, la prima a svolgersi nella nostra diocesi. Sei incontri, una volta al mese, per parlare di tematiche che spaziano dall’attualità, all’arte, passando per la filosofia e la storia locale coinvolgendo anche le città di Sansepolcro e Cortona. Il secondo elemento di novità riguarda il fatto che è la prima presentazione pubblica del Dossier, una occasione per confrontarsi sulle dinamiche della povertà nel nostro territorio che ci interpellano come cittadini e come Chiesa. Nel corso della serata, che si conclude come prevede il format dei Thè di Toscana Oggi, con la consumazione (gratuita) di Thè e pasticcini, intervengono don Alessandro Nelli e don Giuliano Francioli, codirettori della Caritas diocesana, insieme agli operatori Andrea Dalla Verde, Debora Sacchetti e Lucia Tanti, vicesindaco e assessore alle Politiche Sociali del Comune di Arezzo.

La cittadinanza è invitata a partecipare.

Il Vescovo Andrea in visita a Rondine

Tra le prime visite della Diocesi per mons. Andrea Migliavacca quella alla Cittadella della Pace di Arezzo dove oggi ha incontrato i giovani italiani e internazionali che si formano per diventare cittadini attivi e ambasciatori di pace. Migliavacca: “È stata una scoperta, come essere accompagnato a entrare in una famiglia, con sogni, fatiche e progetti. Molto bella è stata questa accoglienza che mi ha dato la percezione di come i sogni si possono realizzare”

A una settimana dal suo insediamento il nuovo Vescovo di Arezzo-Corona-Sansepolcro, S.E. Monsignor Andrea Migliavacca ha deciso incontrare da vicino l’associazione di Rondine Cittadella della Pace che da oltre venticinque anni, dell’omonimo borgo aretino ha fatto la sede di un’esperienza viva di rigenerazione dell’umano offrendo a giovani italiani e di tutto il mondo percorsi formativi per imparare a vivere il conflitto e a trasformarlo andando oltre le ragioni dell’odio e della guerra.

“L’incontro con Rondine, tra le prime visite in Diocesi, è stato un momento che porterò nel cuore. È un lavoro prezioso quello che viene fatto. Si tratta di una visita voluta, per rendermi presente, incontrare e iniziare a conoscere questa Chiesa. Rondine è una delle realtà tesoro della diocesi di cui avevo sentito parlare anche in seno alla Conferenza Episcopale Italiana”.

Queste le parole del Vescovo Migliavacca che ha visitato i luoghi simbolo della Cittadella accompagnato dai giovani della World House, giovani provenienti da luoghi di guerra che accolgono la sfida di convivere con il “nemico” e formarsi come futuri leader e ambasciatori di pace. Dal “Monumento delle rondini” che traccia le radici spirituali della Cittadella, all’ingresso dell’Arena di Janine con le iconiche parole di Liliana Segre “Ho scelto la vita e sono diventata libera” fino alla scuola dove ha salutato i ragazzi del Quarto Anno Rondine, liceali di tutta Italia che hanno l’opportunità di trascorrere un anno di scuola nella Cittadella della Pace e formarsi come cittadini attivi per rigenerare con il loro impegno anche le comunità locali di tutta la penisola.

“All’arrivo ho vissuto una sensazione di calorosa accoglienza, a partire dalla natura con i colori di un tramonto eccezionali, riflessi nelle chiome degli alberi – continua il Vescovo –  mi hanno dato la sensazione di un abbraccio a cui si è aggiunto quello di Franco Vaccari e dei giovani che provengono da luoghi in conflitto fra loro e che qui sperimentano la fraternità. È stata una scoperta, come essere accompagnato a entrare in una famiglia, con sogni, fatiche e progetti. Molto bella è stata questa accoglienza che mi ha dato la percezione di come i sogni si possono realizzare”.

Ad accogliere Monsignor Andrea Migliavacca, anche i partecipanti alla seconda edizione del progetto Mediterraneo Frontiera di Pace che dopo un anno a Rondine torneranno nelle loro comunità per sviluppare progetti di impatto nei loro territori e rafforzare il network di giovani di tutti il Mediterraneo che lavorano per la coesione sociale.

“Ciò che si vede qui non è solo frutto di programmazione o strategia, ma intuizioni, che condividendole si realizzano e ci portano dentro un progetto”. Conclude il vescovo Migliavacca. “In questi primi momenti di conoscenza della diocesi sto vedendo da vicino le ricchezze di questa terra e di questa gente. I semi di spiritualità, vita e umanità che ci sono nella nostra Chiesa mi fa sentire pastore di una comunità non meritata e da custodire in tutta la sua ricchezza”.

“Una sorpresa e una gioia ricevere la visita del vescovo Andrea ma anche una spinta e un incoraggiamento ad andare avanti nel nostro impegno” ha affermato il presidente di Rondine, Franco Vaccari. “È stato bello vedere la cordialità e la sintonia emersa dall’incontro con i giovani che animano la Cittadella, un momento di conoscenza molto sincero e fraterno. E proprio nel segno della fraternità che Rondine offre a tutti quell’ispirazione cristiana di Camaldoli e La Verna che oggi abbiamo avuto modo di ripercorre insieme anche con il gruppo dei fondatori”.

L’intervista a S.E.R. Mons. Andrea Migliavacca

L’intervista realizzata dal Direttore di Telesandomenico Michele Francalanci a S.E.R. Mons. Andrea Migliavacca, nuovo Vescovo della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, nella Cappella delle Stimmate al Santuario di La Verna.

 

L’omelia del Vescovo Andrea in Cattedrale

Omelia Ingresso Arezzo-Cortona-Sansepolcro

Cattedrale di Arezzo – 27 novembre 2022

Iniziamo oggi, con la prima domenica di Avvento, il nuovo anno liturgico, l’itinerario spirituale e credente che ci invita a rinnovare la sequela del Signore, ad accogliere le novità del suo amore, del suo amarci.

Inizio oggi con voi, amata Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolco, il mio cammino di Pastore e a tutti voi chiedo il dono della accoglienza, il dono della vostra benedizione, la cordialità della vostra amicizia. A tutti dico già il mio grazie più intenso.

Mi sono avvicinato a tutti voi, alla Cattedrale oggi incontrando alcune realtà aretine particolarmente significative, segnate dall’esperienza della fragilità e per questo luoghi di vangelo. E poi l’incontro con i giovani… Sono loro che hanno guidato i miei passi verso il centro della nostra Chiesa; che bello scoprire una Chiesa che è guidata dai giovani. Questi passi mi hanno accompagnato all’incontro con tutte le autorità e le realtà istituzionali ed ora tutti voi nella Cattedrale.

Rivolgendo il mio saluto a tutti, quasi con il desiderio che vi sentiate chiamati per nome, vorrei in particolare salutare il vescovo Riccardo che tanta dedizione, sapienza pastorale e preghiera ha profuso nella diocesi. Lo sento fratello e amico e gli possiamo dire che con noi rimane in famiglia.

Il mio saluto, con gratitudine, ai signori cardinali presenti, tra cui il nostro Metropolita card. Betori, il card. Gualtieri Bassetti che ben conoscete come vostro pastore e il card. Simoni e a tutti i fratelli vescovi (i vescovi toscani dalle loro sedi, alcuni vescovi emeriti e poi il vescovo di Pavia, quello di Lodi, il vescovo eletto di Vicenza e l’arcivescovo di Gorizia).

Insieme a tutto il popolo di Dio, un particolare saluto, ed è la prima volta che lo posso rivolgere nel suo insieme, va a tutto il presbiterio, i sacerdoti, i religiosi. Il vescovo con i suoi preti ha un rapporto di particolare intensità e comunione. Chiedo la vostra preghiera e insieme a tutti voi dico che le porte di casa sono aperte.

E poi il saluto alle religiose, ai diaconi permanenti, a tutti coloro che svolgono un ministero nella Chiesa, alle famiglie, ai giovani, agli anziani e agli ammalati.

Il saluto alle Istituzioni presenti, dal Presidente della Regione Eugenio Giani, fino al Prefetto e a tutti i sindaci, come anche le autorità militari e le diverse associazioni.

Un caro saluto agli amici giunti da Pavia, la mia diocesi di origine dove risiedono le mie radici di uomo, cristiano e credente e le tante presenze dalla amata diocesi di San Miniato con la quale avrò la gioia di condividere ancora un po’ del suo cammino di Chiesa. Tanti altri sono da salutare da diversi luoghi… anche da Roma, fedeli amici scout.

Infine uno sguardo particolare lo rivolgo ai miei famigliari, qui presenti, a cui va il grazie per la costante vicinanza e attenzione.

Ci guidano le letture che state proclamate, perché come già ho scritto nel mio primo saluto alla diocesi ci guida la stella polare della Parola di Dio.

Le tre pagine bibliche ci parlano anzitutto di attesa. E appunto l’avvento è esperienza di attesa.

Ce ne fa cenno la prima lettura, del profeta Isaia… richiamando uno scenario che è collocato “alla fine dei giorni”, dunque in un tempo che è da attendere.

Ancor più esplicita la pagina evangelica che esorta a vegliare, dunque ad attendere con fiducia, con lo spirito della speranza: “anche voi tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”.

E sembra alludere al compiersi di questa attesa, al giungere finalmente dei tempi messianici la pagina di Paolo che parla di un adesso, dell’accadere di quanto era atteso: “è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la vostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti”.

E’ chiaro il riferimento dunque alla attesa, a vivere la vita nello stile, nello spirito di chi attende, di chi è aperto ad una buona notizia, di chi, non solo spera, ma sa, è convinto che una buona notizia ci potrà raggiungere.

E’ con questo spirito di attesa che possiamo leggere anche l’inizio del mio ministero in mezzo a voi.

C’è l’attesa dell’avvento che non è solo attesa del natale, ma riguarda il venire di Gesù, la sua seconda venuta e quindi un incontro che è per noi; ed è l’incontro con il Risorto.

E per noi? Per me? L’attesa ci riguarda.

La chiesa aretina ha vissuto l’attesa del nuovo vescovo e insieme vi sono certamente attese riguardo al nuovo vescovo: cosa dirà, cosa farà, come si muoverà…

Ci sono poi le attese della nostra vita, le domande del cuore, le aspettative perché la vita sia vera e sia buona con noi. E poi attese verso chi ci è caro, verso colleghi e amici…

Ci sono le attese della diocesi come comunità, con il desiderio di camminare… Una attesa che certo si dovrà muovere in quel solco tracciato dal Sinodo che avete celebrato.

Amico, amica… cos’è per te l’attesa? Quale apertura e aspettativa vera porti nel cuore ora? Che cosa attendi per la tua vita e per la nostra chiesa che accoglie oggi il suo nuovo pastore?

Di fronte a questo orizzonte il vangelo ci dice: “non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”. Non è una frase che vuole essere quasi una sfida, una prova, un dubbio, una incertezza, ma racchiude invece una notizia certa: viene il Signore.

E l’avvento ci dice che l’attesa prepara una nascita, il Natale… cioè prepara vita nuova, vitalità, quindi vita donata.

Potremmo dire così: tante attese ci accompagnano nella vita e anche oggi, anche in questa celebrazione, anche nel mio cuore… E la Parola ci dice: viene il Signore, c’è vita per te…

 

Un secondo richiamo emerge dalla Parola proclamata.

Si parla di un incontro promesso, accompagnato come si diceva dalla attesa, che è portatore di vita.

Isaia raffigurando la scena sul monte del tempio del Signore, consegnandoci l’invito a salire sul monte del Signore per camminare per i suoi sentieri, annuncia una straordinaria novità di vita…, inedita: le spade saranno spezzate, non vi sarà più nazione contro nazione, neanche si imparerà più l’arte della guerra (quanto è attuale questo)… E potremmo aggiungere, secondo le profezie bibliche: un mondo dove non ci saranno più i poveri, le ingiustizie, dove il lavoro rispetta la dignità di tutti e dove il creato sarà custodito e vissuto come dono… Ma sembra impossibile. Ma dove davvero vi può essere un mondo così? Lo sappiamo costruire noi uomini e donne? Sembra proprio di no.

Allora un mondo così rinnovato, diremmo impossibile, può essere solo se dono, solo se dato in dono da Dio, solo se costruito da Lui. Sono i cieli nuovi e terra nuova promessi…

L’incontro con Dio è portatore di vita, sempre, fa scoprire la vita, apre il cuore alla vita, come dono, e così è vita nuova. Solo se è vita donata può essere una vita così come viene descritta dal profeta.

Cercare Dio significa dunque cercare la vita vera, la vita donata da Lui.

L’incontro come dono di vita di Dio, di vita nuova ricorre anche nelle altre due letture.

Paolo racconta l’incontro con il Signore che viene come dono di salvezza, potremmo dire pienezza di vita.

E il vangelo invita a vigilare perché se ti accorgi che viene il Signore, per te…, allora vivi.

Si tratta di accogliere il Signore e quindi la vita… Si tratta di cercare la vita.

 

Vorrei vivere così da vescovo in mezzo a voi…: cercando la vita…, nell’incontro con il Signore e con tante storie di vita, le vostre.

Lo stile è racchiuso un poco anche nel motto del mio stemma episcopale: “Maestro dove abiti?” e poi la stella cometa che guida una ricerca… E’ un invito a cercare, a metterci in cammino. Cercare la vita.

Desidero cercare, vedere, incontrare la vita, promuoverla lì dove si trova o dove va fatta rinascere, lì dove c’è anche una pur flebile esperienza di vita ed ogni sua espressione, nei luoghi ove è segnata da fragilità eppure e carica di pienezza.

Cercare la vita… anche nelle povertà, nelle fragilità, nel peccato, nelle diversità… Vedere la vita che nasce, vedere la vita possibile, gustare la vita, accogliere, ascoltare, condividere.

Così leggo per me oggi l’invito a vegliare: cerca la vita…, cogli ogni seme di vita… e indicala ai tuoi fratelli e sorelle, a voi, cari amici.

L’avvento potrebbe diventare tempo intenso in cui chiedere al Signore che egli non aggiunga soprattutto giorni alla nostra vita, ma vita ai nostri giorni.

L’invito a cercare la vita, ad attendere il Signore che viene, a riconoscere la sua presenza lo viviamo ora nell’Eucaristia.

Bene commenta San Francesco, nella Ammonizione prima, il santo particolarmente caro e vicino alla Chiesa aretina…, una terra ricca di santi, tra cui annoverare anche San Romualdo, santa Margherita da Cortona e San Donato patrono della diocesi.

Così San Francesco: “O figli degli uomini, sino a quando avrete un cuore duro? Perché non conoscete la verità e non credete nel Figlio di Dio? Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalle sedi regali scese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in umili apparenze; ogni giorno discende dal seno del padre sull’altare nelle mani del sacerdote….  E noi, vedendo con gli occhi del corpo il pane e il vino, dobbiamo vedere e credere fermamente che sono il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero. In tal mondo il Signore è sempre con i suoi fedeli, così come egli dice: ‘Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo’”.

Cercare la vita, gustare la vita ci accompagna ad incontrare Lui che si dona sull’altare per noi.

 

Vorrei concludere con una immagine evocativa, forse simpatica, che possa in qualche modo interpretare il mio partire dalla Lombardia, approdare nella suggestiva terra di San Miniato, ed ora avviare passi nuovi nella bella terra della diocesi di Arezzo.

Il riferimento è ad un film dei fratelli Taviani, originari di San Miniato. Il film mostra la scena di un bimbo in auto… e, guardando dal finestrino, chiede: “Cos’è quella luce là in fondo?”. “La Toscana”, gli viene risposto.

Cari amici, mi immagino su quell’auto. Anche io posso dire come quel bimbo: Cos’è quella luce là in fondo? E sento l’eco della risposta che mi dice… E’ la Toscana, dove sono vescovo, e per me anche San Miniato che è stato luce che mi ha accolto e ora… Arezzo.

Cos’è quella luce là in fondo? La voce mi dice chiara…, ora…: Arezzo.

Vegli su di noi Maria, Madonna del Conforto, a cui affido il cammino di tutta la diocesi e anche il mio fare strada con tutti voi.

Video

L’ingresso in Diocesi

2022-2023

Lectio Biblica del Vescovo Andrea sul Libro di Giosuè

Gli incontri saranno trasmessi in diretta sulla pagina Facebook del Vescovo e sul sito diocesano, dove saranno anche rese disponibili tutte le repliche.

Mercoledì 14 dicembre 2022, ore 19.00

Mercoledì 11 gennaio 2023, ore 19.00

Mercoledì 15 febbraio 2023, ore 19.00

Mercoledì 15 marzo 2023, ore 19.00

 

Mercoledì 19 aprile 2023, ore 19
Mercoledì 10 maggio 2023, ore 19