Documento di sintesi della Diocesi – Fase Narrativa (Biennio 2021-2023) – Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Diocesi di
Documento di sintesi della Diocesi – Fase Narrativa (Biennio 2021-2023) – Arezzo-Cortona-Sansepolcro
È stato inaugurato oggi il restauro della chiesa di San Lorenzo situata nel centro storico di Arezzo. L’inaugurazione ha visto i saluti del vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Andrea Migliavacca, Nello Mari, Governatore del distretto Rotary 2071, Donatella Grifo, Soprintendenza Apab Si-Gr-Ar, Alessandro Ghinelli, Sindaco di Arezzo, Maddalena De Luca, Prefetto di Arezzo ed Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana. Ai saluti sono seguiti poi gli interventi di Ada Salvi, della Soprintendenza Apab Si-Gr-Ar, Serena Nocentini dell’Ufficio per i beni culturali della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Sandro Ceccolini, restauratore, Alberto Papini, presidente del Rotary Club Arezzo e don Alvaro Bardelli, parroco della Cattedrale e della chiesa di San Lorenzo.
I lavori di restauro della chiesa di San Lorenzo sono iniziati nel mese di ottobre 2022 e dopo aver interessato sia gli interni che gli esterni, si sono conclusi ad aprile 2023. Il lavoro certosino del restauratore Sandro Ceccolini e dei suoi collaboratori hanno permesso di recuperare stucchi, affreschi, intonaci, portone d’ingresso e facciate della chiesa. L’intervento, che permette di riaprire la chiesa al culto, garantisce nuova dignità agli spazi della chiesa e ha previsto tra le altre cose anche la realizzazione di una pavimentazione in vetro che permette di vedere il pozzo sottostante. Sono state inoltre effettuare nuove ricerche storiche che hanno portato al ricollocamento di alcune opere attualmente custodite nella vicina chiesa di Sant’Agnese. In quest’ottica va letto il restauro del dipinto su tela di Bernardino Santini raffigurante un Sant’Antonio abate, ad opera della restauratrice Ida Bigoni (sponsor Semar srl Arezzo).
Tutti i lavori sono stati seguiti passo passo dai funzionari della Soprintendenza, per la parte archeologica da Ada Salvi, per la parte architettonica da Donatella Grifo e per i beni mobili da Isacco Cecconi e Miriam Orlando.
Propedeutici all’intervento di restauro, sono stati i lavori finanziati dalla Soprintendenza di Siena-Arezzo-Grosseto che hanno riguardato la ricopertura e il ripristino del saggio archeologico che era stato effettuato dalla Soprintendenza archeologica nel 2008. In quell’anno fu infatti condotta una campagna di saggi, sotto la direzione della dottoressa Silvia Vilucchi, con lo scopo di esaminare puntualmente l’area relativa alla chiesa confinante con via San Lorenzo e Vicolo della Minerva dichiarata d’intesse archeologico con Decreto dell’8 giugno 2001 ai sensi del D. Lgs n.490 del 29/110/1999.
Gli sponsor che hanno reso possibile tale restauro sono stati la Fabbri Service, il Centro Chirurgico Toscano, Estra ed Elettromeccanica snc, oltre a tanti contributi di privati.
“In questa chiesa, tra le più antiche della nostra città, oggi – grazie a questo complesso lavoro di restauro – è nuovamente percepibile la bellezza degli stucchi, delle pareti affrescate e dei dipinti riscoperti e ritornati sui loro altari, oltre alla facciata finalmente restaurata – ha detto Serena Nocentini dell’Ufficio per i beni culturali della Diocesi -. E per noi tutti la bellezza non è solo un discorso, ma un fatto: e di questo ringrazio i nostri preziosi mecenati, in primis il Rotary Club Arezzo con il suo instancabile presidente Alberto Papini, la Soprintendenza di Siena-Grosseto-Arezzo che insieme al nostro parroco don Alvaro Bardelli e alla Diocesi hanno unito le forze affinché questo progetto si potesse realizzare e toccare con mano”.
“Come Rotary – ha aggiunto Alberto Papini, presidente del Rotary Club Arezzo – abbiamo contribuito alla realizzazione di questa opera dando seguito alla proposta di don Alvaro Bardelli. L’idea è nata poco prima della pandemia e oggi siamo particolarmente orgogliosi di essere riusciti a restituire alla città una delle sue più antiche chiese. Un’azione che rientra a pieno titolo nello spirito rotariano pronto a valorizzare le principali opere del territorio”.
L’antica chiesa di San Lorenzo sorgeva lungo il cardine massimo della città romana, fu costruita su resti di antiche abitazioni di epoca imperiale e fu dedicata al diacono romano san Lorenzo, il cui culto ebbe diffusione proprio in epoca paleocristiana. Il primo documento noto oggi sulla chiesa risale però all’anno 1025, anche se sotto il pavimento, scavando uno dei due pozzi ancora oggi presenti all’interno della chiesa, e adesso visibili grazie alla nuova pavimentazione in vetro, furono rivenuti, insieme a una parete con resti di stucchi, bronzetti votivi di epoca augustea. Tra di essi, spicca la famosa statua detta “Minerva di Arezzo” rivenuta nel 1541, una straordinaria figura in bronzo che ritrae Minerva, la dea della sapienza, delle arti e della guerra. Attribuita a un’officina italica attiva nei decenni iniziali del III secolo a. C., la statua fu verosimilmente collocata nella domus romana nel corso del I secolo d.C.
La chiesa di San Lorenzo fu completamente ricostruita nel corso del Duecento come oggi ci indicano la data di una delle due campane e i resti di alcuni ornamenti in cotto ancora visibili nell’abside esterna. L’altare laterale in pietra era sovrastato, fino agli anni ’60 del Novecento, dal celebre affresco dell’Annunciazione di Spinello Aretino, custodito oggi al Museo diocesano di Arezzo. L’edifico sacro era parrocchiale, ma già nel 1583 la cura delle anime era passata alla vicina chiesa di San Giustino. La chiesa era passata all’Arte dei mugnai e dei panettieri e vi facevano celebrare la Messa ogni mercoledì. Questa usanza dette origine a un’altra Compagnia laicale detta del Suffragio che pochi anni dopo si trasferì nella vicina chiesa di Sant’Agnese.
Nel 1705 fu realizzato un importante restauro che alterò completamente l’antica struttura e le proporzioni: fu distrutto l’antico porticato sulla facciata e allungata la navata. Soltanto la parte absidale mantenne le caratteristiche duecentesche, così come il piccolo campanile a vela con le due antiche campane. Il fianco sinistro, lungo il quale si dirama l’antico vicolo della Minerva ha mantenuto l’aspetto medievale.
Nel Novecento fu completamente rifatta la facciata su progetto dell’architetto Giuseppe Castellucci in falso stile rinascimentale.
Domenica 18 giugno alle 17.30 incontro pubblico in Seminario ad Arezzo
per riflettere sulla grande umanità dell’ambasciatore ucciso in Congo nel 2021
La comunità diaconale diocesana in collaborazione con il Centro pastorale diocesano per le missioni, il Centro pastorale diocesano per le migrazioni e il Centro pastorale diocesano per l’evangelizzazione e la catechesi promuovono una tavola rotonda intitolata «Il sogno che sopravvive è viatico di eternità. Luca Attanasio, una vita di soave odore». Domenica 18 giugno alle 17.30 presso il Seminario vescovile di Arezzo in piazza di Murello n. 2 si confrontano su questo tema Chiara Castellani, medico e cooperante in Congo e Matteo Giusti, giornalista esperto di geopolitica. La cittadinanza è invitata a partecipare.
Missionaria laica nella Repubblica Democratica del Congo, medica e ginecologa, Chiara è una donna minuta, un piccolo, meraviglioso concentrato di energia, coraggio e speranza che diventa contagiosa. Ascoltare le sue testimonianze fa bene all’anima, alimenta energie buone. «Bisogna fidarsi dei propri sogni»: questo uno dei suoi grandi insegnamenti. Chirurgo di guerra in Nicaragua, poi medico in Africa, trent’anni fa Chiara perse un braccio in un incidente, ma decise di restare in Congo perché «Potevo accettare di vivere con un braccio amputato, ma non avrei saputo vivere se mi fosse stato amputato il mio sogno». Chiara Castellani era diventata amica dell’ambasciatore Luca Attanasio, lo vedeva una volta all’anno. Poi nel 2019 Attanasio aveva fatto
visita nel Bandundu, la regione poverissima a vocazione agricola senza interessi strategici, dove Chiara operava. Era la prima volta che in 30 anni vi ci si recava un ambasciatore. Attanasio, che non voleva essere chiamato Sua Eccellenza, si recò nella Diocesi di Kenge, con sua moglie Zakia Seddiki, per vedere in prima persona i progetti portati avanti in ambito sanitario e umanitario. Fu lì che si conobbero nel profondo.
Matteo Giusti è giornalista professionista, ha lavorato per diverse testate nazionali e locali, conducendo programmi radiofonici e televisivi. Collabora da anni con la rivista di geopolitica Limes occupandosi di Africa e in particolar modo della Repubblica Democratica del Congo. Collaboratore Rai e africanista per Il Manifesto e Radio Immagina. Con Castelvecchi editore ha pubblicato L’omicidio Attanasio. Morte di un ambasciatore (2021) e La loro Africa (2022).
𝐼𝑛𝑣𝑒𝑠𝑡𝑖𝑟𝑒 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑧𝑖𝑎 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑡𝑖𝑣𝑎 è 𝑖𝑛𝑣𝑒𝑠𝑡𝑖𝑟𝑒 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑐𝑒. 𝑆𝑎𝑙𝑢𝑡𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖, 𝑠𝑐𝑢𝑜𝑙𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖: 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑠𝑓𝑖𝑑𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑟𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑐𝑒.
L’evento, organizzato dal Comune di Badia Tedalda, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC e l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Arezzo, la Regione Toscana, il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze ed il Laboratorio sismico alta Valtiberina, ha il 𝒑𝒂𝒕𝒓𝒐𝒄𝒊𝒏𝒊𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑫𝒊𝒐𝒄𝒆𝒔𝒊.
Curia Vescovile, piazza Duomo – Arezzo (AR)
16 Giugno, ore 17:30
Un pomeriggio per ricordare David Sassoli attraverso le sue parole e le sue intuizioni. Venerdì 16 giugno, alle 17.30, la Sala di Giustizia del Palazzo vescovile è sede della presentazione del libro «La saggezza e l’audacia» dove sono stati raccolti i suoi 56 discorsi pronunciati durante la presidenza del Parlamento Europeo con l’obiettivo di mostrarne gli ideali, la saggezza e lo sguardo verso le trasformazioni epocali del continente tra diritti, pandemia, politiche migratorie, transizione ecologica, rispetto delle differenze e dialogo interculturale. L’evento è aperto alla libera partecipazione della cittadinanza ed è promosso dalle Acli di Arezzo tra le iniziative dell’Acli Life Festival realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze, con la partecipazione di Azione Cattolica Arezzo, CISL, Agesci e Circolo Verso l’Europa.
L’incontro, dal titolo «David Sassoli. Un cristiano al servizio della politica», viene introdotto dal vescovo Andrea e viene moderato dal vicepresidente della Federazione Internazionale delle Acli Matteo Bracciali, trovando poi il proprio cuore nelle parole del curatore del libro Claudio Sardo che ha raccolto i discorsi di David Sassoli con l’obiettivo di approfondirne il pensiero e le riflessioni su tante tematiche di stretta attualità. L’opera, arricchita dalla prefazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stata poi pubblicata nel primo anniversario della scomparsa del politico e giornalista fiorentino avvenuta nel gennaio 2022. I testi del libro, suddivisi in tre parti e riportati integralmente con brevi note introduttive, forniscono un’idea chiara di Italia e di Europa come due realtà aperte al futuro con la consapevolezza delle rispettive imperfezioni e con il dovere di porre il rispetto per l’essere umano al centro del loro impegno. Un contributo al dibattito arriverà anche dalla presenza di Nicola Censini, già collaboratore del Presidente Sassoli e del presidente nazionale delle Acli Emiliano Manfredonia, mentre le conclusioni saranno affidate all’onorevole Pietro Bartolo che è stato eletto nel 2019 nel Parlamento Europeo dopo quasi trent’anni di impegno come responsabile sanitario delle prime visite ai migranti sbarcati a Lampedusa. «Il pensiero di Sassoli è quanto mai attuale e costruttivo per il futuro dell’Italia e dell’Europa – commenta Bracciali. – La sua esperienza politica è stata contraddistinta da una continua spinta a ricercare la cooperazione, la coesione, il rispetto delle pluralità e la consapevolezza di un destino comune, con doti di rara umanità, di ascolto e di mitezza. La volontà è, dunque, di valorizzare e trasmettere questi pensieri nel corso di una serata che riunirà ad Arezzo tanti relatori di spessore nazionale e internazionale».
Venerdì 16 giugno 2023, ore 9.00, sarà presentato il restauro della chiesa di San Lorenzo in Arezzo, con gli interventi del Vescovo Andrea Migliavacca, Nello Mari, Governatore Distretto Rotary 2071, Donatella Grifo e Ada Salvi, per la Soprintendenza Apab Si-Gr-Ar, Alessandro Ghinelli, Sindaco di Arezzo, Maddalena De Luca, Prefetto di Arezzo, Eugenio Giani, Presidente della Regione, Serena Nocentini, Direttrice dell’Ufficio Diocesano per Beni Culturali e l’Arte Sacra, Sandro Ceccolini, restauratore, Albero Papini, Presidente Rotary Club Arezzo e don Alvaro Bardelli, parroco della Cattedrale e della chiesa di San Lorenzo.
Giovedì 1 giugno ore 21:00. Fiaccolata dalla Propositura di Bibbiena a Santa Maria del Sasso. Preghiera in preparazione all’assemblea generale ordinaria del sinodo dei vescovi per porre sotto la speciale protezione di Maria tutto il cammino sinodale della Diocesi e in particolare i lavori dell’assemblea generale dei vescovi.
Sabato 27 maggio 2023
Solennità di Pentecoste, celebrazione eucaristica nella veglia.
Omelia del vescovo Andrea Migliavacca.
La solennità del canto, degli strumenti musicali, della preghiera e dell’essere radunati come popolo di Dio ci mostra e ci raccoglie nell’invocazione al dono dello Spirito Santo.
Stiamo vivendo questa grande veglia di Pentecoste che per noi, qui, ma anche per tutta la comunità diocesana e in tutta la Chiesa diventa grande preghiera perché il Signore doni il suo Spirito, che è Spirito di vita.
Lo invochiamo per tutta la nostra comunità e, in particolare, per i cresimandi e le cresimande che sono nella nostra cattedrale e che, questa sera, riceveranno la cresima: a loro il mio cordiale saluto, il mio augurio e la preghiera che li accompagna; e, con loro, saluto anche i padrini, le madrine, la comunità che li accompagna, i familiari, i sacerdoti e tutti quelli che con voi, cresimandi, in questa notte di grande ricchezza, fanno festa.
Pentecoste: grande invocazione del dono dello Spirito. Ma che cosa è lo Spirito di Dio e cosa viene a compiere lo Spirito di Dio nella vita della Chiesa, della comunità cristiana, del mondo e nella vita anche di chi lo riceve nel battesimo e nella cresima?
Le letture che abbiamo ascoltato ci parlano dello Spirito di Dio come di un grande inno alla vita.
In qualche modo, la Pentecoste – questo compiersi della Pasqua, cinquanta giorni dopo la resurrezione di Gesù, dopo l’annuncio della Pasqua – questo compiersi nel dono dello Spirito diventa anche il compiersi dell’opera di Dio nella creazione.
Il dono dello Spirito Santo è dono di creazione: dono che rinnova, rende viva, rende bella la creazione di Dio e la porta alla sua perfezione. La creazione di Dio, nel dono dello Spirito, raggiunge la bellezza del progetto di amore di Dio.
Allora, il dono dello Spirito Santo che noi invochiamo è un grande inno alla vita.
Lo abbiamo ascoltato nelle letture: è inno alla vita in quelle ossa inaridite che, grazie allo Spirito di Dio, ritrovano vita; lo Spirito Santo è inno alla vita nel cammino del popolo che torna dall’esilio – come ci ha raccontato Gioele – e ritrova la gioia di sperare, di guardare al futuro, di ricostruire la vita del popolo amato dal Signore; il dono dello Spirito è il grande inno alla vita nel segno di quella acqua che è sorgente di vita, che Gesù promette e dona per chi ha sete.
Ecco: il dono dello Spirito per noi è un grande inno alla vita; e quando noi accogliamo lo Spirito Santo, quando accogliamo questo dono divino, la nostra vita, la nostra esistenza diventa un grande inno alla vita.
Ma non ci avete mai pensato, cari amici e amiche, che la vostra vita, la vostra esistenza, quello che voi avete, con la bellezza e le fatiche che ci sono, è un grande inno alla vita? E lo Spirito Santo viene davvero, viene realmente, per aiutarci a scoprire e a vivere il nostro cammino come grande inno alla vita.
Vorrei brevemente ripercorrere alcune di queste letture, per cogliere qualche nota di questo inno alla vita, che è la nostra esistenza abitata dallo Spirito di Dio, dallo Spirito Santo.
La pagina del Vangelo, nella parola di Gesù, è pagina che invita ad accogliere la vita come dono, come gratuità: se qualcuno ha sete venga a me e beva chi crede in me.
Allora, il nostro cammino, la nostra esistenza, quella vostra di cresimandi, diventa un inno alla vita quando la vostra vita la vivete nella gratuità, nella scoperta che ogni giorno è dono; ogni giorno la vostra vita racconta l’amore che ricevete, la bellezza del dono della vita, e vi accompagna a vivere la vita nella gratuità, nel dono, a dissetare tutti coloro che sono nella sete e nel bisogno.
Nel dono dello Spirito, la nostra esistenza diventa inno alla vita perché ne gusta il dono, la ricchezza della gratuità, la bellezza di essere amati e riamare.
E nella lettera di Paolo ai romani abbiamo ascoltato come lo Spirito di Dio che viene a noi, nel nostro cuore, grida, prega; e lo Spirito – dice Paolo – intercede con gemiti inesprimibili, e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito. È lo Spirito di Dio che, accolto da noi, diventa preghiera. E quando la vita diventa preghiera, diventa inno, lode alla vita. E non solo perché siamo resi capaci di pregare, di recitare e condividere alcune preghiere: ma la vita che diventa preghiera è la vita che trova tutta la sua ricchezza, la sua profondità, la bellezza della vita dello Spirito, dello Spirito che abita in noi e che diventa preghiera: cioè, diventa incontro con Dio, comunione con l’amore. E, nello Spirito accolto, nello Spirito ricevuto che diventa preghiera, la nostra esistenza diventa il bell’inno alla vita che possiamo cantare.
Infine, la prima lettura che abbiamo ascoltato racconta la vicenda di Babele, dove quella gente pretendeva di costruire la città secondo i propri criteri, di testa propria; allora, la lingua viene confusa perché quel progetto, che è solo degli uomini, non si realizzi ma si possa realizzare, invece, una vera costruzione della città, nella diversità delle lingue, grazie al dono dello Spirito.
Lo Spirito di Dio fa delle nostre diversità l’unità, il cuore, la comunione, la comprensione, la bellezza dei legami.
Allora, lo Spirito che noi riceviamo, che voi cresimandi riceverete questa sera e che invochiamo per tutta la Chiesa, è spirito di fraternità, spirito che mette insieme le nostre lingue e ci regala di essere fratelli e sorelle, che ci fa costruttori di pace, di fraternità, di perdono, di intesa, di legami belli di amicizia, di unità.
Quando la vita diventa espressione ed esperienza di amicizia e di fraternità, la vita diventa l’inno più bello che possiamo cantare; e lo Spirito di Dio viene e ci regala la bellezza di quella lingua che ci fa fratelli tra di noi e che fa della Chiesa un segno di fraternità e di pace in tutto il mondo.
E la vita diventa un inno di lode, di letizia, di gioia.
Invochiamo, cari amici, per tutti noi, per i cresimandi, per la Chiesa, per il mondo intero che ha bisogno di pace lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio, perché renda la nostra esistenza l’inno alla vita più bello da cantare.