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Omelia della Messa di Natale

“E’ Natale. Avete fatto il presepio. In duomo abbiamo un presepio bellissimo e anche questo grande albero di natale, due segni importanti del natale cristiano.
Quest’anno si vive anche l’anniversario degli ottocento anni del primo presepio, quello che San Francesco fece a Greccio. E voi avete fatto il presepio?”

L’omelia della Messa di Natale presieduta dal Vescovo Andrea nella Cattedale, leggi qui

Video della nostra Tv diocesana

Omelia

Messa

25 dicembre 2024

Omelia del Vescovo nella Notte di Natale

“E’ Natale. E noi ci accorgiamo che è nato Gesù”.

Le parole deI Vescovo Andrea per la Celebrazione Eucaristica della notte di Natale in Cattedrale.

Leggi qui l’omelia

Guarda la registrazione della nostra televisione diocesana TsdTv

📽 Omelia e Messa

 

 

 

Sabato 11 otttobre 2025

Pellegrinaggio Diocesano a Roma

Le Diocesi della Toscana a Roma sulla Tomba di Pietro occasione per essere tutti insieme pellegrini di speranza.

Tutti i dettagli della giornata saranno presto pubblicati. E’ importante iscriversi presso la propria parrocchia.

Le Celebrazioni di Natale presiedute dal Vescovo Andrea

Dalla notte di Natale all’Epifania 2025 ecco le Celebrazioni presiedute dal Vescovo Andrea nella Cattedrale di Arezzo e nelle Concattedrali di Cortona e Sansepolcro.

Il 27 dicembre ricorre la Festività del nostro Patrono San Giovanni Apostolo ed Evangelista.

“Parlare con lo stesso linguaggio” – Incontro della pastorale familiare

Nella domenica della festa della famiglia, il prossimo 29 dicembre 2024, l’Ufficio di Pastorale Familiare della Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, organizza un incontro dedicato a tutte le coppie e a tutti i consacrati impegnati concretamente in progetti di accompagnamento spirituale della famiglia. Alle ore 16.00 all’oratorio di San Leo inizierà questa nuova avventura dove il “parlare lo stesso linguaggio” è fondamento per iniziare tutti insieme a definire una rete di relazioni che metta in stretto contatto parrocchie, associazioni e movimenti e quanto altro per il bene della famiglia cristiana. Uno dei frutti del pomeriggio sarà capire chi siamo, quanti siamo e dove siamo per rispondere allo Spirito Santo che chiama ognuno di noi ad essere segno per questa generazione. La sfida da cogliere è andare a rispondere alle domande della famiglia in ogni angolo della nostra vastissima diocesi. Pier Marco Trulli e Emma Ciccarelli, dello staff nazionale della pastorale familiare della CEI, sanno nostri ospiti e ci mostreranno gli strumenti per costruire una rete che possa operare nel nostro territorio. Don Alexander, Suor Filomena, Suor Jacqueline, Sara e Andrea ci aspettano con grande emozione.

 

Giornata della Sacra Famiglia

Domenica 29 Dicembre 2024

 “Parlare lo stesso linguaggio” 

 

Lettera dell’equipe ai tutti i parroci

Caro Parroco,

siamo la nuova equipe che è stata incaricata dal Vescovo Andrea di curare la Pastorale Familiare della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Siamo Andrea e Sara Cocci, Don Alexander Xavier, Suor Filomena e Suor Jacqueline. Fin dall’inizio del nostro incarico abbiamo pensato di programmare la giornata del 29 Dicembre che è dedicata alla Sacra Famiglia. Ti chiediamo in quanto parroco di aiutarci con il tuo contributo in questi due momenti che riguardano la comunità parrocchiale.

Il primo passo sarà proprio il tuo, poiché ti chiediamo celebrare la Messa della domenica mattina mettendo in evidenza le famiglie presenti proponendogli il rinnovo delle promesse matrimoniali e l’affidamento della propria famiglia a quella di Nazaret. Abbiamo pensato per questo di inviarvi la preghiera di Papa Francesco che dovrà essere stampata e distribuita alle coppie.

Il secondo passo invece è quello di individuare tra le famiglie che sono attive in parrocchia almeno due coppie da invitare all’evento che si terrà nel pomeriggio, dalle ore 16.00, presso l’Oratorio di San Leo ad Arezzo.

L’ incontro è dedicato a tutte le coppie e a tutti i consacrati impegnati concretamente in progetti di accompagnamento spirituale della famiglia. Questa nuova avventura dove il

“PARLARE LO STESSO LINGUAGGIO”

è fondamento per iniziare tutti insieme a definire una rete di relazioni che metta in stretto contatto parrocchie, associazioni e movimenti e quanto altro per il bene della famiglia cristiana. Uno dei frutti del pomeriggio sarà capire chi siamo, quanti siamo e dove siamo per rispondere allo Spirito Santo che chiama ognuno di noi ad essere segno per questa generazione. La sfida da cogliere è andare a rispondere alle domande della famiglia in ogni angolo della nostra vastissima diocesi.  Pier Marco Trulli e Emma Ciccarelli, dello staff nazionale della pastorale familiare della CEI, sanno nostri ospiti e ci mostreranno gli strumenti per costruire una rete che possa operare nel nostro territorio.

Sperando di poter stringere presto amicizia e collaborazione e di vederci domenica 29 dicembre.

Un caro saluto da tutti noi.

                                                                                                                                               L’Equipe della Pastorale Familiare

 


Sussidio di preghiera per le Chiese Giubilari

SUSSIDIO DI PREGHIERA 2025  è disponibile qui per voi, per accompagnarvi nell’Anno Santo.

Il Giubileo è un Anno di Grazia, liberazione, cammino, riconciliazione, perdono, rinascita, solidarietà, stupore, gioia, speranza…

Anticamente chiamato anno del jōbēl, «del capro», perché era la festività annunciata dal suono di un corno di capro, veniva dichiarato Anno Santo. In questo periodo, la legge mosaica prescriveva che la terra, di cui Dio era l’unico padrone, facesse ritorno all’antico proprietario e gli schiavi riavessero la libertà. Troviamo una prima idea nella Bibbia: doveva essere convocato ogni 50 anni, poiché era l’anno ‘in più’, da vivere ogni sette settimane di anni (cfr. Lev 25,8-13). Era proposto come l’occasione nella quale ristabilire il corretto rapporto nei confronti di Dio, tra le persone e con la creazione, e comportava la remissione dei debiti, la restituzione dei terreni alienati e il riposo della terra.

Papa Francesco l’8 dicembre 2024, nella Solennità dell’Immacolata Concezione ci ha ricordato che il vero Giubileo non è fuori, ma dentro: dentro di noi, dentro i cuori, dentro le relazioni familiari e sociali. È dentro che bisogna lavorare per preparare la strada al Signore che viene. Ed è una nuova occasione per fare una confessione, perché Dio perdona sempre…

Accogliamo la grazia dell’Anno Santo, che come sottolinea Papa Francesco è tempo di rinascita spirituale, di perdono e di liberazione sociale.

L’aspetto che caratterizza il Giubileo è il tema dell’indulgenza, che in fondo è il cuore della celebrazione fin dall’inizio. Quello che conta dunque è il perdono che il popolo vive facendo questo pellegrinaggio. Perdono e pellegrinaggio di fatto fanno l’esperienza del Giubileo e la rendono molto concreta. Infatti, l’indulgenza ha da sempre una ricaduta sul popolo attraverso il condono completo dei debiti, la liberazione degli schiavi, la terra che resta a riposo per un anno. Lo stesso pellegrinaggio è un atto concreto che richiede uno spostamento e un cammino – interiore, oltre che esteriore – per raggiungere un luogo. A questi due elementi, se ne aggiunge un terzo, forse il più plastico, il più materiale, che è il passaggio attraverso la Porta Santa.  Infine, c’è la concretezza dei sacramenti e la concretezza delle opere di misericordia, di carità, di pietà.


Papa Francesco, con la Bolla Spes non confundit, del 9 maggio 2024, ha indetto il Giubileo Ordinario per l’anno 2025 che inizierà con l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro in Vaticano il 24 dicembre 2024.

Solenne apertura dell’Anno Santo e le Chiese Giubilari nella nostra Diocesi

Sabato 28 dicembre 2024 alle ore 16.30 tutta la Chiesa diocesana è attesa nella Basilica di San Domenico per proseguire in processione verso la Cattedrale dove il Vescovo Andrea presiederà alle ore 17.00 la Celebrazione Eucaristica dando avvio in Diocesi all’Anno giubilare.

Domenica 29 dicembre 2024 nella Concattedrale di S. Giovanni Evangelista a Sansepolcro e nella Concattedrale di S. Maria Assunta a Cortona i rispettivi parroci presiederanno la S.Messa.

Con il decreto Vescovile di domenica 1 dicembre 2024 Mons. Andrea Migliavacca costituisce nella Diocesi di Arezzo – Cortona – Sansepolcro le seguenti Chiese giubilari:

  • la Cattedrale dei Santi Pietro e Donato di Arezzo
  • il Santuario di S. Maria delle Vertighe a Monte San Savino
  • il Santuario di Santa Margherita da Cortona
  • il Santuario di Santa Maria del Sasso a Bibbiena
  • l’Eremo di Montecasale a Sansepolcro
  • il Santuario della Verna a Chiusi della Verna
  • l’Eremo di Camaldoli a Poppi
  • la Chiesa parrocchiale di Castelnuovo Berardenga
  • la Cappella dell’Ospedale San Donato di Arezzo
  • la comunità di Rondine ad Arezzo

Decreto Vescovile di costituzione delle Chiese Giubilari

     Le Chiese Giubilari in Diocesi

 

  Solenne apertura dell’Anno Giubilare


“1914: Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale” 

 

Il 14 dicembre l’inaugurazione della mostra ad Arezzo Il giorno precedente un incontro sul Natale come occasione di riflessione sulla pace

Dal 14 al 22 dicembre, presso i locali adiacenti alla chiesa dei Santi Michele e Adriano, in Piazza San Michele 11 ad Arezzo, è ospitata la mostra “1914: Qualcosa di nuovo sul fronte occidentale”. L’esposizione, curata da Antonio Besana, è stata realizzata per il Meeting di Rimini ed è promossa in città dal Centro Culturale di Arezzo. Racconta, attraverso documenti, immagini e testimonianze, l’episodio straordinario della Tregua di Natale del 1914, uno dei momenti più toccanti della Prima Guerra Mondiale.

L’inaugurazione è prevista sabato 14 dicembre alle 11 presso i locali della chiesa di San Michele, alla presenza di mons. Andrea Migliavacca, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, del sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli e del dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale Lorenzo Pierazzi.

La mostra è stata inserita tra gli eventi di Arezzo Città del Natale ed è già stata prenotata da oltre 35 classi scolastiche, grazie alla collaborazione dell’Ufficio scolastico provinciale di Arezzo. Sarà arricchita dall’esposizione di cimeli originali della Prima Guerra Mondiale, messi a disposizione dall’associazione Save the Memory.

La mostra vuole essere un’occasione per riflettere partendo dal Natale sul valore universale della pace, unendo giovani e adulti in un percorso di riscoperta di storie di fraternità, anche nelle situazioni più difficili della storia umana.

Incontro di presentazione e inaugurazione

L’esposizione sarà preceduta venerdì 13 dicembre alle ore 17.30, da un incontro di presentazione intitolato “1914: Quando i nemici diventano amici”. L’evento si terrà nella chiesa di San Michele e vedrà la partecipazione di:

  • Antonio Besana, curatore della mostra, esperto di storia militare e giornalista pubblicista;
  • Giampaolo Silvestri, Segretario Generale di AVSI, una fondazione internazionale che realizza progetti di sviluppo e aiuto umanitario in oltre 40 paesi;
  • Moderatrice Grazia Sestini, insegnante.

 

La mostra: raccontare l’impossibile nella guerra

La mostra ripercorre gli eventi del Natale 1914, sul fronte occidentale nei pressi di Ypres (Belgio), durante una notte apparentemente come tutte le altre, accade l’impensabile. Nonostante il logoramento di una guerra di posizione ormai in corso da cinque mesi, i soldati, ispirati dalle melodie natalizie, decidono di interrompere i combattimenti. Una tregua spontanea si instaura: soldati di fronti opposti escono dalle trincee, si incontrano nella “terra di nessuno”, si scambiano auguri e doni, e celebrano insieme una funzione funebre per onorare i caduti. Questo momento unico, in cui per una notte la guerra fu sospesa dalla pace, non si è mai più ripetuto nella storia.

In occasione del 110° anniversario di questa storica Tregua di Natale, la mostra propone un viaggio tra testimonianze dei protagonisti e documentazioni fotografiche, frutto di un’attenta ricerca sui luoghi dell’evento.

Attraverso pannelli ricchi di immagini e testi, la mostra illustra non solo i dettagli di quella notte straordinaria, ma anche il contesto storico e umano che lo rese possibile:

  • Il contesto della Prima Guerra Mondiale: un conflitto devastante che coinvolse milioni di soldati, cambiando per sempre il volto dell’Europa.
  • La tregua e i suoi protagonisti: i soldati accumunati dalla stessa tragica esperienza di guerra, spesso costretti a combattere contro uomini che non consideravano veri nemici, trovarono nell’umanità condivisa la forza per fermarsi.
  • Le testimonianze: lettere e racconti dei protagonisti che mostrano come, anche nel buio della guerra, ci sia spazio per la luce della pace, partendo da un punto che li univa: il Natale.

 

Penso di aver assistito ad uno dei più straordinari spettacoli che chiunque abbia mai potuto vedere. Verso le 10 di stamattina stavo sbirciando sul parapetto quando ho visto un tedesco agitare le braccia e due di loro sono usciti dalle loro trincee e sono venuti verso i nostri. Stavamo per sparargli quando abbiamo visto che non avevano i fucili quindi uno dei nostri uomini è uscito per incontrarli e in circa due minuti il terreno tra le due linee di trincee era brulicante di uomini e ufficiali di entrambi i lati, che si stringevano le mani e si auguravano un felice Natale.” Alfred Dougan Chater, tenente inglese, da una lettera alla famiglia.

 

Informazioni pratiche

  • Date: 14-22 dicembre
  • Luogo: Locali adiacenti la chiesa di San Michele, Piazza San Michele 11, Arezzo
  • Orari di apertura:
    • Sabato 14 e domenica 15: 11:00-19:00
    • Da lunedì 16 a venerdì 20: 9:00-13:00 e 16:00-19:00
    • Sabato 21: 9:00-19:00
    • Domenica 22: 11:00-19:00
  • Ingresso libero

Vi invitiamo a visitare la mostra per riscoprire il valore della pace e dell’incontro, proprio nel periodo dell’Avvento. Per prenotazioni gruppi: prenotazione.mostra1914@gmail.com.

 

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Luca Primavera

Ufficio Stampa

L’augurio di Natale del vescovo Andrea

Il vescovo Andrea Migliavacca ha incontrato oggi la stampa per scambiarsi gli auguri in vista del Natale ed estendere il proprio augurio a tutta la cittadinanza. “Vorrei collegare il messaggio per il Natale 2024 alla mia Lettera Pastorale “Strada facendo… andate e incontrate” – ha detto mons. Migliavacca -.

Il Natale annuncia infatti una notizia sorprendente, quella che Dio per primo è venuto a incontrarci. Il mio auspicio è quello che ciascuno di noi possa scoprirlo nella propria vita. Un invito per tutti ad abitare oggi la sofferenza, la povertà, la malattia, la solitudine con gli occhi della speranza”.

Il Natale del 2024 è occasione anche per sottolineare gli 800 anni dal primo presepio realizzato a Greccio da san Francesco, “invito famiglie, comunità e parrocchie a fare il presepe, un modo per celebrare la venuta di Gesù in mezzo a noi. L’auspicio è che non sia soltanto bello, ma che possa aiutarci a mostrarci e comprendere che in questo presepe c’è posto per tutti, nessuno escluso, anche per te”.

Questo che ci apprestiamo a celebrare è purtroppo anche un Natale segnato dalla guerra. “Una guerra che non è lontana, ma che tocca anche la nostra vita e minaccia la fraternità universale. La guerra è infatti il contrario dell’essere fratelli tutti, non si può certo esserlo con le armi e il loro commercio” ha detto il presule, che poi ha aggiunto: “È importante anche utilizzare un linguaggio di pace che non alimenti i conflitti e il riarmo, ma che continui a ripetere che vogliamo la pace, che la vera vittoria è la pace. Quella del Natale è un’occasione per invocare e chiedere pace per tutti”.

Sarà purtroppo anche un Natale segnato dalla sofferenza di tante famiglie, provate dalla divisione, dalle difficoltà economiche e dei giovani. “La notizia che porta la venuta di Gesù – ha detto il vescovo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro – è che c’è Speranza. Il pensiero va quindi ai lavoratori, come quelli della Fimer che dopo anni di difficoltà hanno imboccato una strada positiva”, poi ha espresso “vicinanza a tutto il mondo del lavoro, imprenditori e lavoratori, segnati da situazioni di crisi”, inclusa quella del punto vendita della Pam del quartiere Tortaia ad Arezzo: “L’auspico è che venga fatto il possibile da tutti gli attori coinvolti affinché si arrivi a soluzioni congrue”. Infine, l’invito “a non abbassare mai la guardia sul fronte della sicurezza sul lavoro”.

In relazione al tema delle persone senza dimora e di coloro che dormono in strada il vescovo ha specificato che “l’accoglienza di uomini e donne in disagio abitativo e nuclei familiari viene fatto tutto l’anno nelle Case di accoglienza San Vincenzo e Santa Luisa e negli appartamenti solidali gestiti dalla Caritas diocesana per mezzo del suo braccio operativo, l’associazione Sichem. Quello che viene comunemente chiamato dormitorio, è in realtà un servizio molto più articolato che dura tutto l’anno e che cerca di rispondere a un bisogno che in inverno diventa emergenza. Siamo consapevoli di alcuni limiti di questo servizio e con il direttore della Caritas diocesana, don Fabrizio Vantini, già in estate, ci siamo dati da fare per immaginare qualche nuovo luogo per ospitare questo servizio, magari aumentando i posti disponibili, ma per ora non siamo riusciti a trovare spazi adeguati. Al momento siamo riusciti a trovare solo spazi utilizzabili dopo una profonda ristrutturazione”.

Infine il vescovo si è soffermato sull’imminente apertura del Giubileo. “Il tema di questo Giubileo è ‘Pellegrini di Speranza’. Il Papa ci invita affinché sia occasione per portare speranza e a riportare giustizia ed equilibrio nella vita, nella natura e nelle relazioni. Il Papa invita a metterci in pellegrinaggio e attraversare la Porta Santa a Roma”.

Come diocesi il Giubileo verrà vissuto l’11 ottobre 2025 con un pellegrinaggio insieme a tutte le diocesi della Toscana, è già possibile iniziare a manifestare il proprio interesse alla partecipazione con i propri parroci. Altro momento vissuto a livello diocesano è il Giubileo degli adolescenti il 25-27 aprile; poi il Giubileo delle famiglie dal 30 maggio al 1° giugno e infine il Giubileo dei giovani dal 27 luglio al 3 agosto. Questo non toglie che a livello personale o di gruppo non si possa vivere il Giubileo attraverso gli appuntamenti proposti per le singole categorie. Il Papa apre il Giubileo con la Porta Santa nella notte di Natale, in diocesi verrà fatto sabato 28 dicembre alle 16.30 nella basilica di San Domenico in Arezzo e, dopo una processione, alle 17 inizierà l’Eucarestia in Cattedrale (in diretta su Tsd nel canale 85 e in streaming all’indirizzo www.tsdtv.it/live). Il giorno seguente ci saranno liturgie specifiche presiedute dai rispettivi parroci nella Concattedrale di Cortona (Ore 11) e nella Concattedrale di Sansepolcro (ore 18). Non sono previste Porte Sante nelle diocesi, ma ci saranno chiese giubilari, intese come luogo di incontro con la Misericordia di Dio e ottenere l’indulgenza. Nella diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro si è cercato di valorizzare alcuni tra i principali santuari del territorio e le varie zone della diocesi. Le chiese sono: Camaldoli, La Verna, eremo di Montecasale insieme alla Concattedrale di Sansepolcro, Castelnuovo Berardenga, Vertighe, santuario di Santa Margherita a Cortona e Cattedrale. A questi si aggiungono due luoghi segno, il primo è la chiesa di Rondine per richiamare l’impegno per la pace, specie nei giovani, il secondo è la chiesa dell’ospedale San Donato, luogo di presenza per chi ha bisogno della grazia e Misericordia di Dio, per i familiari dei degenti e gli operatori sanitari. Infine viene dato rilievo al carcere di Arezzo inteso come luogo di Misericordia di Dio. Sebbene non si tratti propriamente di una chiesa giubilare ospiterà una lectio divina del vescovo (19 marzo 2025, in diretta su Tsd) e forse un incontro in occasione del Corpus Domini.

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Luca Primavera

Ufficio Stampa

Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro

L’eredità monastica: lavoro e innovazione inaugurata la mostra “Il gusto del quotidiano”

presentazione mostrapresentazione mostraÈ stata inaugurata ad Arezzo la mostra intitolata “Il gusto del quotidiano. L’eredità monastica: lavoro e innovazione” che sarà visitabile gratuitamente fino al 9 febbraio nei locali del Loggiato di San Donato, lo spazio espositivo che collega il Palazzo vescovile di Arezzo con la Cattedrale. La mostra itinerante, composta da pannelli e video, era stata presentata per la prima volta al Meeting di Rimini del 2023. Promossa da Cdo Agroalimentare, è stata portata in città dalla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e dall’Istituto diocesano di sostentamento del clero, guidato dal presidente Mauro Conticini. Gode del patrocinio della comunità monastica di Camaldoli e il curatore della mostra è Michelangelo Menna .

L’esposizione è un viaggio che rilegge la crisi odierna a partire da un’altra grande crisi, quella conseguente alla caduta dell’Impero Romano, ruota attorno a una domanda: è possibile vivere il lavoro all’altezza dei propri desideri? Da cosa può ripartire la creatività e la positività dell’uomo nell’affrontare la realtà in un contesto di incertezza generalizzata?

Parte da qui il percorso espositivo che da san Benedetto arriva ai giorni nostri, un viaggio nella bellezza del lavoro e della vita. I monasteri benedettini sono stati infatti nei secoli architrave dell’Europa e fonte di innovazione, fondando una tradizione millenaria di equilibrio tra umanità, natura e fede. Una tradizione dove il lavoro è inteso come un’espressione di sé, ricerca di felicità e manifesta l’importanza di una tensione ideale dietro ogni attività. Cooperazione e armonia sono alla base del progresso e l’innovazione risulta radicata nella tradizione attraverso una relazione profonda con il territorio e l’ambiente. Crescono in questo humus storie di grande visione imprenditoriale, dalla sartoria alle confetture, passando per il Grana Padano, nato oltre mille anni fa dalla saggezza dei monaci per conservare il latte nei momenti di abbondanza. Provengono da qui grandi innovazioni in ambito sociale e politico, in quanto i monasteri benedettini fungevano da centri amministrativi e di controllo del territorio durante l’Impero Carolingio. I monasteri benedettini inoltre, elaborarono un modello di vita comunitaria basato sulla Regola di San Benedetto, che bilanciava preghiera e lavoro manuale. Questo approccio è sintetizzato nel motto “ora et labora”, che unisce la dimensione spirituale a quella materiale in un equilibrio che caratterizza la vita monastica ed è applicabile ancora oggi nella vita quotidiana contemporanea anche dei laici.

Da qui l’invito a riscopri il gusto del quotidiano nel lavoro e nella vita di ciascuno celebrando il valore di ogni giorno. Ancora oggi è possibile bilanciare lavoro e vita spirituale, coltivare una tensione ideale dietro ogni attività, cercare la propria vocazione per realizzarsi pienamente, promuovere la cooperazione e l’armonia nelle comunità e nei luoghi di lavoro, rispettare e valorizzare il territorio e l’ambiente.

Esiste inoltre una forte analogia tra i monasteri, che gestivano vasti patrimoni fondiari con criteri di corretta gestione economica e gli odierni Istituti diocesani di sostentamento del clero (Idsc), che hanno lo scopo di gestire il patrimonio ecclesiastico per sostenere la Chiesa nella sua globalità. Questo vale sia nella ricerca dell’autosufficienza economica, nel fecondo rapporto con il territorio e con le comunità locali, che nell’equilibrio tra innovazione e tradizione.

La mostra è visitabile ad ingresso libero:

  • il 20/21/22 dicembre dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 14.00 alle 17.00
  • Dal 30 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025 dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 14.00 alle 18.00
  • Dal 7 gennaio al 9 febbraio 2025 dal venerdì alla domenica dalle 10.00 alle 13.30 e dalle 14.00 alle 17.00

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Luca Primavera

Ufficio Stampa