La Diocesi celebra la memoria liturgica di sant’Agnese da Montepulciano

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Nel calendario proprio della nostra Diocesi è iscritta al 20 aprile la memoria liturgica di sant’Agnese da Montepulciano, vergine. In questo Anno della Vita consacrata è opportuno che la memoria liturgica di sant’ Agnese sia celebrata in tutte le parrocchie e le comunità religiose della Diocesi. Per aiutarci, in questo Anno dedicato alla Vita consacrata, l’Ufficio liturgico diocesano sta elaborando per il giorno della memoria liturgica di ognuno dei santi e beati della nostra diocesi dei sussidi per la celebrazione liturgica comunitaria e personale. A questo link è possibile scaricare un libretto con i testi liturgici e maggiori notizie agiografiche su sant’Agnese da Montepulciano. L’intento è quello di favorirne per tutti la conoscenza, il culto, l’imitazione delle virtù e l’invocazione del patrocinio presso Dio.

Fare memoria dei nostri Santi religiosi significa valorizzare la nostra tradizione per imparare ad evangelizzare l’oggi, resistendo alle “tentazioni del nostro presente”, che ci portano invece alla diffidenza verso il rinnovamento dell’azione pastorale, al pericolo della religione privata, ad accontentarci del minimo (cf RICCARDO FONTANA, lettera pastorale 2014 – 2015 Amici di Dio e del suo popolo, 3. 3). I nostri Santi religiosi sono un dono e un esempio che offriamo con gioia anche a tutti i consacrati che provengono da altri Paesi e culture.
La storia
Sant’Agnese da Montepulciano nacque, intorno al 1274, a Gracciano Vecchio (Montepulciano, fino al 1561 in Diocesi di Arezzo). Una straordinaria pietà la contraddistinse da sempre e all’età di circa 9 anni, su sua vivissima istanza, fu affidata alle monache dette “del Sacco”, poste sotto la giurisdizione del vescovo aretino Guglielmo Ubertini. 
Dopo appena cinque anni, fu inviata a Proceno (Viterbo) per erigervi un nuovo monastero, del quale con approvazione pontificia fu superiora ad appena 15 anni. La sua fama si diffuse ben presto tra il popolo per i prodigi e gli speciali carismi. 
Con l’autorizzazione del vescovo aretino Ildebrandino dei conti Guidi, i concittadini la richiamarono in patria per fondarvi il monastero di Santa Maria Novella, sotto la regola domenicana; la Santa ne divenne superiora il 23 settembre 1306 e tale rimase fino alla morte. Agnese, favorita da Dio mediante strepitosi doni soprannaturali, si mantenne sempre in una grande semplicità di vita, dominata da una intensa pieta verso Gesù Cristo e la Vergine Maria. Nacque al cielo il 20 aprile 1317. 
Il beato Raimondo da Capua (confessore e discepolo di santa Caterina da Siena, XXIII Maestro generale dei Predicatori) ne scrisse la Vita nel 1366, una fonte agiografica di grande importanza documentaria. Fu canonizzata da Benedetto XIII il 10 dicembre 1726; il corpo incorrotto e venerato nella omonima chiesa di Montepulciano.
Il culto 
Il beato Raimondo si augurava per iscritto che, quanto prima, anche Dio onorasse «la Santa nella Chiesa militante con gloria, onore e lodi, per averla esaltata, per bocca del suo Vicario e successore di Pietro, nella Chiesa trionfante, associandola al coro delle sante vergini» (Legenda, I, 2). 
Benché non fosse intervenuto alcun atto ufficiale di conferma del culto, già prima del 1366 non solo i fedeli la designavano comunemente con il titolo di “Santa”, ma anche la chiesa del suo monastero fu ben presto appellata con il titolo di “Sant’Agnese”, piuttosto che con quello originario di “Santa Maria Novella”. 
La memoria liturgica al 20 di aprile, fu celebrata a Montepulciano dal 1532 ed accettata nell’Ordine domenicano nel 1601. La sua tomba divenne una popolare meta di pellegrinaggio e fu visitata anche dall’imperatore Carlo IV. Finalmente, la canonizzazione fu celebrata da Benedetto XIII (anch’egli domenicano) il 10 dicembre 1726.