Category Archives: Notizie

Venerdì Santo, la Passione del Signore

Cimabue-crocifisso

 

Venerdì 29 marzo, Venerdì Santo, l’arcivescovo Riccardo Fontana presiede alle 9 l’Ufficio delle Letture e le Lodi. Alle 20.30 ci sarà la celebrazione della Passione del Signore, naturale continuazione dei riti del Giovedì Santo e che trova il suo vertice nell’annuncio della morte di Cristo in croce. La narrazione degli avvenimenti evangelici riprende esattamente dal punto in cui era stata interrotta il giorno precedente e prosegue fino al momento della sepoltura del Signore. A seguire ci sarà la Via Crucis con partenza dal Duomo, per proseguire in via Madonna Laura, scale mobili, uscita dalle mura e loro costeggiamento per rientrare da Porta san Biagio; conclusione ai piedi del crocifisso del Cimabue in San Domenico. In Cattedrale, dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 18 è sempre presente un confessore. Come è noto il Venerdì Santo viene effettuata la raccolta di offerte per sostenere i cristiani che vivono in Terra Santa. Questo gesto esprime la comunione con quanti vivono nella terra in cui ha vissuto il Figlio di Dio e in cui i cristiani vivono con crescenti difficoltà. Grazie alla colletta del 2012 sono state restaurate alcune chiese e luoghi usate per attività pastorali e realizzate alcune opere per i pellegrini. Sono poi state elargite 420 borse di studio per giovani universitari e molte altre opere.

 

 

 

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Omelia dell’Arcivescovo nella Messa Crismale

Messa-Crismale
Fratelli beneamati,
che con me condividete il sacro ministero
sorelle che siete una grande risorsa per la nostra comunità ecclesiale:
il Signore ci sostenga con la sua Grazia e ci dia pace!

1.L’ identità della nostra Chiesa

In queste settimane siamo stati coinvolti in eventi ecclesiali fortemente significativi. Papa Benedetto, ha rinunziato all’esercizio del Primato Petrino e Papa Francesco appena eletto, con il nome e i gesti, ha avviato il ministero in semplicità: i suoi gesti sono stati un segno provvidenziale: l’attenzione ritrovata dalle folle per il nuovo Vescovo di Roma, ne è prova eloquente. Tra i titoli della tradizione, Papa Francesco ha voluto usare quello di vescovo e si è rivolto innanzitutto alla Chiesa Romana, ricordando che attraverso la comunione con la Chiesa di Pietro e Paolo si è parte della Chiesa Universale. Anche da questa cattedrale, durante la Messa del Crisma, vogliamo esprimere la nostra unità col Papa e con la Chiesa romana.

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Il 15 maggio la diocesi incontra Papa Francesco

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La Diocesi incontra Papa Francesco. È dedicata al grande pellegrinaggio a Roma della Chiesa aretina-cortonesebiturgense, ad un anno dalla Visita di Benedetto XVI, l’apertura del nuovo numero de La Voce di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, il fascicolo diocesano di Toscana Oggi. La diocesi incontrerà il nuovo Papa  mercoledì 15 maggio. I pellegrini parteciperanno all’Udienza e poi si recheranno al Santuario della Madonna del Divino Amore, nella periferia romana; le iscrizioni si effettuano presso le parrocchie. Nella prima pagina di questo numero del settimanale diocesano anche l’intervista ad Aldo Manzetti, che domenica 7 aprile riceverà l’ordinazione diaconale. L’apertura del fascicolo regionale di Toscana Oggi è dedicata invece all’abbraccio tra Francesco e Benedetto. In prima, anche il ricordo di Monsignor Giovanni Nervo, “la fede cristiana pienamente vissuta nella dimensione di cittadini”.

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Lettera dell’Arcivescovo per la Messa Crismale

Messa_Crismale_2012
Carissimi, La Messa Crismale del Giovedì Santo è il momento più importante dell’anno, sacramentale manifestazione dell’unità, della comunione, dell’amicizia e della fraternità che ci sono proposte dalla Chiesa come ideale di vita.
In quella celebrazione Eucaristica i presbiteri rinnoveranno le promesse fatte all’ordinazione; i diaconi la collaborazione; i ministri istituiti rinnovano il loro impegno.
Con questi sentimenti, rivolgo l’invito a partecipare alla Messa Crismale ai ministri ordinati, ai catechisti, agli operatori delle Caritas parrocchiali, ai membri dei Centri Pastorali, ai laici che esercitano un ministero e a tutti i membri degli organismi di partecipazione delle varie comunità.

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Oltre 6 tonnellate di alimenti raccolti dalla Caritas per sostenere le famiglie in difficoltà

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Sabato 23 marzo oltre cento volontari della Caritas hanno raccolto fuori dall’Ipercoop e Coop di via Vittorio Veneto di Arezzo 6.220 chili di alimenti donati da coloro che facevano la spesa. Il materiale raccolto grazie alla generosità degli aretini verrà adesso utilizzato nei servizi delle 36 Caritas parrocchiali sparse in tutto il territorio della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, ma anche presso il Centro di Ascolto diocesano di via Fonte Veneziana, presso le mense e tutte le realtà con le quali la Caritas collabora quotidianamente. “Siamo molto contenti dell’esito di questa iniziativa nata dalla collaborazione con Unicoop Firenze – spiega monsignor Giuliano Francioli, direttore della Caritas diocesana -. Questa è la testimonianza di una Chiesa vicina ai poveri e a coloro che soffrono.

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Appuntamenti della Settimana Santa

Messa_Crismale_2012
La Domenica delle Palme ha aperto la Settimana Santa. Di seguito riportiamo il programma delle celebrazioni presiedute dall’arcivescovo Riccardo Fontana in Cattedrale durante il solenne Triduo pasquale, nel quale si fa memoria e si celebra il mistero della passione, morte e risurrezione del Signore Gesù, culmine e centro dell’anno liturgico.

Giovedì Santo, 28 marzo
Alle 10 l’Arcivescovo presiede la Messa Crismale (in diretta su Tsd nel canale 85 e in streaming all’indirizzo www.tsdtv.it/live) concelebrata con il clero diocesano, benedice gli oli santi del Crisma, dei Catecumeni e degli Infermi. L’olio è offerto quest’anno dalla Zona Pastorale del Senese. Alle 18, l’Arcivescovo presiede la Messa in Coena Domini e il rito della lavanda dei piedi, che commemora il primo atto della Passione del Signore, con l’istituzione dell’Eucaristia. La lavanda dei piedi sarà fatta simbolicamente da dodici laici impegnati in altrettante associazioni e aggregazioni di ispirazione cristiana del territorio. In Cattedrale fino a mezzanotte ci sarà un tempo di adorazione; dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 18 è sempre presente un confessore.

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Verso nuovi modelli di iniziazione cristiana

Locandina-corso

Il Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi  propone, come già è accaduto nelle altre Zone Pastorali della diocesi, un itinerario formativo per i catechisti della Zona di Arezzo. Si tratta di sette incontri dislocati in varie parrocchie per coinvolgere sia le comunità del centro storico che quelle più periferiche. Il primo incontro è previsto per giovedì 4 aprile alle 21 nella parrocchia di San Marco alla Sella. L’iniziativa concretizza quanto previsto nel Piano Pastorale 2012-2013 (pag. 6 e 7), e si pone come obiettivo quello di ripensare la catechesi che non sembra incidere particolarmente sulla vita dei ragazzi.

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Domenica delle Palme, conferimento dell’Accolitato ad Alessandro Bivignani

Bivignani_Alessandro
Il 24 marzo, Domenica delle Palme, l’Arcivescovo presiederà alle 10.30 in Cattedrale la Messa per la commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme. Nel pomeriggio sarà a Sansepolcro per la Stazione Quaresimale della VI domenica di Quaresima dedicata alla Zona Pastorale della Valtiberina.
In Cattedrale ci saranno Messe anche alle 7,8,9, e 12, mentre dopo la Messa delle 18 ci sarà l’inizio solenne delle “Quarantore”. Dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 18 sarà presente un confessore.
La Stazione Quaresimale, inizia alle 16.30 all’oratorio di Sant’Agostino dove sarà possibile confessarsi. Da lì prederà poi il via una processione fino al Duomo biturgense, dove alle 18 ci sarà una Messa presieduta dall’Arcivescovo. In occasione della Stazione Quaresimale a Sansepolcro sarà conferito il ministero dell’Accolitato al seminarista Alessandro Bivignani.

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Omelia dell’Arcivescovo all’Accolitato di Alessandro Bivignani

Accolitato-Bivignani
Miei cari fratelli presbiteri,
Figli e figlie della Chiesa:
il Signore ci dia pace mentre insieme avviamo la Settimana Santa!
Questa  assemblea ha appena celebrato la stazione quaresimale, ripetendo i gesti dei fanciulli ebrei all’ingresso di Gesù a Gerusalemme.
1.Due temi si intrecciano inseparabilmente in questa liturgia: la memoria dell’ingresso trionfale del Signore nella Città Santa e l’avvio della sua passione che ci salva tutti.
La storia della Chiesa è scandita da questi motivi che si contrappongono: la vicinanza alla gente e l’insanabile contrasto tra il Vangelo e la visione mondana della vita: “Redemptor orbis, immolatus, vicerit”, il Redentore del mondo, immolato, ha vinto[1].
È il cuore del Mistero Pasquale: la scelta di Dio di vincere la superbia del mondo attraverso la via dell’umiltà e del servizio. La scelta che ci viene proposta in apertura della Settimana Santa ci induce alla riflessione: questa generazione di cristiani vuole veramente avere Gesù come modello e la sua scelta di mansuetudine e di umiltà come scelta di vita?
Ha un fascino assoluto scegliere per Gesù: è una decisione profondamente umanizzante aver Lui come mio modello. Vale davvero la pena ritornare al Vangelo nella semplicità della vita e nella sapienza di “nulla anteporre all’amore di Cristo”[2].

2.Tutto il nostro Seminario è in mezzo a noi. Tra breve faremo Alessandro Accolito.
Credo interessante che il Seminario, che non è estraneo alle contraddizioni e alle difficoltà dell’età giovanile, si faccia stasera strumento evangelico per interpellare tutto il popolo di Dio.
Mettersi al servizio degli altri non è una questione teorica, astratta: i seminaristi sono nostri figli che cercano di vivere la compagnia degli Apostoli, in questo bellissimo momento di Chiesa, in cui il Papa, scegliendo il nome di Francesco, propone di ritornare al Vangelo con radicalità, ciascuno di noi mettendo in gioco la propria vita.
Il tempo del loro discernimento ci coinvolge tutti, perché ripropone a tutti la possibilità di scegliere; fa delle ragioni della fede la regione di vita: è davvero possibile seguire Gesù, con l’impegno di una vita? Vale la pena puntare sul servizio agli altri, come risposta al Vangelo? Questi figli provano a dire come molti di noi: “Il Signore è mia parte d’eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda”[3].
Riusciremo a ringraziare anche noi il Signore per la chiamata al suo servizio, che è ragione della gioia, anche quando costa fatica?
Nella logica del Vangelo, dove Dio non permette mai che prove della vita siano superiori alle nostre forze, assicurandoci la sua grazia, questa è l’occasione propizia per ragionare delle nostre difficoltà. La fatica è uno dei nomi della croce.
Chi sceglie di avere come modello Gesù, in qualunque condizione di vita, nel sacerdozio come nel matrimonio, mette in conto che non tutto sarà facile. Sarebbe perfino banale.
Dio che ci ha fatti figli nel Figlio, ha fiducia di noi: non sottovaluta il nostro senso di responsabilità, che manifesta fortemente la fede vissuta. Potendo liberamente scegliere, col suo aiuto e l’esempio del “primogenito fra molti fratelli”[4] sapremo anche noi fare scelte di servizio.
Il peso delle contraddizioni del mondo mette certamente a dura prova la nostra vita quotidiana e quella dei nostri ragazzi che si avviano al sacerdozio. Non è meno difficoltoso, tuttavia, per chi fa altre scelte di vita. L’egoismo diffuso e incrementato in questi anni dal materialismo pratico in cui l’Occidente si è trovato a vivere è responsabile della mancanza di generosità del nostro tempo e della caduta di molti ideali. La gente, lo abbiamo visto anche recentemente sulla scena politica, non sa fare di meglio che protestare. Tutti rivendicano. Si ragiona dei diritti propri; assai meno dei doveri che ciascuno ha in ordine al bene comune. La vocazione al sacerdozio è essenzialmente il contrario di questi stili di vita, ricordando il Paradiso e indicando a tutti nella via della carità la strada per raggiungerlo. Questi temi, cari alla Scrittura, sono presentati con efficace sintesi da San Paolo, che ci ricorda che la vocazione cristiana è la fatica di completare “quello che manca alla passione di Cristo”[5].

3.L’accoglienza del Signore nella città dell’uomo
Oggi la Chiesa, ricordando l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, ci parla “per ritus et preces”. Ci rammenta le condizioni necessarie per accogliere il messaggio cristiano.
Il corteggio dei rami d’ulivo, segno della pace in tutte le civiltà mediterranee, è la condizione necessaria per far riscoprire la bellezza di accogliere Dio in mezzo a noi. La cultura della pace è ad un tempo il desiderio profondo dell’uomo di incontrare Gesù, ma anche l’effetto della sua venuta nella nostra casa. La cultura della polemica e della contrapposizione violenta non ci appartiene. Le differenze sono sempre dono dello Spirito, le divisioni opera del Maligno. Nella ricerca della pace c’è già una superiore ispirazione divina. Con la pace nulla è perduto. Nel conflitto anche i migliori si perdono. L’incontro con il Signore ci assicura la pace interiore, secondo l’insegnamento di Sant’Agostino: “Tardi t’amai, bellezza così antica e così nuova, tardi t’amai !Ed ecco, tu eri dentro di me ed io ti cercavo fuori di me e mi gettavo, brutto com’ero, sulle cose belle della tua creazione. Tu eri con me, ma io con ero con Te. Le tue creature mi tenevano lontano da Te… Tu mi hai chiamato e gridato e hai vinto la mia sordità; Tu hai brillato e balenato e hai dissipato la mia cecità; Tu hai sparso il tuo profumo, io l’ho respirato e ora anelo a Te. Ti ho gustato e ora ho fame di Te. Mi hai toccato e ardo dal desiderio della tua pace” [6].
Le palme nel deserto, significano la nostra volontà di uscire dall’aridità del presente e trovare l’oasi dove rinfrancarci. Questo è il senso dell’accoglienza di Gesù, le palme in mano. Perché il Signore al suo passaggio ci risani è necessario che l’animo si distenda in umiltà; solo allora Dio potrà aiutarci a ricostruire.
È il tema della “crux foliata” dell’antica tradizione patristica. L’albero della croce è vivo. Porta frutti di melograno: nessuno sa prima d’aprirlo quanti grani ha un melograno, il frutto dalla corteccia amarissima, e dai frutti dolcissimi, che dissetano dalle fatiche della storia.
Le difficoltà del tempo presente non sono né maggiori, né minori di quelle del passato. Gli amici del Signore crocifisso non temono di doversi anche loro far carico della croce ogni giorno, secondo le proprie capacità e sempre con l’aiuto di Dio.
A quanti assumono un ministero la Liturgia della Chiesa ripete anche questa sera: “Amate di amore sincero il corpo mistico del Cristo, che è il popolo di Dio, soprattutto i poveri e gli infermi. Attuerete così il comandamento nuovo che Gesù diede agli Apostoli nell’ultima cena: amatevi l’un l’altro, come io ho amato voi”[7].
Il Signore ci faccia “istrumenti della sua pace”!

[1] Venazio Fortunato, Inno Pange lingua gloriosi proelium certaminis

[2] San Benedetto, Regula Monachorum, 4,21; 72,11

[3] Sal 15,5-6

[4] Rom. 8,29

[5] Col 1,24

[6] Sant’Agostino, Confessioni, 10,27

[7] Pontificale Romano, Esortazione all’istituzione degli Accoliti

Domenica delle Palme, omelia dell’Arcivescovo

Festa_della_Giovent
Miei giovani figli,
che convenite nella chiesa madre da tutte le comunità cristiane della diocesi:
il Signore che celebriamo nella sua passione ci conceda il dono dell’umiltà!

  

Venite saliamo insieme sul monte degli ulivi, incontro a Cristo che oggi ritorna da Betania, dove ha resuscitato il suo amico Lazzaro, e si avvia alla Passione per liberare dalla morte anche noi.
È disceso dal Cielo, per farci salire con sé al di sopra di ogni principato e potestà: ma la via che ha prescelto è quella della mansuetudine e dell’umiltà, con cui confondere i superbi e il Tentatore. Ci viene incontro il Signore sul dorso di un’asina, pago dell’omaggio dei poveri del suo popolo.
Corriamo anche noi con lui che si affretta alla Passione e imitiamo coloro che gli andarono incontro, stendendo al suo passaggio non i rami odorosi e festanti d’olivo, ma le nostre persone in umiltà e adorazione.
Accogliamo così in noi stessi il Verbo eterno di Dio che nessuna città della terra può contenere.
Egli sale sopra il crepuscolo del nostro orgoglio, entra nell’ombra delle nostre bassezze, si fa nostro amico per sollevarci in alto, verso quella dignità che il creatore ci aveva assegnato.
Stendiamo non i nostri mantelli, ma noi stessi, come trofeo della sua vittoria: noi che eravamo rossi di vergogna per i nostri peccati, siamo diventati per sua grazia come candida lana, in virtù della sua misericordia. Queste vittorie interiori sono trofei ben più apprezzabili che le palme della vittoria che appassiscono col tempo[1].
Avviamoci così a celebrare la Pasqua. Ancora quest’anno lo faremo in figura, seppure il sacramento è già più chiaro della Legge Antica, Nostro Signore ha già compiuto ciò che i profeti annunziarono e i Patriarchi sospirarono. Finché siamo nel tempo, in attesa di festeggiare il suo ritorno quando saranno manifestate le realtà che ora vediamo adombrate e di riflesso, ci è dato di rinnovare i gesti della Legge, per aver parte alla salvezza.
In modo nuovo ripetiamo i precetti antichi: nostra Pasqua non sono più i cibi del deserto, ma il Verbo di Dio che ci salva. Diveniamo così partecipi della Legge, non più in modo puramente materiale, ma secondo il Vangelo. Camminiamo non verso la Gerusalemme calpestata dagli eserciti e contesa tra i popoli, ma verso quella acclamata dagli Angeli.
Sacrifichiamo a Dio non con tori o giovenchi, ma con la lode del nostro spirito libero, entrando nel Santo dei Santi ogni giorno con le nostre persone e le nostre attività al cospetto di Dio.
Con la fatica della vita di ogni giorno, i dolori, le sofferenze, imitiamo la Passione del Redentore, la sua croce: allora uniti con Lui potremo anche noi dire dolce legno, dolce peso, dolci chiodi che ci tengono legati al prezzo del nostro riscatto e ci uniscono al Signore della gloria.
Se sei Simone di Cirene, aiuta Cristo: porta anche te un po’ la croce!
Se sei il ladrone pentito, diventa giusto per amore di Colui che pur di starti vicino ha accettato d’essere annoverato tra i malfattori!
Se sei Giuseppe d’Arimatea richiedi il corpo del Crocifisso e tieni come cosa preziosa l’espiazione dei peccati del mondo!
Se sei Nicodemo, il notturno adoratore di Dio, trova il coraggio non di ungerne il suo corpo morto, ma di onorare con il tuo omaggio il tuo culto di adorazione il Signore della vita!
Se sei una delle Marie, spargi le tue lacrime per l’innocente che ancora è dileggiato nelle nostre contrade, corri veloce al Sepolcro di Cristo per trovare in Lui aiuto, sii testimone della pietra rovesciata, fatti capace d’udire la voce degli Angeli e riconosci il tuo Signore quando ti passerà accanto nel volto dei più poveri del suo popolo[2]!

[1] Libera rilettura di Sant’Andrea di Creta, Discorso 9 sulle Palme

[2] Libera rilettura di S.Gregorio di Nazianza, Discorso 45,23-24