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Per una Cittadinanza Fraterna: Incontro tra le comunità di varie provenienze

 

La Provincia di Arezzo, oltre alla ricchezza delle sue tradizioni e storie, è diventata un vero mosaico per la presenza di diversi volti e vari popoli della terra sul suo territorio.

Il sogno di una pace globale comincia in questo angolo del mondo che Dio ci ha donato e che noi dobbiamo vivere come spazio e opportunità, non solo per stare vicini, ma anche per imparare a diventare fratelli.

Domenica 27 ottobre 2024 alle ore 11.00 presso la parrocchia di San Donato in Maccagnolo,sono invitati tutti a questa iniziativa per condividere un’esperienza di interculturalità tra vari popoli e loro tradizioni.

Programma della giornata

 Alle 11:00      Arrivo, collocazione di ogni Comunità nazionale/ regionale e esposizione di qualche oggetto caratteristico della propria cultura

Alle 11:30       Conoscenza tra i presenti

Alle 12:00       Riflessione sul tema della cittadinanza comune e Fraterna

Alle 12:30       Confronto

Alle 13:00      “Pranziamo insieme”

Ognuno porterà un piatto (piatti) caratteristico del proprio paese

Alle 14:30       Esecuzione degli inni nazionali delle Nazioni rappresentate

Alle 15:15       Musica e balli di varie culture;

Alle 16:30       Conclusione con la preghiera ecumenica e saluti.

 

                                                                                                               Don Sévère Boukaka e i Collaboratori del Centro Pastorale per le Migrazioni

 

 

 

La Visita pastorale arriva ad Arezzo

Arcivescovo-visita-pastorale

Ultima tappa per il lungo cammino che ha portato l’arcivescovo Riccardo Fontana in tutti i territori della diocesi. La visita pastorale fa tappa nelle parrocchie che fanno corona alla città di Arezzo. 

Particolarmente ricco il calendario d’incontri, che prevede appuntamenti in tutte le comunità parrocchiali della zona.

Questo il calendario:

domenica 15 ottobre, alle 11, Cresime a Santa Maria delle Grazie;

lunedì 16 ottobre, alle 21, incontro con i Ministri straordinari della comunione a San Marco;

martedì 17 ottobre, alle 21, incontro con gli operatori della carità, a Saione;

mercoledì 18 ottobre, alle 21, incontro con gli insegnanti di Religione nella parrocchia del Sacro cuore;

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Visita pastorale a Foiano, Marciano e Lucignano

La visita pastorale dell'arcivesccovo Riccardo Fontana fa tappa nel vicariato di Foiano, Marciano, Lucignano.

Domenica 21 maggio 

alle 18,30, a Foiano: Apertura Visita Pastorale - cena di lavoro con i sacerdoti

Martedì 30 maggio

alle 16, Carmine- Pace: visita ammalatialle 18, La pace: S. Messa + cenaalle 21, Collegiata Foiano: Assemblea (parrocchie di Foiano)

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Programma della Visita Pastorale nel Vicariato di Rigutino

DATA ORA INCONTRO
Sabato, 22 aprile 18:30 Rigutino: APERTURA VISITA PASTORALE
Domenica 23 aprile 18:30 Montagnano: messa + incontro comunità
Martedì, 25 aprile 18:00 Alberoro: messa nella Festa di S. Marco, Patrono
Mercoledì, 26 aprile 10:00 Policiano: Visita Istituto Suore di S. Elisabetta
Giovedì, 27 aprile 21:00 Rigutino: Consigli Pastorali Parrocchiali del Vicariato
Venerdì, 28 aprile 19:00 Frassineto: messa + incontro comunità + cena
21:15 Vitiano: incontro con la Comunità parrocchiale
Sabato, 29 aprile 18:30 S. Andrea: S. Messa + incontro comunità
Domenica, 30 aprile 18:30 S. Zeno: Messa + incontro comunità
1° Maggio 18:00 Pieve a Quarto: S. Messa + incontro comunità
Martedì, 2 maggio 16:00 Vitiano: visita Comunità S. Martino; casa ‘Ottavia’; chiesa Ottavo
18:00 Rigutino: Incontro famiglie del catechismo e della Scuola Materna
Mercoledì, 3 maggio 09:30 Olmo: Visita Scuole Elementari
Giovedì, 4 maggio 21:00 Olmo: Incontro Consigli Affari Economici parrocchiali del Vicariato
Venerdì, 5 maggio 21:00 S. Andrea: Incontro Catechisti del Vicariato
Domenica, 7 maggio 16:00 Vitiano: S. Messa
Mercoledì, 10 maggio 21:00 Rigutino: Incontro Caritas, Fratres del Vicariato
Venerdì, 12 maggio 21:00 Frassineto: incontro Giovani del Vicariato
Sabato, 13 maggio 18:30 Policiano: CHIUSURA VISITA PASTORALE + Cena
Domenica, 14 maggio 18:00 Olmo: Messa e Cresime (già in agenda)

Celebrazioni significative promosse dalla Diocesi in occasione dell’Anno Santo della Misericordia

Lunedì 31 agosto – mercoledì 2 agosto 2015
Convegno pastorale ecclesiale a La Verna: presentazione e approfondimento del documento di Papa Francesco sull’Anno Santo della Misericordia

Martedì 20 ottobre 2015
Inizio delle catechesi al popolo del prof. Dario Vitali sulle “opere di misericordia spirituali” in preparazione all’Anno Santo della Misericordia

Martedì 1 dicembre 2015
Incontro in Seminario con il clero sul tema “Verso il Giubileo della Misericordia” presentato da dom Ubaldo Cortoni

Domenica 13 dicembre 2015
Apertura solenne della Porta Santa della Cattedrale di Arezzo

Domenica 24 gennaio 2016
Apertura Porta Santa Chiesa S.Maria delle Grazie al Calcinaio

Martedì 2 febbraio 2016
Pellegrinaggio giubilare in Cattedrale dei consacrati e delle consacrate

Lunedì 8 febbraio 2016
Pellegrinaggio giubilare in Cattedrale dei bambini delle scuole

Quaresima 2016
Le parrocchie offrono a tutte le famiglie il Vangelo nell’occasione straordinaria dell’Anno Santo della Misericordia

Mercoledì 10 febbraio 2016
Prima stazione quaresimale in Cattedrale sul tema giubilare della misericordia. Le altre stazioni si sono svolte nelle chiese e santuari dove sono state aperte le Porte Sante

Venerdì 22 – lunedì 25 aprile 2016
Partecipazione dei ragazzi della diocesi al pellegrinaggio giubilare a Roma

Sabato 23 aprile 2016
Pellegrinaggio giubilare delle parrocchie d’Italia che hanno come patrono san Donato

Domenica 1 maggio 2016
Celebrazione del giubileo delle famiglie presieduta da mons. Vincenzo Paglia e inaugurazione della sede del Centro pastorale della famiglia nella basilica di San Francesco

Domenica 1 – domenica 8 maggio 2016
Settimana nazionale delle comunicazioni sul tema giubilare “Comunicazione e Misericordia”

Sabato 28 maggio 2016
Pellegrinaggio giubilare delle Misericordie, Fratres, pastorale sanitaria e Caritas al santuario di La Verna

Lunedì 18 luglio – domenica 31 agosto 2016
Pellegrinaggio dei giovani della diocesi alla Giornata mondiale della gioventù sul tema: “Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia”

Sabato 27 agosto 2016
Giostra straordinaria del Saracino per l’Anno Santo

Domenica 28 agosto 2016
Pellegrinaggio giubilare nella basilica di S.Francesco dei ministri straordinari della comunione

Sabato 22 ottobre 2016
Pellegrinaggio giubilare diocesano a Roma, incontro con Papa Francesco, Porta Santa e celebrazione eucaristica alla grotta di Lourdes nei giardini vaticani

Lunedì 31 ottobre 2016
Pellegrinaggio giubilare in Cattedrale dei ministranti

Domenica 6 novembre 2016
Pellegrinaggio giubilare delle associazioni, aggregazioni, gruppi e movimenti ecclesiali a San Francesco

Domenica 20 novembre 2016
Chiusura solenne in Cattedrale dell’Anno Santo della Misericordia

Omelia dell’Arcivescovo per la chiusura della Porta Santa della Misericordia e indizione del Sinodo diocesano

Omelia_Sinodo

Fratelli e sorelle nel Signore:
il momento che viviamo è Grazia.

1. Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno1
Il primo a capire che Gesù in croce ha vinto è il povero ladrone, con Lui crocifisso sul Calvario. Come i servi pastori di Betlemme furono i primi a credere alla voce degli Angeli, alla nascita del Signore nella grotta.
Abbiamo avviato la Liturgia con il racconto della festosa assemblea di Ebron, dove Davide fu acclamato re. Quell’evento lontano preannunziò la futura Resurrezione di Gesù, ma illumina anche la pagina finale della storia. Sì Gesù verrà riconosciuto Signore da tutti, perché con la sua morte ha vinto la morte per sé e per tutti noi umani, ha voluto che diventassimo suoi fratelli: il Padre lo ha resuscitato. Lo stesso avverrà anche a noi che con il credo professiamo la nostra fede: “credo nella resurrezione della carne e la vita eterna”2 Il crocifisso è l’uomo nuovo, il fortissimo Adamo del giudizio finale, sicuro fondamento della speranza di quanti si sono affidati a Lui, come il buon ladrone crocifisso sul Calvario, come tutti i poveri del mondo, provati dalla fragilità umana, dalla malattia non ancora vinta dalla scienza o dalla malvagità altrui.
Al termine di un anno laborioso, Papa Francesco ci ha ricordato che il tema dominante dell’esperienza di Gesù e dei suoi apostoli è la misericordia.
Si sono chiuse le porte delle cattedrali, tocca ora a ciascun cristiano aprire i cuori ad una provocazione che è quasi nuova, perché poco praticata: “beati i misericordiosi”3. Tocca a noi, d’ora in avanti, fare in modo che l’esperienza che abbiamo fatto in questi bellissimi mesi duri fino a che avremo raggiunto la Gerusalemme del Cielo.
L’ultimo dialogo di Gesù in croce è con il ladrone pentito: a lui assicura misericordia4. È come una consegna che il Signore dà a tutti noi – famuli Dei familiari di Dio – d’essere come Lui per sempre capaci di misericordia, quasi assumendola come una nuova nostra identità.
Misericordia nei confronti di un mondo provato dalla fragilità: viviamo un tempo dove perfino i valori sono diventati “liquidi”5. Gli amici di Gesù sono chiamati a passare il testimone della speranza agli uomini e alle donne del mondo, ma, soprattutto, alla generazione nuova, a chi, per legge di natura, vivrà dopo di noi. Riusciremo a trasmettere i nostri contenuti solo se saremo capaci di rendere credibile con tenerezza il Vangelo del Signore.
Ci rendiamo conto delle opere di misericordia, che sono quanto l’evangelista Matteo ha voluto proporre, gli occhi rivolti al giudizio finale, come risposta alla pagina delle Beatitudini: “ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”6. Tocca a noi dare seguito nel quotidiano a questo giudizio sul livello di umanesimo che vogliamo ci appartenga.
Una dimensione ulteriore della misericordia sta nell’invenzione, nella creatività, che è dono dello Spirito creatore, lo Spirito che Gesù ha donato ai suoi amici. Dobbiamo trovare i modi, i linguaggi, la volontà di compromettere noi stessi per diventare Vangelo vivente in modo credibile agli uomini di oggi. L’amore è il tesoro che Gesù ci ha lasciato in eredità, ma si gusta solo se si pratica.

2. “Cessino, ve ne prego, le parole, parlino le opere”7, così il grande Sant’Antonio affascinato dalla radicalità di San Francesco
Vogliamo raccogliere, dal testimone medievale, questa sfida; vogliamo recuperare nella novità di vita, cioè nella santità, la qualità cristiana d’essere umilmente alternativi alla cultura dominante, segnata da prepotenza, competizione, sopraffazione.
So bene che l’ideale di una fraternità da praticare nella vita quotidiana è molto alto. Questo impegno sarà perfezionato solo nella Gerusalemme del Cielo. Abbiamo cantato insieme il Salmo dell’ascesa, come i pellegrini della storia, attraverso i millenni, nella salita al colle di Gerusalemme di Giudea: «Quale gioia quando mi dissero: ”Andremo alla casa del Signore”…è là che salgono le tribù del Signore per lodare il nome del Signore…là sono posti i seggi del giudizio»8.
Questo mondo, come ha avuto un inizio, avrà una fine. Di tutto il creato solo l’uomo è un essere libero, responsabile delle sue scelte. Il giudizio non fa venire meno la misericordia di Dio, riafferma invece l’uso che ogni persona fa della propria vita. Chi non sa quanto sia difficile essere giusti? Noi cristiani non siamo migliori degli altri, proviamo a fare il possibile, confidando nella misericordia: “non gloriabor quia justus sum, sed gloriabor quia redemtus sum – non mi glorierò perché sono esente da peccati, ma mi glorierò perché i peccati mi sono stati rimessi”9 Il Signore non misura i risultati, ma le intenzioni profonde: scruta i cuori e salva tutti coloro che si impegnano a non prevaricare gli altri, a volere il dialogo con tutti come stile di vita e metodo da preferire sempre.
La “relazione” è il nome della Chiesa di Gesù, a immagine della Trinità beata: una Chiesa vera è come la rete del pescatore Pietro, fatta di un lungo canapo, che è segno della pazienza di Dio, e di molti intrecci, che sono segno dell’amore che ci lega. Il sistema di relazioni che forma la Chiesa è faticoso e, talvolta, doloroso: ma è la via scelta dal Signore.
I capi deridevano Gesù dicendo: “Ha salvato altri, salvi sé stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto”10. È la logica opposta a quella del Signore. Amore è esattamente il bene dell’altro, non il proprio interesse. Il cristiano nella sua coerenza al Vangelo rischia spesso d’essere deriso o non capito. Alla fine, tuttavia, l’imitazione di Cristo è la scelta della “parte migliore”, sull’esempio di Maria, la sorella di Lazzaro, che gli antichi vollero a far luce nelle invetriate della nostra cattedrale11.
Ritrovarci insieme a pregare è un momento di gioia intensa, appagante, confortante. È significativo che quest’oggi tornino nella Chiesa Madre le Comunità, il Presbiterio, i Religiosi e le Religiose e un grande numero di Laici. Sono qui a dire, insieme con me, la fede che ci accomuna: a riconoscerci peccatori, ma anche sicuri di essere già salvati dalla misericordia di Dio.
L’apostolo Paolo insegna che la croce è la vittoria di Cristo che assicura la salvezza, perché con il suo sacrificio è morta la morte: «Per mezzo del Battesimo siamo stati sepolti insieme a Lui nella morte affinché, come Cristo fu resuscitato dalla morte, per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova»12. Il maligno credeva di aver avuto la meglio: e si sbagliò. Dio è morto ma il Padre lo ha resuscitato, dopo tre giorni.
È il riposo di Dio, l’Hexameron di Ambrogio e dei Padri latini, che sanno di poter contare sulle novità di Dio che ci aspettano, l’ottavo giorno13. Dio crea l’uomo per manifestarsi Egli stesso misericordioso. La passione del Signore, il riposo di Cristo nella morte redentiva, rappresenta il senso della creazione, prefigurato dal riposo di Dio al termine dei sei giorni. Perfino il peccato, che è in ogni modo male, consente a Dio di rivelarsi come colui che perdona.
La vita è come una lunga strada, dalla quale si esce per andare alla festa. Occorre arrivare preparati, cioè avere la gioia nel cuore, la serenità delle opere. Ci vuole la pazienza del seminatore, che sa spargere il buon frumento tra le zolle, nella certezza che, a tempo opportuno, da un solo chicco di grano uscirà una spiga. Così avviene nel campo di Dio che attende con pazienza la messe copiosa, che è il sogno d’amore dello Spirito da cui tutti saremo raccolti: il miracolo sarà che ci riconosceremo fratelli e sorelle, nella pace.

3. Sinodo: andiamo insieme al Corso, per fare strada con la gente.
Al termine di questa celebrazione scenderemo per la via principale della città, senza supponenza, per camminare insieme con la gente. Troveremo il corso pieno di giovani, con le loro storie d’amore e le incertezze della loro età. Ci saranno anche i miei coetanei, ci saranno i vecchi, e forse i poveri e gli handicappati. La Chiesa vuole incontrare l’umanità, così come è, e proporre a tutti di andare avanti.
Il Sinodo è camminare insieme, fare un pezzo di strada per raggiungere una meta. Cammineremo fino al Canto de’Bacci, per poi fare una sosta significativa in San Francesco, nel luogo dove i primi discepoli del serafico Padre riaccesero lo zelo della Chiesa di S. Donato, convinti che la fede fosse viva sotto la cenere. Seppero farlo coinvolgendo tutti: i Camaldolesi di San Michele, i Cassinesi di Badia, i preti diocesani, il ricco laicato aretino e i poveri del territorio.
Andremo nella grande basilica dove ancora attendono la resurrezione il Beato Benedetto Sinigardi, primo Custode di Terra Santa, aretino come voi che mi ascoltate, e frate Ranieri e frate Giovanni d’Arezzo, i testimoni del Perdono di Assisi, la prima grande esperienza giubilare.
Andremo là ad annunciare il nostro desiderio di fare un Sinodo, dopo doverosa preparazione, per incontrare tutti, per ascoltare ciascuno, per valorizzare tutte le esperienze umane che incontreremo, per dire a tutti che, oltre alle storie di un’economia che ci ha condotto alla crisi, c’è anche per ogni uomo una dimensione soprannaturale e spirituale che appartiene a tutti e non si corrompe, non va in crisi.
Andremo in San Francesco invocando i Santi, nostri compagni di strada in questo percorso che vuole essere semplice e bello. Così Dio ci aiuti e Santa Maria, Madre del Conforto, ci apra la strada.

Indetto il Sinodo diocesano a conclusione dell’Anno Santo della Misericordia

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Alla presenza del vescovo emerito mons. Luciano Giovannetti, del clero diocesano, dei religiosi, delle religiose, dei diaconi e di tanti fedeli, oggi pomeriggio – nel corso di una S. Messa stazionale -, il vescovo Riccardo ha chiuso la Porta della Misericordia della Cattedrale, che papa Francesco, con un indulto particolare, ha concesso di mantenere aperta fino ad oggi permettendo un’unione simbolica tra la chiusura dell’Anno Giubilare e l’indizione del Sinodo diocesano, avvenuta al termine della Celebrazione eucaristica. Continue reading »


La Chiesa diocesana in festa. Domenica, chiusura della Porta Santa e indizione del Sinodo

Cattedrale

“Papa Francesco ci ha concesso un indulto particolare per la chiusura della Porta della Misericordia della nostra Cattedrale: tutte le diocesi del mondo hanno chiuso il Giubileo la scorsa domenica, noi lo faremo nella festa di Cristo Re, domenica 20 novembre, per unirci simbolicamente ad un momento storico per la nostra chiesa diocesana, ovvero l’indizione di un Sinodo”.
Con queste parole il vescovo Riccardo riassume nel segno della continuità il dono che il Giubileo della Misericordia ha assunto per la Diocesi: la scelta di fare un Sinodo, un concilio della chiesa aretina-cortonese-biturgense, il primo della sua storia trentennale. Continue reading »

La diocesi in pellegrinaggio a Roma per il Giubileo incontra Papa Francesco

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In occasione dell’Anno santo straordinario della Misericordia, la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro sarà in pellegrinaggio, domani 22 ottobre, a Roma, con oltre 1500 persone provenienti da tutte le zone pastorali in cui è suddivisa la Diocesi.

L’appuntamento per i partecipanti, rigorosamente organizzati in gruppi, è previsto in piazza san Pietro alle 7.30.

Dopo l’udienza generale con il Santo Padre alle 9.45, i pellegrini diocesani entreranno nella Basilica di san Pietro, attraverso la Porta santa, e da lì si sposteranno verso la Porta della Preghiera uscendo verso piazza santa Marta. La Gendarmeria vaticana li accompagnerà alla Grotta di Lourdes, nei Giardini vaticani, dove l’arcivescovo Riccardo Fontana concelebrerà la Santa Messa assieme a tutti sacerdoti diocesani, alle ore 12.