Oltre 400 persone provenienti da tutte le zone della diocesi hanno partecipato al convegno pastorale di La Verna, dedicato quest’anno al tema della formazione. Dal 12 al 14 settembre laici, parroci e religiosi hanno lasciato le loro case e le loro parrocchie, per salire sul Sacro Monte, fare silenzio interiore e confrontarsi, a partire dalla nuova lettera pastorale dell’Arcivescovo, sulle sfide che si trova di fronte la Chiesa diocesana.
Nel corso della tre giorni, inaugurata da una lectio divina di don Roberto Fornaciari osb, è stato presentato il Piano Pastorale 2010-2011, redatto in seguito alle indicazioni e suggerimenti emersi nel corso convegno pastorale diocesano di Badia a Ruoti svoltosi lo scorso giugno. Anche a La Verna, i lavori sono stati animati e moderati da due Suor Giancarla Barbon e padre Rinaldo Paganelli, che con la loro professionalità ed esperienza, ma anche con il loro buon umore, hanno tracciato alcuni percorsi possibili per “formare i formatori” (scarica la relazione) e mettere in pratica il nuovo Piano Pastorale. Scanditi dalla liturgia delle ore e dalla Messa quotidiana, i lavori hanno dato vita a un vivace confronto, hanno permesso di stringere nuove relazioni e condiviso il percorso da seguire nel prossimo anno pastorale.
L’arcivescovo Riccardo Fontana ha sottolineato più volte come sia necessario lavorare in sinergia per aiutare “tre parrocchie” che “hanno bisogno di particolare attenzione”. La prima di esse ha circa trentamila abitanti e si tratta della “parrocchia dei giovani”. L’oratorio di San Michele nasce proprio per dare loro delle risposte.
La seconda parrocchia che conta oltre 60mila persone è quella “di coloro che sono nati altrove” e che oggi vivono nel nostro territorio. Per questo è necessario dimenticarsi della parola “extracomunitario” che è “offensiva”, ricordarsi che buona parte di loro sono “cristiani come noi” e mettere in campo delle iniziative concrete di sostegno e coinvolgimento.
La terza parrocchia, che conta 300 abitanti circa, è quella dei preti. “Dobbiamo passare ai nostri giovani, la bellezza dell’essere prete”.