E’ tempo di buon notizie.
Il Natale, l’evento di Betlemme, il bimbo nato nella grotta, la stella che guida i Magi, il canto degli angeli che chiama i pastori al cospetto della natività… Tutto è annuncio sorprendente di buone notizie, di vita donata e che si dona, di stupore e meraviglia per la tenerezza del Dio con noi e la fede in un Dio che mantiene le sue promesse, il suo progetto buono.
Ecco, è tempo di buone notizie. E non si parla solo di duemila anni fa… Oggi è Natale, oggi, il nostro tempo, in questo mondo segnato da tanta sofferenza e ingiustizia, sconvolto dalla atrocità di una terza guerra mondiale che non risparmia neanche bambini innocenti, un tempo in cui c’è ancora gente che muore per strada per mancanza di cibo o per il freddo o dove addirittura qualcuno, come accade a chi rischia la vita per attraversare il Mediterraneo e scappare da povertà e guerre, neanche è riconosciuto come essere umano, in questo tempo siffatto… risuona e si diffonde la buona notizia del Natale, la buona notizia del Dio con noi e del suo amore.
Ed è Giubileo, Anno santo 2025.
Il papa lo ha iniziato con l’apertura della porta santa in San Pietro la notte di Natale e il 26 dicembre quella del carcere di Rebibbia. Saranno aperte anche le porte sante delle altre tre basiliche romane.
E’ Giubileo ed è tempo di buone notizie, è tempo della bella notizia dell’amore e della misericordia di Dio che è data a noi senza limiti, senza bisogno di meritarla, senza che chieda nulla in cambio. Il Giubileo è tempo di pellegrinaggio geografico verso Roma e verso le chiese giubilari in diocesi e di rinnovamento spirituale e di conversione e la buona notizia è che a compiere questo percorso è Dio che viene verso di noi con la Grazia e il dono della sua misericordia sovrabbondante e data a tutti coloro che desiderano aprirle il cuore e la vita.
Ed è buona notizia. E’ bella notizia da accogliere e da sperimentare.
Il primo libro di Samuele ci racconta la vicenda di Anna, una donna affranta perché sterile, eppure profondamente credente e abbandonata al Signore, nella preghiera. Grazie a questa preghiera Anna “concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele”. E sarà il grande profeta Samuele. E il testo che abbiamo ascoltato racconta della gratitudine di Anna verso Dio; lei riconosce che il figlio è solo dono di Dio, dono della sua bontà e a Lui va ridonato. Il figlio che è dono è affidato a Dio perché si compia la sua volontà, il suo progetto. E Samuele farà un gran bene ad Israele.
Per Anna la notizia di questo figlio è buona notizia, ma soprattutto è bella notizia per lei l’affidarlo al volere di Dio, e riconoscere che la vita, il dono, la grazia viene da Lui. Lei ha fatto esperienza di un Dio che ascolta e che dona.
E’ questo il significato del Giubileo. Si tratta di sperimentare nella preghiera e ancor più nella vita che Dio ascolta e che Dio dona e che ci si può affidare a Lui. Soprattutto si può mettere nelle sue mani la nostra vita e sappiamo che Lui ne farà un capolavoro. Ed è una buona notizia.
Di buona notizia ci parla anche San Giovanni nella prima lettera.
Egli la annuncia proprio all’inizio del testo che abbiamo ascoltato: “vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!”.
E’ davvero una bella notizia: siamo figli di Dio, e questo significa che siamo amati da Dio. Ecco la buona notizia: è l’amore, è l’essere destinatari di un amore sconfinato, un amore generativo, un amore che sempre dona vita e per questo ci rende figli.
E il Giubileo è il tempo per scoprire, imparare e tornare ad essere figli. Non si tratterà di imparare quali doveri e impegni ci è chiesto di vivere come figli, ma si tratta di imparare, e questa è davvero difficile conversione, che siamo amati gratis, che è Dio che ci tiene alla nostra vita e che ne è la fonte. Ecco, il giubileo è il tempo per tornare ad essere figli, a vivere da figli cioè amati da Dio. E abbiamo bisogno di un tempo in cui ci venga ricordato, annunciato di nuovo che siamo figli e siamo figli amati. Lo sa bene Giovanni che nel vangelo è chiamato “il discepolo amato”.
Ed è davvero una buona notizia che il Giubileo ci annuncia di nuovo: siamo figli amati.
Il vangelo ci racconta anzitutto di Gesù annunciando e riassumendo il senso della sua vita nelle parole che il fanciullo di Nazareth dirà ai genitori nel tempio: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Questa sarà la vita di Gesù, fino alla sua morte di croce. Gesù vivrà per compiere la volontà del Padre, per amare fino alla fine e tutti noi, per la nostra salvezza. Ed è davvero buona notizia questa del suo amarci per la nostra vita, per la nostra salvezza.
Il Giubileo è tempo e esperienza che favorisce che la volontà di Dio operi anche per noi, nella nostra vita, si compia in noi. Anche noi dobbiamo come Gesù fare la volontà del Padre e richiede questo che lasciamo che il Padre compia davvero questa sua volontà che è amarci, chiederci di vivere la pienezza, la verità dell’amore e dell’amare.
Lasciare che Dio compia la sua opera bella e di salvezza per noi e questa è la sua volontà. Ditemi voi se questa non è una bella notizia. Significa che lasciamo che Dio ci faccia il bene, ci faccia vivere, ci risollevi quando cadiamo, ci dia fiducia, ci faccia scoprire quanto valiamo, renda bella e bene per gli altri la nostra vita.
Il Giubileo fa risuonare questa bella notizia.
E Maria ci ricorda che è un annuncio da tenere nel cuore, da custodire come dono prezioso: “Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore”.
La tradizione e la sapienza della Chiesa nel Giubileo ci regala i mezzi per fare esperienza di queste belle notizie per la nostra vita: il pellegrinaggio, la preghiera, la confessione che dobbiamo riscoprire con convinzione, l’indulgenza, la carità verso i più poveri… Sono i mezzi per aprire il cuore alla misericordia di Dio, alla sua volontà che è il darci vita… ed è buona notizia.
Papa Francesco ha definito questo come il Giubileo della speranza e lo ha indetto con la bolla pontifica “Spes non confundit”, la speranza non delude.
Parlare di speranza, chiederla, riscoprirla è davvero una buona notizia. Dobbiamo ritrovare speranza.
Deve risplendere la speranza dove si muore per la guerra, dove si soffre per la malattia, dove si perde la libertà, dove si vive la solitudine, dove si perde l’amore nelle famiglie, dove ci sono anziani abbandonati… e… nella tua vita. Abbiamo bisogno di speranza.
Il Giubileo ci regali questa virtù teologale, questo sentire che è dono di Dio e che è sguardo nuovo sulla vita del mondo e nostra. Abbiamo bisogno della bella notizia della speranza.
Così afferma il papa: “Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. L’imprevedibilità del futuro, tuttavia, fa sorgere sentimenti a volte contrastanti: dalla fiducia al timore, dalla serenità allo sconforto, dalla certezza al dubbio. Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza”.
Buon anno santo cari fedeli, cari amici.
Buon anno di buone notizie, buon cammino da pellegrini di speranza.
San Francesco nelle lodi di Dio altissimo declama: “Tu sei la nostra speranza” e altrove afferma: “Egli non abbandonerà tutti quelli che sperano in Lui”.
Ecco la fonte della speranza, o meglio la natura della speranza: è Dio stesso. E il Giubileo ci accompagna ad incontrare Lui, nostra speranza.
+ Andrea Migliavacca