Riapre al culto la Propositura di Bibbiena

propositura-Bibbiena

La Propositura dei SS. Ippolito e Donato a Bibbiena, dopo tre anni di chiusura a causa di ingenti lavori, domenica 6 marzo riapre al culto dei fedeli e alla città. E sarà l’arcivescovo Riccardo Fontana a presiedere, alle 10.30, il Rito della Riapertura al Culto e della Dedicazione della Proposizione. La solenne liturgia inizierà presso la chiesa di san Lorenzo, situata entro la stessa città di Bibbiena, e terminerà all’interno della nuova chiesa restaurata. L’emittente diocesana TSD trasmetterà in diretta l’evento nel canale 85 e in streaming all’indirizzo www.tsdtv.it/live.

La Propositura di Bibbiena, posta nella parte più alta della cittadina casentinese, è conosciuta come la Pieve anche se, dal 4 settembre 1744, è diventata ufficialmente Propositura.
Le prime notizie storiche riguardanti la chiesa risalgono al VII secolo. La chiesa, allora, era fuori dalle mura medioevali, ovvero in plebe, in mezzo al popolo che lavorava nella campagna.
Il più antico documento della Pieve risale al 979 e l’attuale chiesa della propositura era all’inizio la cappella del castello dei vescovi di Arezzo, costruita agli inizi del XII secolo. Era a croce greca, orientata. Dopo la battaglia di Campaldino, avvenuta l’11 giugno 1289, la vecchia pieve subì danni irreparabili e, successivamente, fu costruita – sulle macerie del castello – una cappella che venne adibita a chiesa pubblica. Da quel momento diventò la chiesa parrocchiale. Il vescovo Guido Tarlati, nel 1310, fece aprire una porta laterale per l’ingresso del popolo e, probabilmente, in quello stesso anno il vescovo consacrò la chiesa.
Di questa costruzione e riconsacrazione si hanno due iscrizioni: una sulla porta della sacrestia, l’altra nell’architrave della porta detta delle Campane.

Oggi la Propositura, dopo tre anni di lavoro di restauro – resi necessari dall’esigenza di consolidare l’edificio, di conservare con un attento restauro la chiesa e le opere in essa contenute con una nuova collocazione, atta ad una migliore valorizzazione delle stesse – oltre ad una ridisegnazione dell’antico presbiterio, del tabernacolo e della fonte battesimale secondo le disposizioni del Concilio Vaticano II, si presenta alla comunità bibbienese per tornare ad essere ciò che è sempre stato: il luogo della loro identità.

Il progetto tecnico del restauro dell’intero complesso è stato curato dall’arch. Roberta Fabbrini e dall’arch. Gianni Acciai, mentre la realizzazione delle nuove opere relative al presbiterio, al tabernacolo e al fonte battesimale sono a cura dell’arch. sr. Michelangela Ballan, a cui si deve anche il nuovo altare.
I lavori sono stati eseguiti sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza, grazie alla dottoressa Paola Refice e all’arch. Mauro Abatucci.

Infine, Bibbiena ha ritrovato la sua Propositura, grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, della Regione Toscana, del comune di Bibbiena, della Fondazione Baracchi e alla generosità dell’intera comunità di Bibbiena.