Pieve di Santa Maria in Arezzo. Lunedì 7 agosto 2023.

San Donato: Omelia in Pieve

Celebrazione eucaristica nella festa di san Donato, patrono della città di Arezzo e della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

1. Buona festa di san Donato a tutti voi, a tutta la città, a tutta la diocesi!

Buona festa di san Donato che vi raggiunga come augurio nelle vostre case, nelle vostre famiglie, negli affetti che avete e in tutto quello che portate nel cuore.

Buona festa di san Donato nostro patrono ai vescovi che sono qui con noi e che ringrazio di cuorel’arcivescovo Riccardo, il vescovo Franco, il vescovo eletto Roberto e a tutti i sacerdoti.

Buona festa a voi, e grazie e buona festa anche alla Compagnia di san Donato, a tutto il servizio liturgico, al parroco della Pieve; buona festa ai quartieri: che laugurio arrivi davvero in ogni angolo della città e in ogni angolo della diocesi, con un augurio che viene dal cuore anche a tutti i rappresentanti delle istituzioni civili,religiose e associative presenti a questa celebrazione.

2. È una festa che vivo per la prima volta come vescovo di ArezzoCortonaSansepolcro; anzi, c’è più di una prima volta: è la prima volta di questa festa per me in questa bella Chiesa che mi ha accolto e per la quale sono grato ed è la prima volta che celebro l’Eucarestia nella Pieve. Quindi è un passo nuovo che sento di vivere in Diocesi; e sento di vivere questa festa di san Donato come vescovo della diocesi con due sentimenti che vorrei condividere e augurare anche a voi.

3. Il primo sentimento è quello della gratitudine.

Noi facciamo festa per un vescovo che la tradizione ritiene morire nel martirio nel 362 e che è stato un grande evangelizzatore; un vescovo che ha edificato la Chiesa, che ha annunciato il Vangelo, che ci ha portato alle sorgenti della vita.

Allora, celebrare la festa di questo grande vescovo Donato vuol dire avere nel cuore la gratitudine verso di lui e volerla celebrare oggi e rendere lode al Signore perché ci ha portato l’annuncio decisivo e bello del Vangelo.

Innanzitutto, dunque, la gratitudine.

Poi, laltro sentimento è quello della responsabilità.

San Donato che ha voluto così bene alla nostra Chiesa da portarci il Vangelo, da edificarla, ha fatto il bene alla nostra Chiesa. Allora sento io per primo la responsabilità, e vorrei sentirla insieme a voi, ciascuno nel proprio ruolo, nel proprio servizio nella comunità,amando la Chiesa, volendole bene, edificandola,facendola crescere e custodendo, ciascuno di noi e io per primo, con responsabilità, la bellezza di questa Chiesa,che è la nostra Diocesi.

Sono questi due sentimenti che porto nel cuore e che vorrei vivere nella preghiera con tutti voi: la gratitudine e la responsabilità.

3. C’è unimmagine che ritorna in tutte le letture che sono state proclamate e che ci aiuta a rileggere brevemente chi è Donato e che cosa oggi egli può dire alla nostra Chiesa.

È limmagine del pastore: se ne parla nella prima lettura come di quel pastore che raccoglie le pecore del gregge e le porta a pascoli di vera vita, di abbondanza; se ne parla nella lettura di san Pietro, dove il pastore della Chiesa è invitato ad assumersi questo compito con responsabilità, senza impossessarsi della Chiesa, con latteggiamento di chi si dona; e se ne parla nel Vangelo,ricordandoci che il buon pastore, lunico pastore, è Gesù:che è pastore donando la sua vita per noi, sulla croce.

Dunque, limmagine del pastore e noi oggi vogliamo celebrare san Donato che è stato pastore della nostra comunità e lo ritroviamo pastore con i due titoli che la nostra festa ci consegna: san Donato vescovo e martire.

Vorrei con voi cogliere brevemente che cosa significa essere pastore per san Donato vescovo, e cosa vuol dire essere pastore per san Donato martire.

Vescovo e martire.

San Donato vescovo, innanzitutto. Mi piace tradurre questo titolo e questo servizio nella Chiesa, questo dono che lui è stato nella nostra Chiesa come vescovo e grande evangelizzatore, dicendo che vescovo vuol dire amico di Gesù.

San Donato amico di Gesù: cioè, san Donato vescovo come colui che ha accolto per primo la parola del Vangelo, se ne è innamorato, ha cercato di vivere la sua vita alla luce del Vangelo, e in questo ha coltivato lamicizia con Gesù, il legame e il rapporto con lui, e ne è stato annunciatore.

San Donato ha portato lannuncio da amico, non svolgendo una professione ma vivendo da amico di Gesù, e quindi diventando, in mezzo a noi, nella Chiesa di allora, ma anche oggi, portatore di quellamicizia;raccontandoci che lamicizia con Gesù è la fonte della vita e la strada nella quale incontrare e vivere lamore vero e lorizzonte che può illuminare le nostre scelte.

Ecco: san Donato è amico di Gesù, in una relazione vera, autentica, stretta, vitale con il Signore Gesù, che lo ha accompagnato nel suo ministero di annuncio, di testimonianza, di guida, nellessere pastore e annunciatore della nostra Chiesa.

Credo che se oggi san Donato potesse dirci lui stesso una parola la immaginiamo – ci direbbe: “camminate nellamicizia con Gesù”.

Ritroviamo tutti la centralità di Gesù nel nostro cammino e nella vita della nostra Chiesa.

Il sinodo che è stato celebrato nella Chiesa aretina e il cammino sinodale che siamo invitati a vivere è cammino che vuole portarci tutti a ritrovare la centralità di Gesù nella nostra vita: possono nascere tanti interessi eprogetti pastorali nella vita di una Chiesa; si chiedono visioni e orizzonti… e il cuore e la risposta sono:torniamo a Gesù, guardiamo a Gesù, rinnoviamo,ciascuno di noi, la nostra amicizia vera con il Signore Gesù, che nasce dallascolto della sua parola,dallincontro nell’Eucaristia, dalla familiarità con lui.

San Donato oggi ci ricorda: “Gesù ci è amico”. Ecamminiamo insieme come Chiesa solo custodendo e vivendo lamicizia con Gesù.

4. C’è un secondo titolo che Donato ci ricorda e che è attribuito a lui: martire.

Egli dona la vita; la tradizione racconta la decapitazione di san Donato, e la ragione e la forza di questo dono della vita è, ancora una volta, quellamicizia con il Signore; così amico da dare la vita per lui, da dare la vita per il Vangelo.

Ma il martirio, il dono della vita, sottolinea un secondo aspetto del vescovo: egli è colui che si dona, che si perde, che si spreca.

San Donato ha saputo mostrarci come ci si dona nella comunità e nella Chiesa per amore del Vangelo, fino a donare la vita nella fedeltà, fino al sangue, fino al dono di tutto se stesso, pur di amare la Chiesa, pur di vivere questo servizio di annuncio e di testimonianza nella Chiesa.

Viene sottolineato, dunque, che essere pastori nella Chiesa chiede di donarci, di perderci, di vivere quellamore che è fecondo se è ricco di dono, di spreco,di perdita per gli altri e per la vita e lamore degli altri; esan Donato vescovo e martire ce ne dà ricca e vera testimonianza.

San Donato martire indica anche a noi la strada del dono, anzitutto per chi ha compiti di accompagnamento,di responsabilità, di animazione della vita della Chiesa.

Vedete, nella Chiesa non si cercano posti, non si cammina e non ci si dona per raggiungere degli obiettivi e dei ruoli: lunico ruolo da vivere è donare la vita.

Si ama la Chiesa solo donando la propria vita: cioè,solo vivendo il proprio servizio, quello che ci è chiesto,amando la Chiesa e chi ci è affidato; e a volte questo richiede il martirio. Il martirio del cuore, dei propri desideri, delle proprie passioni: un martirio perché si ama, perché ci si dona nella Chiesa.

E questo è il cammino di tutti. Il modo di amare la Chiesa è lì dove noi siamo: in famiglia, con i più poveri,con chi arriva da lontano, con i bisogni della nostra città,della diocesi, donando, vivendo il servizio di ciascuno di noi, portando cioè quella presenza di amore nei modi e nei luoghi che la vita ci chiede e nellincontro con gli altri.

Si ama la Chiesa donando la vita: tutti, in qualsiasi luogo noi viviamo il nostro essere Chiesa, perché tutti siamo Chiesa.

5. Affidiamoci a San Donato. Io per primo, come vescovo di ArezzoCortonaSansepolcro sento di potermi affidare a un buon vescovo che preghi per me,che mi accompagni nel cammino della Chiesa, nel mio servizio; e, guardando a san Donato vescovo e martire e affidandomi alla sua intercessione, vorrei a affidare a lui tutti noi, la nostra bella Chiesa di ArezzoCortona-Sansepolcro, perché da lui, da san Donato vescovo e martire, possa rinnovare il proprio legame bello con Gesù, amico, parola, buona notizia in mezzo a noi; e perché ciascuno di noi sappia vivere la bellezza di amare donandosi e di scoprire che nel dono della vita si incontra quellunico pastore che è Gesù, che cammina con noi e che ci accoglierà nei pascoli della vita eterna.