Conferito il Lettorato a Gabriele Donnini e Matteo Ghezzi

Lettorato

Nel corso della Messa stazionale, l’arcivescovo Riccardo Fontana ha conferito il Lettorato a due seminaristi della nostra diocesi. Si tratta di Gabriele Donnini e Matteo Ghezzi; nella sua omelia, l’Arcivescovo ha ricordato come questo gesto sia un richiamo “ad un sempre maggior rapporto con la Parola, perché di giorno in giorno sempre più diventino uomini di Dio. Lettorato-Matteo-GhezziÈ anche affidare loro il ‘tesoro’. La Chiesa non ha bisogno di  ricchezze di questo mondo, se non per parteciparle a chi ha meno e per adempiere la sua missione d’essere anima del mondo. Non può invece fare a meno di quella illuminazione interiore che solo viene dalla Parola. Si raggiunge il progetto di Dio ‘che tutti siano una cosa sola’ facendo assomigliare la nostra vita a quella di Gesù, il servo di Dio per eccellenza, che dà la propria vita per tutti gli uomini e donne della Terra. Avviarsi verso il sacerdozio vuol dire progressivamente lasciarsi trasformare dalla Parola per diventare liberi e significativi: capaci di donarsi. Come Papa Benedetto XVI ricordava nella sua omelia il giorno delle Ceneri il Sacro Ministero ci è donato dall’Alto per servire la gente di ogni generazione, non per servirsene, non per ottenere privilegi, non per sottrarsi al peso della storia. Lettorato-gabriele-DonniniCon efficace chiarezza il Papa ci ha richiamato alla dimensione soprannaturale della Chiesa che di Gesù Cristo e va rispettata: Il profeta […] si sofferma sulla preghiera dei sacerdoti, i quali, con le lacrime agli occhi, si rivolgono a Dio dicendo: “Non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti. Perché si dovrebbe dire fra i popoli: ‘Dov’è il loro Dio?’ (Gl 2,17). Questa preghiera ci fa riflettere sull’importanza della testimonianza di fede e di vita cristiana di ciascuno di noi e delle nostre comunità per manifestare il volto della Chiesa e come questo volto venga, a volte, deturpato. Penso in particolare alle colpe contro l’unità della Chiesa, alle divisioni nel corpo ecclesiale. Vivere la Quaresima in una più intensa ed evidente comunione ecclesiale, superando individualismi e rivalità, è un segno umile e prezioso per coloro che sono lontani dalla fede o indifferenti”.

Conferito il Lettorato a Gabriele Donnini e Matteo Ghezzi

Lettorato

Nel corso della Messa stazionale, l’arcivescovo Riccardo Fontana ha conferito il Lettorato a due seminaristi della nostra diocesi. Si tratta di Gabriele Donnini e Matteo Ghezzi; nella sua omelia, l’Arcivescovo ha ricordato come questo gesto sia un richiamo “ad un sempre maggior rapporto con la Parola, perché di giorno in giorno sempre più diventino uomini di Dio. Lettorato-Matteo-GhezziÈ anche affidare loro il ‘tesoro’. La Chiesa non ha bisogno di  ricchezze di questo mondo, se non per parteciparle a chi ha meno e per adempiere la sua missione d’essere anima del mondo. Non può invece fare a meno di quella illuminazione interiore che solo viene dalla Parola. Si raggiunge il progetto di Dio ‘che tutti siano una cosa sola’ facendo assomigliare la nostra vita a quella di Gesù, il servo di Dio per eccellenza, che dà la propria vita per tutti gli uomini e donne della Terra. Avviarsi verso il sacerdozio vuol dire progressivamente lasciarsi trasformare dalla Parola per diventare liberi e significativi: capaci di donarsi. Come Papa Benedetto XVI ricordava nella sua omelia il giorno delle Ceneri il Sacro Ministero ci è donato dall’Alto per servire la gente di ogni generazione, non per servirsene, non per ottenere privilegi, non per sottrarsi al peso della storia. Lettorato-gabriele-DonniniCon efficace chiarezza il Papa ci ha richiamato alla dimensione soprannaturale della Chiesa che di Gesù Cristo e va rispettata: Il profeta […] si sofferma sulla preghiera dei sacerdoti, i quali, con le lacrime agli occhi, si rivolgono a Dio dicendo: “Non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti. Perché si dovrebbe dire fra i popoli: ‘Dov’è il loro Dio?’ (Gl 2,17). Questa preghiera ci fa riflettere sull’importanza della testimonianza di fede e di vita cristiana di ciascuno di noi e delle nostre comunità per manifestare il volto della Chiesa e come questo volto venga, a volte, deturpato. Penso in particolare alle colpe contro l’unità della Chiesa, alle divisioni nel corpo ecclesiale. Vivere la Quaresima in una più intensa ed evidente comunione ecclesiale, superando individualismi e rivalità, è un segno umile e prezioso per coloro che sono lontani dalla fede o indifferenti”.