Il Cavallo rampante sul nuovo stemma di Agostinelli

Stemma-Vescovo-di-Prato

Il Sacro Cingolo, simbolo della sua nuova diocesi, ma anche un cavallo nero rampante, simbolo di Arezzo, la città natale. Mons. Franco Agostinelli, in occasione della sua elezione a Vescovo di Prato, cambia stemma. L’ingresso alla guida della Chiesa pratese si svolge domenica 25 novembre, alle 15.30. Questo momento così importante per la Chiesa toscana e a maggior ragione per la Chiesa aretina-cortonese-biturgense, viste le origini aretine di mons. Agostinelli, verrà trasmesso in diretta da TSD sul canale 85 e in streaming all’indirizzo www.tsdtv.it/live.

Lo stemma manterrà comunque il motto “In Verbo tuo”, tratto dal Vangelo di Luca: “Sulla tua parola getterò la rete”: il ruolo del Vescovo, infatti – secondo Agostinelli – “in quanto successore degli Apostoli, è di perpetuare l’affidamento alla Parola del Signore, fondamento del cammino verso la salvezza, da parte del popolo di Dio affidato alla cura pastorale del Vescovo”. Lo stemma nuovo rispecchia la tradizione araldica ecclesiastica. Ed è cioè composto da uno scudo (può essere di varie forme: Agostinelli ne ha scelto uno di foggia bucranica – letteralmente a testa di bue – di stile rinascimentale). Una croce processionale dorata, con cinque gemme rosse, a simboleggiare le cinque piaghe di Cristo, sta dietro lo scudo. Il tutto è sormontato dal cappello prelatizio verde con dodici nappe (il cosiddetto galero), mentre, in basso, il cartiglio inferiore porta scritto il motto.

Nell’immaginifico linguaggio araldico lo stemma nuovo di Agostinelli viene definito “Partito di rosso e d’argento”, ovvero diviso in due colori. A sinistra, come detto, il Sacro Cingolo, “Illustre reliquia tanto cara ai fedeli pratesi”, spiega Agostinelli. “Poggia su di una campitura di rosso, il colore della Carità, dell’amore intenso e caritatevole che il Padre ha per noi suoi figli, un amore a cui possiamo attingere anche grazie all’intercessione di Maria, la nostra madre celeste che, secondo la tradizione, nel momento di essere assunta in cielo lasciò la cintola della sua veste a San Tommaso come gesto di benevolenza, reliquia che poi, attraverso un percorso secolare, arrivò finalmente a Prato”. Nella parte argento, il cavallo rampante di Arezzo, riferimento allo stesso vescovo Agostinelli e alla sua città natale. Ma non solo: “In araldica, il cavallo nero, per l’appunto, simboleggia la sollecitudine ed ecco quindi richiamata la sollecitudine che accompagna lo zelo pastorale del Vescovo; l’argento che fa da sfondo a quest’ultima figura, è il colore simbolo della trasparenza, quindi della verità e della giustizia, doti che, anch’esse, devono corredare quotidianamente il ministero del Vescovo”.

Sulla testa dello scudo, infine, una stella a otto punte. “È in azzurro, simbolo della incorruttibilità del cielo, delle idealità che salgono verso l’alto; rappresenta il distacco dai valori terreni e l’ascesa dell’anima verso Dio; su di esso campeggia la stella dell’evangelizzazione, riferimento a Maria in questa sua veste evangelizzatrice”.