“Cittadini d’Europa e del mondo: integrazione e sviluppo umano” è il titolo del terzo incontro del ciclo “Per una cittadinanza capace di generare futuro” proposto in occasione delle celebrazioni del Millenario di Sansepolcro. L’appuntamento è per sabato 27 ottobre alle 17 nel salone del Palazzo vescovile biturgense, con tre relatori d’eccezione: il cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio consiglio della cultura e del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso; il professor Ugo De Siervo, presidente emerito della Corte costituzionale; l’ambasciatore Pasquale Ferrara, segretario generale dell’Istituto universitario europeo di Fiesole. Introduce l’arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Riccardo Fontana. Lo spunto è offerto dall’anno europeo della cittadinanza, celebrato nel 2013, e dalle sfide della globalizzazione, richiamate da Benedetto XVI nel discorso alla cittadinanza di Sansepolcro lo scorso 13 maggio. L’invito all’iniziativa, aperta al pubblico, è del centro culturale Dia-logos e dell’Istituto superiore di scienze religiose Beato Gregorio X di Arezzo.
Dopo la pausa di riflessione seguita allo scacco del progetto di Costituzione del 2004; dopo l’allargamento a est che ha pressoché raddoppiato il numero degli stati membri, con i nuovi non sempre nella stessa lunghezza d’onda dei padri fondatori, dal 2008 la crisi finanziaria sta mettendo di nuovo a dura prova l’irreversibilità dell’Unione europea e delle sue istituzioni.
Il rilancio dell’integrazione europea appare oggi possibile soltanto a condizione di uscire dal trip del contagioso pessimismo quotidianamente diffuso dai mezzi di comunicazione. Si tratta piuttosto di osservare gli eventi della storia umana in una prospettiva profetica: un nuovo approccio all’Europa è possibile soltanto se sapremo accettare, con sereno distacco e lucida consapevolezza, i limiti del periodo vissuto, facendo punto e a capo; immaginando un futuro di rapporti improntati all’autenticità e accogliendo così le difficili sfide dei tempi nuovi.
Un primo limite è dato dalla segmentazione della cittadinanza europea. Un secondo elemento di debolezza è costituito dall’attuale interpretazione del concetto di democrazia, o governance democratica, il cui deficit è assunto come una delle principali cause di disaffezione dei cittadini europei alla loro casa comune.
Infine, un elemento forzatamente assente dalle proposte di riforma, ma che nel corso della storia recente si è rivelato centrale, è quello di una leadership visionaria europea: un fattore umano capace di interpretare positivamente la crisi, secondo lo spirito pionieristico dei padri fondatori, anch’esso adattato ai tempi e alle necessità attuali.
In questa triste époque, fatta di notizie su degrado e recessione, gli scambi Erasmus e i voli low cost facilitano la mobilità e gli incontri, abbattendo barriere fisiche e culturali più di quanto fosse prevedibile pochi anni fa. Le distanze tra le persone, però, non sono diventate più brevi. Ostacoli diversi e maggiori, come sfiducia, paura, incomunicabilità, rivelano inedite insidie, avvelenando le relazioni sino a paralizzarle. È questo il paradosso della globalizzazione in un mondo multipolare, in cui è stato da tempo superato l’eurocentrismo sulla scena mondiale.
L’articolo è un breve estratto del pezzo di Angiolo Boncompagni, animatore del centro culturale Dia-logos, pubblicato nell’ultimo numero di Toscana Oggi.