Mercoledì delle Ceneri Stazione Quaresimale di Arezzo 5 marzo 2025

Omelia del Vescovo in Cattedrale di Arezzo
05-03-2025

1. Carissimi, iniziamo questa Quaresima nel 2025, in un anno giubilare, in un anno Santo; e vogliamo vivere l’itinerario della Quaresima per essere pellegrini di speranza.

Siamo chiamati alla penitenza, alla conversione. Ce lo ricordavano le letture che abbiamo ascoltato: la prima lettura, con il suo invito “ritornate a me con tutto il cuore”; la seconda lettura, che ci diceva “lasciatevi riconciliare con Dio”; e, infine, nel Vangelo, le pratiche dell’elemosina, della carità, della preghiera, del digiuno, segnano itinerari di ritorno a Dio, di apertura del cuore e al cambiamento che Dio opera.

Tutto questo itinerario, questa conversione, è per noi un cammino da peccatori perdonati; proprio per questo possiamo essere pellegrini di speranza: speranza non perché abbiamo noi motivi di lode e di merito, ma speranza perché siamo peccatori perdonati; e l’itinerario quaresimale ci è regalato per fare esperienza dell’essere peccatori amati e perdonati.

Ecco la speranza: possiamo camminare nella speranza perché amati e perdonati siamo rimessi in cammino nella nostra vita; dunque, pellegrini di speranza.

 

  1. Un’immagine ci accompagna, allora, soprattutto alla luce della pagina evangelica che abbiamo ascoltato.

Nel riprendere e nel ricordare le pratiche della penitenza, indicate per la nostra Quaresima – cioè la preghiera, il digiuno, l’elemosina, la carità – l’annotazione che ritorna in ognuna di queste pratiche di fede e religione, è l’immagine del vedere: “il Padre tuo che vede nel segreto”; o meglio, dal nostro punto di vista, ci viene detto: lasciati vedere, lasciati vedere dal Padre, perché è la cosa più importante.

L’esperienza della Quaresima diventerà il cammino in cui imparare a lasciarci vedere da Dio. E Dio cosa vede?

Dio vede nell’elemosina che pratichiamo, che facciamo, il tuo cuore che ama, il tuo cuore che condivide; Dio vede nella preghiera il tuo cuore che cerca Dio, che desidera davvero accoglierlo; Dio vede nel digiuno il tuo cuore che vive la provvidenza, che impara a vivere di ciò che Dio ti dà, che si fida di quello che Dio ti dà.

L’elemosina, la preghiera, il digiuno, visti da Dio, rivelano il tuo cammino, rivelano cosa c’è davvero nel tuo cuore e di che cosa vivi.

Lasciamoci, dunque, guardare da Dio, lasciamoci vedere da Dio.

 

  1. A volte capita – perché umanamente è così – che quando ci sentiamo nell’errore, ci viene da nasconderci, come Adamo ed Eva che dopo il peccato si erano coperti e nascosti; l’annuncio della Quaresima invece ci dice: lasciati vedere, lasciati guardare da Dio.

Queste dimensioni dell’elemosina, della preghiera, del digiuno, diventano le condizioni o, potremmo dire, l’atteggiamento per lasciarsi guardare da Dio: vivi l’elemosina per lasciarti guardare da Dio; vivi il digiuno, l’essenzialità per lasciarti guardare da Dio; vivi la preghiera per lasciarti guardare da Dio.

Annota il Vangelo che, se guardati da lui, Egli, Dio, ti ricompenserà; e questa ricompensa non è il premio per i successi della nostra vita, ma è la scoperta di quello che Dio fa per noi, è la scoperta del volto di Dio per noi: “ti ricompenserà” è l’immagine del “lasciar fare” a Dio.

Allora, ci dice il Vangelo per la nostra Quaresima: lasciati guardare da Dio e lascia fare a lui, lascia che compia la sua opera.

 

  1. Che cosa scopriamo, guardati da Dio e lasciando che egli compia la sua opera?

Anche qui la parola di Dio ascoltata ci aiuta a capire; ce lo dice, anzitutto, la prima lettura che cosa è la ricompensa che Dio compie per noi. Dice il testo della prima lettura: “Dio è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male”. Ecco in che modo Dio ti ricompenserà.

E Paolo, nella seconda lettura, ci annuncia che “al momento favorevole ti ho esaudito, nel giorno della salvezza ti ho soccorso”, e conclude: “ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”.

Guardàti da Dio: così la nostra vita accoglie la sua ricompensa e diventa giorno di salvezza.

 

  1. Se ti guarda Dio, la sua ricompensa, appunto, non è un premio per le tue opere, ma la scoperta che lui desidera cercarti, desidera amarti, desidera salvarti. Il desiderio di Dio è quello di amare e di salvare: e, allora, guardandoci, in lui si è amati e salvati.

Può essere davvero questa la nostra Quaresima: il tempo per lasciarsi guardare da Dio. Il tempo per creare le condizioni perché lui ci possa vedere; e il guardarci di Dio non è quello di chi ti scopre o ti sorprende o ti giudica, ma è lo sguardo di chi ti svela un amore che ti fa vivere, un amore che ti rinnova, che ti perdona e che ti salva.

Di fronte allo sguardo di Dio ci siamo noi, c’è la nostra vita: lasciamoci guardare da Dio.

E cosa vede Dio della nostra vita? Vede la nostra vita, vede il tuo peccato, le tue delusioni; vede le tue preoccupazioni, le tue ferite; vede i tuoi desideri; vede alcune soddisfazioni; talvolta vede anche le tue lacrime, e vede le tue relazioni, le tue amicizie… e ti guarda il Signore e, guardandoti, tutto di te, tutto di noi è abbracciato da un amore che rinnova, che incoraggia, che dà vita.

Guardàti da lui, si può essere davvero pellegrini di speranza, perché peccatori perdonati, peccatori amati.

E a voi, pellegrini di speranza, buona Quaresima.

+  Andrea Migliavacca

Vescovo