3. I contenuti da portare a casa stasera per rendere questa quaresima piana di frutti
Sant’Agostino ci propone un percorso da avviare in questa santa assemblea, in cui tutti crediamo che Gesù risorto è in mezzo a noi: la lettura dei segni della trasfigurazione, il ruolo della Grazia divina, l’impegno esemplare:
– I segni della trasfigurazione:
° Gesù è la luce che illumina il nostro spirito, come il sole illumina il corpo: “Sì, proprio Gesù in persona, proprio lui divenne splendente come il sole, per indicare così simbolicamente di essere lui la luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo. Ciò ch’è per gli occhi del corpo il sole che vediamo, lo è lui per gli occhi del cuore.” [5]
° le vesti candide sono la Chiesa: se i panni non sono sorretti da chi li indossa, cadono: per virtù di lui la Chiesa rifulge, pur nella sua debolezza, perché Cristo vi è in mezzo, la sostiene e continuamente la purifica dai suoi peccati. I pagani non hanno la visione soprannaturale della Chiesa e, vedendone le imperfezioni, non riescono a capire che è il Christus Totus. Molti puntano il dito sul corpo ecclesiale, ma dimenticano che il capo vero della Chiesa è Gesù.
– Le tre capanne: Cristo è la parola che si esprime sia nella legge che nei profeti. La tentazione di Pietro è la volontà di dividere Gesù (se sei sempre in compagnia di Gesù il peccato ti imbarazza, perché è disdicevole). Mosè ed Elia sono i recipienti (vasa) della Parola; Gesù ne è la fonte stessa: “ ‘Se vuoi, lascia che prepariamo qui tre capanne: una per te, una per Mosè e una per Elia’ ” [6]. A questa proposta il Signore non rispose nulla e tuttavia a Pietro fu data una risposta. Stava infatti ancora parlando quando venne una nuvola luminosa che li avvolse con la sua ombra. Pietro cercava tre capanne; la risposta venuta dal cielo mostrò invece che noi ne abbiamo una sola, mentre la mentalità umana voleva dividerla. Cristo è la Parola di Dio, Parola di Dio nella Legge, Parola di Dio nei Profeti. Perché, Pietro, cerchi di dividerlo? È necessario piuttosto che tu rimanga unito a lui. Tu cerchi tre capanne: devi comprendere che ce n’è una sola!”. [7]
– Dio aiuta: L’Evangelista annota ancora che i tre Apostoli caddero a terra, ma Gesù li rialzò tendendo loro la mano: morte e resurrezione, peccato e grazia.
– La condizione del cristiano si modella sull’esempio del Signore, che dà dignità alle tue prove:
-Perché la fatica del vivere: “Lavora, affaticati molto, accetta anche sofferenze e supplizi affinché, mediante il candore e la bellezza delle buone opere, tu possegga nella carità ciò ch’è simboleggiato nel candore delle vesti del Signore! [8]
-Perché tanta prova. Forse come Pietro vorresti anche tu le tende sul monte? Ma ti è chiesto di fare come il Signore. I Padri intendono la imitazione di Cristo con la logica della leggenda romana del Quo vadis: Pietro che fugge da Roma domanda a Gesù: dove vai Signore? Gesù rispond e: a Roma a farmi crocifiggere ancora. La quaresima è tempo per liberarci dalla religione alienante disincarnata.
– Sant’Agostino dice a Pietro, cioè alla Chiesa, di fare la propria parte: “Discendi e affaticati sulla terra, a servire sulla terra, ad essere disprezzato, ad essere crocifisso sulla terra. È discesa la vita per essere uccisa, è disceso il pane per sentire la fame, è discesa la via perché sentisse la stanchezza nel cammino, è discesa la sorgente per aver sete e tu rifiuti di soffrire? Non cercare i tuoi propri interessi. Devi avere la carità, predicare la verità; allora giungerai all’eternità, ove troverai la tranquillità”. [9]
4. I modi della tradizione cattolica, per ritornare ad essere cristiani
Già altre volte nella storia della Chiesa è capitato che ci preoccupassimo solo delle cose materiali, dimenticando la presenza di Gesù Risorto in mezzo a noi. In questa antica Abbazia ai confini della Terra d’Arezzo, un tempo assai attenta alle istanze culturali del Nord, con l’aiuto di uno dei Padri della Chiesa di Aquileia, Cromazio, proviamo a raccogliere tre suggerimenti per ridare a Dio il primo posto nella nostra vita, mentre ci prepariamo alla prossima Pasqua [10]:
– C’è tempo e tempo: la quaresima sta alla Pasqua come la fatica quotidiana al 7° giorno, il riposo sabbatico, che è immagine del paradiso. La legge mosaica prescrive che si lavori sei giorni per prepararci di che mangiare il 7°, perché in quel giorno non va fatta alcuna fatica.
– La nostra vita va spesa per preparare ciò di cui cibarci nel giorno del riposo, il Paradiso, che è come dire che ognuno ha solo quello che ha donato. Le ricchezze e i fasti non entrano in Cielo.
– Il cibo della vita eterna: le opere della fede, della pietà e della misericordia saranno il cibo di cui pascerci in paradiso: ancora l’annunzio, la celebrazione e la testimonianza dell’unico Vangelo della carità, sono il senso da dare alle fatiche quotidiane, se vogliamo fidarci di Dio, come il padre Abramo, che pur senza capire che senso avesse il sacrificio di Isacco, si mise in cammino fidandosi di Dio, che non lo deluse. Ottenne la benedizione: i figli, la terra e il Paradiso.
[1] Leone Magno, Discorso 51
[2] Leone Magno, Discorso LI,3 in Il Mistero Pasquale, Edizioni Paoline, Alba 1965, p.63
[3] Mt 13,43
[4] Col 3,3-4: “Voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, vostra vita sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati nella gloria”.
[5] Sant’Agostino, Discorso 78,2
[6] Mt 17,4b
[7] Sant’Agostino, Discorso 78,3
[8] Ibidem 6
[9] Ibidem, in fine
[10] Cromazio di Aquileia, Trattato 54 in Matthaeum