La concomitanza di due restauri, il Cenotafio Tarlati in Cattedrale e il polittico del Lorenzetti nella Pieve di S. Maria, hanno riportato al centro dell’attenzione la figura del Vescovo Guido Tarlati, signore di Arezzo e grande protagonista dell’ultimo periodo dell’indipendenza della città, oltre che della politica della parte ghibellina in Italia.
Il vescovo Riccardo intende celebrare il suo eminente predecessore con una serie di iniziative culturali e di approfondimenti storici che si svilupperanno particolarmente nel 2017.
Il via a questa serie di iniziative verrà dato mercoledì 21 dicembre, alle ore 21, in Cattedrale, allorché – nel corso di una cerimonia – verrà scoperto il restauro del Cenotafio del Tarlati, mentre la presentazione del restauro vero e proprio avverrà venerdì 27 gennaio 2017, alle ore 17, nella sala grande di Giustizia del Palazzo Vescovile, ad opera dello Studio Ricerca che ha eseguito il restauro stesso.
Notizie storiche
Il vescovo Guido Tarlati, morto in Maremma il 21 ottobre 1327 e sepolto provvisoriamente a Santa Fiora, fu ricondotto ad Arezzo l’anno seguente dal fratello Pier Saccone, con il cordoglio del popolo aretino che lo attendeva. La famiglia decise di provvedere in Duomo ad un monumento funebre in suo ricordo, degno della sua potente figura di vescovo e signore di Arezzo.
L’opera, firmata dagli scultori senesi Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura, allievi di Tino di Camaino, apprezzati ed importanti rappresentanti della scultura toscana dell’epoca, rappresenta un esempio significativo ed unico di apologia politico-religiosa all’interno di un edificio sacro.
Oggi collocato nella navata sinistra della Cattedrale, immediatamente prima del celeberrimo affresco con la Maddalena di Piero della Francesca, fu spostato dal sito originario – la cappella del Santissimo Sacramento in fondo alla navata destra – nel 1783, a cura del vescovo Marcacci. Danneggiato nel 1341, al tempo della sommossa anti-tarlati, durante la quale fu sfregiato e menomato in più parti, soffrì altri danni anche al tempo del suo trasferimento, a seguito del quale il monumento venne ricostruito, con ampi rifacimenti in stucco, da Angelo Bini di Prato.
L’attuale progetto di restauro nasce dall’intesa tra la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, il Capitolo della Cattedrale e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto, Arezzo nell’intento di sviluppare un progetto di approfondimento scientifico, rilevamento, conservazione e restauro che valorizzi e renda l’opera sempre più fruibile.