- “Far risplendere la verità della fede, che libera e che si costruisce nell’amore”
- “Cristo vive con noi e possiamo essere felici anche noi” (Ben. XVI, Omilia delle Ceneri)
Anno della fede: primato nella vita cristiana (“Dio al centro della vita” Benedetto XVI)
- Centralità della fede nell’esperienza religiosa dei discepoli di Cristo: è la fede che fa il cristiano (in At 2,44 i discepoli di Gesù, subito dopo la Pentecoste, sono definiti oi pisteusanteV)
- Paolo VI (1967), anno della fede x i contenuti (quae)
- Benedetto XVI: oggi è venuto a mancare è la fides qua, la fede con cui crediamo, la fede come fiducia, come atto umano in cui diventano possibili la speranza e la carità. Decisiva, nel clima di diffidenza della nostra epoca, la fede innanzitutto umana, quella senza la quale Dio non può innestare nell’uomo la fede come dono, come virtù teologale. o La fede-fiducia è un atto di libertà dell’uomo: è entrare in una relazione, in un rapporto vivo, uscendo da se stessi. È una realtà antropologica fondamentale senza la quale non ci può essere umanizzazione, il cammino per realizzare se stesso.
- Abbiamo bisogno di mettere fiducia in qualcuno e di ricevere a nostra volta fiducia da qualcuno, perché non è possibile diventare uomini senza porre e ricevere fiducia.
- Prima di essere crisi di fede in Dio è crisi di fede come atto umano, come fiducia nell’uomo, nella vita, nel domani, nella terra, nell’amore.
- È sulla capacità di credere che si gioca il futuro dell’umanità: non si può essere uomini autentici senza credere, perché credere è il modo di vivere la relazione con gli altri. o Non è possibile nessun cammino di umanizzazione senza gli altri, perché vivere è sempre vivere con e attraverso l’altro. o La grande sfida del XXI secolo è di re-imparare a credere, affinché Dio possa innestare la fede in Cristo nei cuori degli uomini e delle donne di oggi. o Una comunità ecclesiale che sappia spandere fiducia, che sappia dare fiducia a quanti la frequentano, che sappia narrare la beatitudine della fede-adesione a Cristo, è già evangelizzatrice, è già impegnata in un’opera di trasformazione degli uomini che magari è poco appariscente, eppure vive la condizione più feconda per diffondere la buona notizia del Vangelo.
Sinodo sulla nuova evangelizzazione: frontiera urgente per tutto il popolo di Dio
- Il Vangelo prima di ogni forma di vita, prima di ogni ministero, prima di ogni missione.
- “Dio nessuno l’ha mai visto” (Gv 1,18). Dio riceve il volto da Gesù, che lo ha “narrato” visibilmente: Gesù, “immagine del Dio invisibile” (Col 1,15), il vero uomo che Dio ha voluto, generato e inviato nella nostra carne.
- Chiamati a narrare Cristo (“Sarete miei testimoni”): assumere uno stile di vita veramente cristiano e per ciò stesso veramente umano.
- Il Signore ci accompagna nel ns. cammino… o
- Trasforma il kronoV in kairoV …
- Evangelizzare prima la propria vita. Per essere evangelizzatori occorre innanzitutto essere evangelizzati (Evangelii nuntiandi, § 15 – Paolo VI, 1975): impegno di una conversione cristiana, faticoso e impegnativo.
- “Francesco, restaura la mia casa”: la casa è, in primis, la propria persona.
- Il mezzo più straordinario ed efficace di evangelizzazione è la vita vissuta nella dinamica del comandamento nuovo di Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati” (Gv 13,34; 15,12).
- Gesù ha promesso: “Là dove due o tre si accordano e pregano insieme, io sarò in mezzo a loro”, (cf. Mt 18,19-20).
- L’ entolh kainh afferma: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).
Declinazione nella Quaresima
- “Vivere in comunione, superando individualismi e rivalità, è un segno umile e prezioso per coloro che sono lontani dalla fede o indifferenti” (Benedetto XVI, Omilia delle Ceneri)
- Essenzializzare la vita.
- Svincolarsi dalle tentazioni: 1- L’uomo non si definisce per i suoi bisogni, i desideri, le sue realizzazioni, le conoscenze, gli equilibri raggiunti…: “non di solo pane vive l’uomo”). La vita nel tempo, con le sue necessità, è solo la base di partenza di un progetto più grande, un progetto di amore che avvolge tutta la ns. vita (Dio è interessato a noi… Pensati ed amati prima del tempo per essere santi, Lui ci cerca…). 2- Primato della relazione con Dio (“Lui solo servirai”). 3- Maturare un rapporto adulto con Lui (non miracoli eclatanti, ma farsi interrogare, nel percorso del deserto, dalle situazioni che Egli intesse intorno a noi): Dio non risolve i ns. problemi, ma li condivide. Accettare la ns. finitudine-creaturalità (il male ontologico, per liberarci dal quale è venuto il Signore: la ns. vocazione è diventare Dio, dice s. Basilio).
- Preghiera
- Crescere nella percezione che è una cosa stupenda il ns. esserci in questo scenario: il meglio poi ha da venire!!!… L’altra riva.
- Il Signore Gesù ci aiuta a percorre e significare il tempo che Egli ci dona, condivide la ns. vita e resta con noi fino alla fine, nei sacramenti, nella Parola, nei fratelli. La realtà è una stupenda ricchezza di opportunità: gioire anche nella lettura del grande libro della creazione, che è superimmenso (17 mld di pianeti come la terra nella ns. galassia, mld di galassie nel ns. universo dal raggio di 13 mld e 700 mln di anni luce …)
- Nell’annuncio pasquale poi si proclama che, se grande fu all’inizio l’opera della creazione, ancora più grande è quella della redenzione: -> Figli di Dio, saremo simili a Lui.
- L’itinerario di preghiera (ars orandi e ars credendi) di Francesco: Signore, che devo fare?… Chi sei tu, Signore?… Deus meus et omnia: sintonia piena che il mio è anche il giorno di Dio.
- Liberarsi della mentalità dello schiavo (x il popolo di Israele il cammino è durato 40 anni, simbolo dell’intera esistenza), dell’accattone x assumere quella di figlio: quest’uomo era veramente Figlio di Dio”, come confessa di Gesù morto il centurione (ha sciolto ogni resistenza nell’affidamento a Dio, dopo aver vissuto come un super-dono anche la situazione più buia, aporetica del suo percorso nel tempo).
- Giungere a dare del tu a Dio, perché ci sentiamo amati così come siamo e crederlo sino in fondo è la via per scoprirci amabili ai nostri occhi e divenirlo anche con i fratelli.
- “Io lo so, Signore, che vengo da lontano… Avrò il coraggio di morire anch’io e incontro a te verrò col mio fratello, che non si sente amato da nessuno”.
È necessario lasciarci guidare dallo Spirito a percepire il vero volto del Dio rivelatosi in Gesù Cristo. Non è un cammino facile. Mi pare bello terminare con questo racconto dei padri del deserto, che certo conoscete
Un giorno un giovane monaco disse ad un anziano: “Abbà dimmi qual è l’opera più difficile del monaco”; e l’altro rispose: “dimmi tu quale pensi che sia”. Il giovane monaco disse: “forse la vita comune”; ma l’abbà rispose: “no, figliolo, prima o poi gli uomini, per cattivi che siano, a forza di stare insieme si vogliono bene”. L’altro riprese: “ma allora qual è, la castità?” “no figliolo, tu senti la castità come problema grosso perché hai trent’anni, ma aspetta qualche anno e tutto si acquieterà”. “Ma allora che cos’è, padre, l’opera più difficile del monaco?
Forse la teologia, studiare Dio, parlare di Dio?” L’abbà gli disse: “no, figliolo, guardati intorno: quanti ecclesiastici parlano di Dio dalla mattina alla sera””A questo punto dimmelo tu, abbà, qual è l’opera più difficile del monaco”.
“È pregare, pregare dando del tu a Dio”. E aggiunse: “ricordati che un uomo, tre giorni dopo morto, di fronte alla presenza di Dio prova ancora difficoltà a guardarlo in faccia, a dirgli padre e a dargli del tu: questa è l’opera più difficile”.
È necessario fare un lungo cammino interiore per accogliere il dono immenso della paternità di Dio, che ha dell’incredibile. Istintivamente, siamo soliti attribuire a Dio il volto che noi abbiamo su noi stessi. Pensiamo che Egli ci veda con gli occhi con cui noi guardiamo noi stessi. E sovente ciò che noi pensiamo di noi stessi è quanto è andato solidificandosi nel nostro cuore attraverso le esperienze che abbiamo vissuto con gli altri. Ed è abitualmente uno sguardo severo, esigente, mai del tutto positivo. Il Dio di Gesù è davvero il totalmente altro! Ed è solo con lui che abbiamo a che fare. Esercitarsi in questa fede, evangelizzarsi, x illuminare poi i fratelli, non è impresa da poco!