Quaresima di carità in aiuto dei più poveri

Manifesto-quaresima-di-carit-2013

“Anche in questa Quaresima 2013, la Chiesa aretina-cortonese-biturgense indica la raccolta per il Fondo di solidarietà a sostegno delle persone e delle famiglie in difficoltà come segno unitario di attenzione ai poveri. La crisi economica e sociale, che ormai da anni stiamo vivendo, è una crisi che manifesta tutta la sua tragicità, soprattutto nell’ambito lavorativo, e che richiede risposte non solo di tipo economico ma anche di speranza e di ascolto”. Così in una lettera indirizzata ai sacerdoti della diocesi, il direttore della Caritas diocesana, don Giuliano Francioli annuncia la nuova raccolta che sarà realizzata durante la Quaresima in tutte le parrocchie.

“Da secoli – scrive mons. Francioli la tradizione della Chiesa organizza la Quaresima attorno a tre fondamentali indicazioni: la preghiera, la penitenza e la pratica di opere buone. Le opere buone, che devono essere compiute e non solo desiderate, stanno sul versante di Dio e sul versante del prossimo, memori che non si ama Dio che non si vede se non si soccorre il prossimo che si vede. L’anno scorso ci siamo detti come sia importante una conversione pastorale che permetta di vivere con verità l’amore per il prossimo, come segno di testimonianza ed evangelizzazione. La proposta, che stiamo già realizzando in Diocesi, è quella di avere in ogni parrocchia delle persone capaci di accorgersi della povertà e dei disagi delle famiglie facendo sentire la vicinanza della comunità nel momento della sofferenza. Tutte le Parrocchie sono chiamate a costituire la propria Caritas parrocchiale in collegamento con la Caritas diocesana.

“L’unità della Chiesa nella carità – spiega don Francioli – ci aiuta a progredire in quella vita buona del Vangelo che siamo chiamati a condividere nelle nostre comunità, manifestando al loro interno segni di fede e di speranza. L’iniziativa del Fondo di Solidarietà è promossa e coordinata dalla Caritas diocesana per favorire l’equità e la giustizia negli interventi di sostegno, ma la sua realizzazione deve coinvolgere sempre più le singole Parrocchie e le Aree Pastorali. Le storie di povertà e di disagio devono essere pertanto condivise soprattutto da noi sacerdoti, per poter dare tutti insieme risposte concrete di promozione umana. Un invito ai sacerdoti a farsi sempre più attenti alle storie di povertà, indicando e accompagnando al Centro di ascolto diocesano chi è nel bisogno, per poi essere loro stessi, sulla base delle valutazioni effettuate, a rispondere in modo concreto attingendo dal Fondo di Solidarietà”.