Come ogni anno a cavallo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre Camaldoli ospita un convegno aperto a tutti coloro che lo desiderano dedicato a una riflessione profonda sull’epoca contemporanea. Così quest’anno dal 26 al 28 ottobre si svolge l’XI edizione del Colloquio del gruppo Oggi la Parola, con un titolo “Cercatori di futuro“ volutamente allusivo, perché mai come oggi “il” futuro è una parola da decodificare (scarica il volantino). E non sembra nemmeno all’ordine del giorno l’esistenza di “un” futuro, se è vero che persiste l’espropriazione delle certezze non solo economiche, ma culturali e religiose, e persino affettive. Nonostante la difficoltà del punto di partenza, il Gruppo “Oggi la Parola” si sente depositario di una riserva di speranze per non finire paralizzati dall’oscurità. Coltivare almeno il desiderio è alla portata di tutti.
Il programma del Colloquio 2012 nasce sulla base di tre filoni: Nel cambiamento dell’era digitale – Un futuro vivibile – Quali scelte di modelli di vita. Con il primo filone intendiamo interpretare gli aspetti più significativi dei cambiamenti in atto già gravidi “di” futuro. Qui s’incrociano i nuovi paradigmi culturali che, essendo legati in larga parte alle nuove tecnologie massmediali, presentano un paradosso quotidiano: tali tecnologie, non appena sono fruibili da molti, il giorno dopo diventano desuete. E così il nuovo si propone con una velocità che è essa stessa causa ed effetto dell’interrogativo “di” quale futuro possiamo parlare. Quale ne sia la lettura da fare, la trasformazione della conoscenza ha già prodotto i cosiddetti nativi digitali, che non è solo una categoria generazionale, quanto piuttosto il segno di una cesura, forse irreversibile, tra due modi di conoscere e tra due mondi vitali.
Di qui il secondo filone, Un futuro vivibile, per riflettere su esperienze con cui facciamo i conti ogni giorno: i rebus economici e i puzzles politici. Veri e propri enigmi ad incastro turbano il sonno di ricchi e poveri, di presidenti e cittadini, tranne di quell’un per certo che specula giocando a fare e disfare la proprietà con un colpo di clic, includendo pure i giocatori d’azzardo che puntano a una immagine narcisistica della politica. Ci sembra intaccato il senso comune della cittadinanza e vanificata la salvaguardia d’intervenire sulle scelte che riguardano tutti attraverso la politica (almeno in una certa misura). “Eppur si muove”: senza illusioni o ingenuità, immaginare scenari diversi è forse il codice sociale per un futuro vivibile (cibo, acqua, aria, affetti…).
Questa è la prospettiva da cui guardano gli organizzatori, i quali commisurano il mutamento odierno rispetto al mondo di ieri (o di ier l’altro?) proteso verso il futuro. Nella stagione a cavallo degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, anche grazie a noti teologi dell’immediato post-concilio, i richiami alla speranza cristiana erano in qualche misura “scontati”, mentre oggi sono invece una conquista precaria. Le meditazioni biblico-teologiche e l’intervento finale sui modelli di vita da desiderare, possono aiutarci a inventare un alfabeto comune per unire credenti e non credenti.