1. Buona festa di San Donato a tutti voi!
Ed è una festa della nostra città, della diocesi tutta e di noi comunità.
L’augurio di buona festa raggiunge tutti voi che siete qui e nell’augurio rivolto a tutti e a ciascuno vorrei, in modo particolare,rivolgere questo augurio al vescovo Franco e al vescovo Riccardo; e poi l’augurio a tutti i sacerdoti che sono qui presenti insieme a don Alvaro, parroco della Pieve; e poi ancora ci sono i diaconi, iseminaristi, i ministranti: e anche a loro auguri di buon San Donato; e poi le Istituzioni che qui rappresentano la città, la comunità, i quartieri della nostra città: buona festa di san Donato a tutti voi. E accanto ci sono i bambini e i ragazzi dell’Arezzo calcio: benvenuti anche a voi e l’augurio di tantissima gioia per ciascuno di voi; e poi ci sono le famiglie, la gente della vita di Arezzo: auguri e buona festa di san Donato.
E anche per chi ci segue da casa attraverso Telesandomenico,che ringrazio, un augurio che raggiunge anche gli anziani, chi non può uscire di casa, e anche i luoghi della sofferenza: l’ospedale, il carcere, chi è nella fragilità della vita.
A tutti, davvero, l’augurio di un buon San Donato.
2. Nella festa di oggi, la parola di Dio che abbiamo ascoltato, che ci parla di un pastore e del gregge che viene accompagnato,raccolto, custodito dal pastore, mi ha fatto pensare all’esperienza dell’essere custoditi: una vita custodita.
In fondo, nel segno di un vescovo, come è stato il vescovo Donato, annunciatore, predicatore, operatore di carità e con il coraggio di dare la vita per il Vangelo, noi ritroviamo la figura di chi custodisce la comunità, di chi ha a cuore la vita della gente e delle persone; ma la parola di Dio, parlandoci del pastore e,soprattutto, ricordandoci il buon pastore che è Gesù, vuole annunciare a noi che anche nel segno e nel dono di un vescovo nella comunità, chi custodisce è Dio; è l’opera di Dio, è il cuore di Dio quello del custodire il popolo, dell’avere a cuore la vita di ogni persona.
Potremmo chiederci se noi nella vita ci sentiamo custoditi. Sentirsi custoditi vuol dire sentirsi accompagnati da persone amiche, vuol dire sentire la presenza e la vicinanza nel momento della vita quando diventa più faticosa, vuol dire scoprire che c’è chi ti ama, chi è attento a te e alla tua vita e cerca il bene per te,essere custoditi vuol dire avere l’esperienza del sentirsi voluti,cercati, benedetti nella vita.
Allora oggi dovremmo chiederci: io sento che la mia vita è custodita, è in buone mani, è accompagnata? Faccio l’esperienza di un cammino di una vita che è cercata e che è benvoluta?
Anche voi ragazzi, che siete qui accanto, potete pensarci: chi vi vuole bene davvero? Chi pensa a voi? Chi ha a cuore la vostra vita? Chi si prende cura di ciascuno di voi?
Credo che sia questa la domanda che ci può accompagnare oggi: chi si prende cura di me? Chi ha a cuore la mia vita?
L’annuncio della parola di Dio oggi è che Dio si prende cura di te, Dio ha a cuore la tua vita, Dio cerca la tua esistenza e tutto quello che tu sei.
3. Come ce lo racconta la parola di Dio? Anzitutto, la prima lettura; è una pagina del profeta che racconta come Dio accompagna il gregge su pascoli di vita, accompagna il gregge dove può trovare il cibo e l’acqua per la vita; ci racconta, il profeta, che Dio provvede, cioè cerca la vita, ha a cuore la vita,anzi regala la vita al gregge. Allora, è questo il primo modo con cui Dio custodisce la nostra vita, ci vuole bene e si prende cura di noi: lo fa regalandoci la vita, regalandoci ciò che fa vivere,portandoci alla sorgente della vita, che è la nostra esistenza, che è il provvedere a noi, che è cercare il nostro bene.
Perché Dio per noi vuole solo il bene: Dio non vuole che facciamo questo o quello, Dio vuole la vita, vuole il bene per noi;e lo abbiamo ricordato nella memoria del battesimo con la benedizione con l’acqua, che è dono di vita: il battesimo è il sacramento che regala la vita, regala quella sorgente della vita che è Dio.
Ecco allora un primo modo con cui Dio si prende cura, cerca la vita per te, ti regala la vita, provvede alla tua vita.
4. Ma c’è un secondo modo con cui Dio si prende cura di noi e, ancora, lo troviamo sia nella prima lettura sia nel Vangelo,perché ci viene raccontato che Dio raduna, raccoglie, mette insieme il gregge; addirittura, nel Vangelo ci viene detto che il Signore va a cercare anche quelli che sono fuori dal gregge, va a cercare fuori da quei recinti che tante volte noi costruiamo e chiama a far parte del gregge.
Tutti possono entrare nel gregge radunato dal Signore, senza distinzione: nel gregge di Dio c’è posto per tutti; e Dio crea unità,rende un cammino condiviso e fraterno questo gregge che lui raccoglie.
Che cosa è l’unità che Dio realizza e costruisce nella vita del gregge?
L’unità, cari amici, è l’amore; è un amore accolto, che è l’amore di Dio, ma che fa capaci di amare: questa è l’unità.
L’unità non è semplicemente l’andare d’accordo e non è neanche il pensarla alla stessa maniera; e neppure è essere tutti uguali, tutti della stessa famiglia, della stessa comunità. L’unità si costruisce, invece, sull’amare, sulla bellezza di accogliere amando, sul rispettare gli altri nell’amore, sul valorizzare le differenze, amando.
È crescendo nell’amore reciproco, che è un regalo di Dio, che si può essere una comunità unita, una vera comunità; ma in questo dono dell’amore e nella capacità di amarci, nella capacità dell’amore, Dio provvede a noi, si cura di noi perché – lo sappiamo bene – quando facciamo esperienza dell’amare,abbiamo pienezza di vita, sentiamo davvero che la vita è custodita.
E poi, se ci amiamo reciprocamente, non mancherà mai qualcuno che si cura di te, perché c’è un amore reciproco.
Dio provvede a noi regalandoci la bellezza di amarci.
Anche voi ragazzi imparate a volervi bene, a rispettarvi, a cercare il bene degli altri, a vivere nella bellezza la gioia della vita.
5. C’è un ultimo aspetto che la parola di Dio mette in luce e che racconta la cura di Dio e lo troviamo nell’immagine del buon pastore che è Gesù, che non fugge di fronte ai lupi, come invece fanno i mercenari, come fanno i pastori che non sono buoni.
Gesù non fugge, sta con il gregge e lo protegge: cioè, Dio provvede a noi liberandoci dalla paura.
Se guardiamo al nostro cuore e alla nostra vita, ciascuno di noi può scoprire quali paure abbiamo dentro, quali paure accompagnano la nostra vita: ma Dio provvede a noi, ci pensa a di noi e libera dalla paura. Ma come fa Dio a liberare dalla paura? Promettendo semplicemente di proteggerci?
Certo, è importante: ma il modo più autentico e più grande con cui Dio si cura di noi è – dice il Vangelo – che non scappa, cioè sta con noi, condivide, non ci abbandona, non ci lascia soli in ogni situazione della vita fino alla morte. Dio non ti lascia solo, non abbandona il gregge, accompagna la nostra vita, libera dalla paura.
Ecco: Dio si cura di noi perché ci protegge; e ci protegge camminando con noi nella nostra vita, standoci vicino; Dio non ci abbandona e ci regala la sua presenza.
6. Cari amici e care amiche, vogliamo affidarci a questa cura di Dio, di cui i pastori, e il nostro san Donato, sono annunciatori e testimoni. Vorrei invitarvi ad accorgerci che nella nostra vita non manca chi si cura di te; questo è l’annuncio della parola di Dio:nella tua vita non manca chi ti ha a cuore, chi ti è vicino, chi si cura di te.
Certo, è l’annuncio di quello che fa Dio con noi, ma, ci diceva la seconda lettura, Dio manda dei pastori: i pastori, anzitutto, sono le persone che ti donano la vita, che hanno a cuore il tuo cammino, che davvero si curano della tua esistenza, che ti fanno sentire il loro amore.
La parola di Dio oggi ci dice: queste persone nella tua vita ci sono; nella tua vita c’è chi ti ha cuore, chi ti segue, chi provvede a te, chi custodisce la tua vita. Allora oggi siamo invitati a riconoscere e ad accogliere come dono tutte le persone che nella nostra vita sono presenze che ci accompagnano con cura e sono il volto di un Dio che si prende cura di noi.
In particolare, guardando a san Donato vescovo, vogliamo pregare anche perché il Signore doni alla nostra Chiesa pastori che si curano del gregge, pastori che hanno a cuore la vita delle comunità e delle parrocchie, la vita delle associazioni delle città,la vita delle nostre famiglie, dei più giovani e dei più anziani, la vita dei bambini: ecco, vogliamo davvero pregare che non manchino pastori come san Donato che hanno a cuore la vita della Chiesa, la vita di ciascuno di noi, e chiediamo di poter riconoscere nel volto dei nostri pastori la cura provvidente e buona di Dio.
Ci accompagni e ci custodisca lo sguardo di san Donato vescovo e martire.