Omelia Veglia Pasquale

Racconta il vangelo che di buon mattino, al levare del sole, alcune donne tra cui Maria di Magdala, andarono al sepolcro per onorare il corpo di Gesù.
Andiamo anche noi con loro, seguiamo le donne fino alle soglie del sepolcro. Con loro possiamo vivere lo stupore di vedere che la pietra che chiudeva il sepolcro è già stata fatta rotolare…
E fermiamoci nel giardino del sepolcro. Siamo accanto alla Maddalena. Come ci racconta l’evangelista Giovanni, da uno sconosciuto, parrebbe un giardiniere, a lei viene rivolta una domanda: “Donna, perché piangi?”. Ma come, siamo davanti ad un sepolcro, si vuole onorare il corpo del Signore, Gesù, crocifisso e morto, abbiamo il cuore colmo di delusione e di smarrimento, di dolore e di solitudine e si chiede “perché piangi?”. Abbiamo percorso con le letture di questa veglia la storia della salvezza e su tutto questo cammino potremmo far risuonare la domanda: perché piangi?
Scopriamo che prima della creazione c’era il caos e tenebre, l’assenza di vita; e mi si chiede perché piangi? Per non dire del popolo schiavo in Egitto, e poi nel cammino faticoso dell’Esodo; e mi si chiede
perché piangi? E Abramo, a cui viene chiesto di immolare il figlio Isacco? Gli si può chiedere perché piangi?
I profeti poi ci raccontano di un popolo disperso e in esilio, in attesa di una promessa messianica che non si avvera mai; e gli si chiede perché piangi? Ma poi c’è la nostra vita. Può esserci talvolta la malattia, un lutto; e mi chiedi perché piangi? Ci sono famiglie rovinate da tradimenti o travolte da difficoltà economiche, alle prese con figli che non si riesce più a capire; e mi chiedi perché piangi?
E vogliamo chiederlo a chi è anziano, solo, senza più orizzonti di speranza? Perché piangi? Ma andiamo a chiederlo ai bambini a Gaza, e poi alle famiglie in Ucraina, alla gente di Mosca e negli altri scenari di guerra. Proviamo a chiedere loro, magari con fare sorpreso, quasi meravigliati, perché piangi? C’è la nostra vita oggi, questa notte… magari motivo di piangere c’è anche, fosse solo davanti ad
uno scenario mondiale oggi molto complicato e foriero di venti di guerra. E ci viene chiesto: perché piangi? Ma non si capisce il motivo di queste lacrime? Non è forse la cosa più giusta piangere di fronte a
tanto male? La domanda rivolta alla donna, alla Maddalena però le apre pian piano gli occhi per riconoscere in quel giardiniere il Signore, l’amico risorto, vivo. Allora è chiaro perché quella domanda. La
Maddalena ha davanti il risorto, Gesù vivente e allora perché piange? Perché non lo riconoscere? Se c’è Lui, vivo, non si può piangere… Lo dice anche l’angelo a quelle donne, proprio al sepolcro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui”. E’ un annuncio che penetra nella nostra vita; noi abbiamo questa notte davanti, in mezzo a noi il Risorto, colui che ha vinto la morte con la sua morte. E allora: perché piangete? E’ un annuncio di vita, come quello che ha accompagnato tutte le pagine bibliche proclamate, che ora celebriamo in questa veglia, nei segni della luce e del cero pasquale, nell’acqua che salva nel battesimo, nel pane spezzato presenza tra noi del Risorto. E questo annuncio viene a visitarci, si diffonde il tutto il mondo e allora ci chiede: Perché piangi?Anche noi, come la Maddalena, apriamo gli occhi e possiamo vedere Lui, il Risorto, i segni della sua presenza e del suo amore, allora ci si può asciugare le lacrime e contemplare il trionfo della vita, il Vivente tra noi, la promessa di vita eterna per tutti. Accadrà a noi come ai discepoli che lo vedranno, lo incontreranno vivo e, dice il vangelo, “gioirono al vedere il Signore”. Non più lacrime, ma la gioia. E’ pasqua cari amici, il Signore è vivo, lo è per noi, lo possiamo incontrare e la sua presenza cambia il mondo e lo rende vivo. Egli porta la pace. E’ Pasqua, dovremmo avere gioia nel cuore e occhi pieni di luce e invece… perché piangi?