1. Le Due colombe della Bibbia
Avete ascoltato con me
Ancora una colomba sul fiume Giordano.
Sì il Figlio amato, Gesù inaugura la sua missione di Servo di Jahweh, la sua “vita pubblica”, con un dialogo. Gesù è la parola che ci interpella e aspetta risposta. Quello dell’Evangelo di oggi è un dialogo importante. Gesù parla con Giovanni Battista; ma – nell’economia evangelica – Giovanni è l’Antico Testamento, è la logica dell’osservanza della Legge, delle opere della penitenza per essere meritevoli, rifiutando il male.
Gesù invece propone altro:
2. Un nuovo esodo: ossia come si può uscire dal male che ci affligge
Ancora: vi ricordate l’Esodo antico? Quando il popolo di Dio era schiavo in Egitto; non ce la facevano più a vivere in quel modo. Si rivolsero al Signore e poterono essere liberati dal potere del Faraone d’Egitto; “con mano potente e braccio teso”[1] Dio li fece uscire verso il deserto, ma non li abbandonò dentro il nuovo[2].
Il nuovo per noi si chiama Area Pastorale; si chiama ritrovare il verso per ridarci una mano tutti quanti, nelle situazioni non certo prevedibili in cui la nostra Chiesa diocesana si trova per ridire il Vangelo a tutti. Abbiamo bisogno di darci ancora fiducia gli uni gli altri. Siamo gli Apostoli del Signore, tocca a noi!
Nell’Esodo antico
Ma una Chiesa in movimento vi sta bene? Oppure dobbiamo stare seduti, a ricordare come si era quella volta, come si faceva un tempo… Cari seminaristi, questa è
Ma non chiama solo voi. Le vocazioni nella Chiesa sono tante. Mi piace che avviamo
3. Le acque santificate
Perché Gesù, che è Dio, si fece battezzare da Giovanni nel Giordano? E Giovanni: che gli dice Giovanni? Gli dice: “Ma come mai vieni te a farti battezzare?” …Ragionava con una logica vecchia. Gesù va a santificare le acque, è vero, si immerge dentro che cosa? Dentro la storia, la nostra storia, le nostre storie, Gesù si fa vicino. Battezzare era una parola greca d’uso quotidiano. Vuol dire andare dentro, immergersi, coinvolgerci nelle situazioni esistenziali. Forse gli adulti capiscono meglio che vuol dire una Chiesa che si coinvolge nei problemi della gente. Ci lasciamo coinvolgere in questa nostra Chiesa diocesana? Ho pregato tanto per questa Vista Pastorale. Il popolo che è di Dio, si lascerà coinvolgere?
Non è solo Papa Francesco che ci chiama alla missione; è Gesù stesso che ci chiede di essere missionari nel luogo dove ci è capitato di vivere: ci riproviamo ad andare a ridire il Vangelo agli altri? Ognuno nel suo luogo, nei suoi modi, con
Ma senza la carità chi crederà alla nostra proposta? Diranno: sono venuti a ridirci le stesse cose che sapevamo già!
Cos’è davvero nuovo? Gesù è la misura della carità di Dio: va in croce per noi. Ma oltre al valore esemplare della croce, la passione di Cristo prosegue nel tempo, perché ciascuno di noi possa aggiungere ciò che manca alla Passione del Signore.[4] Quante volte Cristo è crocifisso, proviamo a dirlo? Le famiglie spaccate, quanta sofferenza! Disabilità degli innocenti, vittime della violenza e dell’altrui egoismo: resteremo impassibili pur dicendoci amici di Gesù?
4. La Chiesa torna oggi ad annunziare il Vangelo
Ecco
Il Casentino stamattina è qui fortemente rappresentato. Quando i sacerdoti agiscono il popolo si aggrega, diventa fortissimo. Insieme siamo
I piccoli hanno già fatto il loro, mi hanno invitato a scuola e li andrò a trovare dove sono, nei prossimi giorni.
Vicini alla gente. Credo sia importante ritrovare questa vicinanza che è di Dio: Gesù ha preso l’iniziativa per primo: chi non ha presente la forza del presepe? Gesù è venuto incontro a noi che ci eravamo fatti lontani. Tutti abbiamo tratto vantaggio dal fiat della Madonna. Gesù è il fratello maggiore a cui possiamo rivolgerci con fiducia. Sta a tutti noi, che siamo la sua Chiesa, far sapere ai nostri contemporanei questa grande risorsa: molti non sanno ancora che Dio ci vuole vicino a sé; altri lo hanno dimenticato: il nostro compito è ricordarlo a tutti.
5. Il modo della missione è incontrare tutti
Il quinto tema della nostra riflessione è facile: come si fa a fare questa Visita Pastorale? Bimbi, vi vorrei raccontare una piccola storia. È stato da poco Natale; più o meno siete andati tutti in soffitta a prendere le statuine del presepio o nell’armadio che non si apre mai.
Il primo presepio lo ha fatto san Francesco. Era, in Umbria, alla Porziuncola, a Santa Maria degli Angeli presso Assisi.
Chiamò un suo amico che si chiamava Giovanni. Chissà quanti Giovanni ci sono qui in chiesa stamani, io vorrei che vi sentiste un po’tutti quel Giovanni da Greccio… A Frate Francesco chiese: “Cosa devo fare per aiutarti?”. E Lui rispose: “Non devi fare null’altro che tornare a casa tua e sii accogliente!”. Poi Frate Francesco si mette in cammino. Voi forse siete poco pratici della geografia dell’Umbria. Non ci è detto di dove san Francesco passò per arrivare a Greccio: non si sa se andò da Occidente per Tor d’Andrea, Bevagna, Montefalco e Castel Ritaldi; oppure se passò di qua, per Foligno, Trevi, Campello, ed Eggi. Non si sa! Però arrivò senz’altro a Greccio.
Come? Vorrei fare anch’io lo stesso in questa Visita Pastorale. San Francesco andava paese per paese ad incontrare la gente, dicendo: “Venite con me ad incontrare Gesù?”. E ne portò con sé a migliaia.
Come si può fare per incontrare Gesù? Siete disposti voi ragazzi a venire con me a incontrare Gesù? Ma non per finta: io le cose per finta non le voglio fare! Io sono sicuro che nelle nostre comunità, le radici di fede e di cultura sono sane. Se ci diamo da fare tutti insieme molti saranno disposti a seguire Gesù!
Come gli alberi d’ulivo, una volta che hanno affondato le radici nel sottosuolo, neanche il gelo riesce a farli morire. Dalle radici gettano ancora nuovi polloni. Voi giovani che mi ascoltate siete i polloni del nostro vecchio ulivo, che è un’immagine bella della millenaria Chiesa di san Donato. Con l’aiuto di Dio si può tornare a vedere il bello di un’esperienza che fu degli amici di Gesù; il nuovo, che è la rinascita del popolo cristiano, e il buono, ossia la pace di Cristo e la gioia di essere suoi discepoli in questo nostro tempo. Come Fra Tommaso da Celano scrive di san Francesco accadrà ancora che “il fanciullo Gesù, che era stato dimenticato nel cuore di molti, per grazia di lui veniva resuscitato… e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria”.[8] Sei disposto ad avere parte a questa storia?
Ecco
[7] Preghiera semplice della tradizione francescana. È stata pubblicata la prima volta in Francia, nella rivista ecclesiastica