La città di Gerusalemme rappresenta, per la tradizione ebraica, il centro della sacralità spaziale: posta nel cuore della Terra d’Israele, sede del Tempio, è il luogo centrale della storia ebraica. Scelta da Dio per porvi la propria dimora, riferimento constante per la preghiera ebraica, Gerusalemme/Jerushalaim è definita “città della pace” perché il suo nome contiene l’espressione Shalom, pace. Anche per i cristiani Gerusalemme è “città santa”, perché in essa si sono svolti gli eventi fondamentali della vita terrena di Gesù di Nazareth e per i musulmani Gerusalemme/al-Quds rappresenta il luogo dell’ascesa al cielo del Profeta. Il XXXIV Colloquio Ebraico-Cristiano di Camaldoli in programma dal 4 all’8 dicembre (scarica il volantino di presentazione), sarà dedicato alla “città della pace” con uno sguardo rivolto al suo significato tradizionale, a partire dal ruolo che essa occupa nei testi biblici ebraici e cristiani, ma anche al modo in cui la città viene presentata nella letteratura israeliana contemporanea e al significato che assume nella teologia cristiana.
Saranno anche prese in esame le concrete possibilità di dialogo che oggi sono offerte a ebrei, cristiani e musulmani a Gerusalemme, nel tentativo di superare i conflitti che sembrano smentire la vocazione profetica della città, chiamata ad essere luogo in cui gli strumenti di guerra diventino mezzi di pacifica convivenza tra i popoli.
Il Colloquio di quest’anno viene dedicato alla memoria del Cardinale Carlo Maria Martini, che ha fatto della vocazione universale di Gerusalemme uno degli insegnamenti fondamentali del proprio magistero e della propria testimonianza, scegliendo di trascorre in questa città gli anni conclusivi della propria vita.
Accanto alle relazioni principali, sono previsti incontri tra giovani ebrei, musulmani e cristiani di diverse confessioni, gruppi di studio, riflessioni a due voci sul testo biblico e momenti di condivisione artistica, per consolidare lo spirito di amicizia che caratterizza i Colloqui Ebraico-Cristiani.