“Il monaco che diventa pastore è chiamato a un ulteriore cambio di vita. Gli è chiesto di sacrificare se stesso fino alla fatica della croce quotidiana del servizio agli altri. Sì, la sequela, diventa imitatio, l’ideale si fa conformatio. Gesù, nella sua vita terrena non badò a se stesso e al suo vantaggio, ma a tutti noi, cominciando dai più poveri e bisognosi”. Con queste parole l’arcivescovo Riccardo Fontana ha ordinato sacerdote Sandro Rotili. Nato ad Ascoli Piceno nel 1956, è monaco camaldolese dal 1985. Prima dell’ingresso in monastero si è laureato in Economia e Commercio ad Ancona; ha successivamente lavorato per cinque anni presso la Price Water House Coopers. A Camaldoli, è stato economo generale e anima vari incontri di spiritualità legati al dialogo con la contemporaneità.
“Al pastore – ha detto Fontana – è chiesto di incarnarsi nella concretezza della storia che gli è dato di vivere. La Santa Madre Chiesa diventa il riferimento di ogni sacerdote. La Chiesa Universale, con la sua dimensione di cattolicità e di santità e la Chiesa particolare, dove la Provvidenza ci chiama a vivere, con le sue note esigentissime di unità e di apostolicità. Al monaco che assume il sacro ministero nel sacerdozio, in virtù della stabilitas è chiesto di ‘incarnarsi’ nella porzione del popolo di Dio a cui appartiene. Di farlo innanzitutto con la preghiera; ma a partire dalla Sacra Ordinazione, di farlo anche con il suo personale servizio. L’antica tradizione dell’Ordine di San Benedetto, viva ancor oggi in molte Chiese nel mondo, fa dei monaci esemplari riferimenti per il popolo di Dio in mezzo al quale vivono. Il Sacerdozio per il monaco è un’ulteriore rinunzia. Gli è chiesto di ‘assumere le responsabilità del ministero pastorale… che non sono lievi… perché chi è libero non vi aspiri in modo incauto, e chi le assume in modo sconsiderato provi timore per il passo compiuto'”. Il nuovo sacerdote presterà servizio nella Chiesa aretina-cortonese-biturgense.