Nell’ambito delle iniziative per celebrare il Millenario della fondazione della Concattedrale e della Città di Sansepolcro, la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, la Soprintendenza BAPSAE di Arezzo, il Comune di Sansepolcro con la collaborazione Fondazione Piero della Francesca, hanno organizzato la mostra “MATER AMABILIS – Madonne medioevali della Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro”, che si inaugura venerdì 4 maggio alle 18.00 presso il Museo Civico della città biturgense. L’esposizione, allestita nella sala delle Pietre del locale museo civico e curata da Serena Nocentini, direttrice dell’Ufficio per l’Arte Sacra della Diocesi e da Paola Refice storica dell’arte della Soprintendenza di Arezzo, è costruita intorno ad una “assenza” quella della “Madonna di Prete Martino” (1199) conservata al Bode Museum di Berlino dal 1888.
Proprio l’assenza è il segno caratterizzante di questa esposizione che, attraverso la presenza di 12 statue raffiguranti Madonne in Maestà provenienti da tutto il territorio della Diocesi e realizzate fra il XII e gli inizi del XV secolo quasi tutte in legno tranne la Madonna col Bambino del XIV sec. di ignoto scultore fiorentino realizzata in pietra scolpita policroma e conservata nella cattedrale di San Giovanni Evangelista di Sansepolcro, potrebbe apparire paradossale, ma ha invece il merito di richiamare con grande intensità due fattori: da una parte il fenomeno dell’esportazione di opere dal territorio, che provocò perdite considerevoli intorno alla fine dell’Ottocento e, dall’altra, il perdurare delle testimonianze di una tradizione, di cui tali opere erano gli esempi più salienti, in oggetti di cui è opportuno riaffermare il valore.
“A differenza di quanto accade con Gesù Cristo, non esiste una Vera Imago di Maria – spiega Paola Refice nel saggio ospitato nel catalogo della mostra – non esiste un’immagine ritenuta corrispondente al suo autentico aspetto, che possa perpetuarne il volto secondo una tradizione comune. Nonostante ciò, il Medioevo è abitato dalle sue immagini acheropite, non dovute – si riteneva – a mano umana, spesso attribuite a san Luca”. “Le rappresentazioni della Mater Cristi – scrive invece l’Arcivescovo Riccardo Fontana, Vescovo della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro – sono tutte invito al coraggio e recupero della speranza per chi, meditando la Parola di Dio, si accosta alle realtà soprannaturali. In qualche modo rappresentano la volontà dei cristiani di riscatto di un’umanità bella e giusta, la voglia che la città dell’uomo assomigli alla città di Dio. La scelta della Diocesi aretina, cortonese e biturgense di ricordare il Millenario di Sansepolcro, unica città della Toscana modellata su un progetto teologico, attraverso questa mostra di sculture lignee medievali del nostro territorio, pensate per raffigurare la Madre di Dio e concepite come strumento di culto, è in sé una scelta di campo”.
“Mille anni di storia e di vita saranno raccontati in questo anno attraverso un programma ricco di iniziative e manifestazioni – conclude il sindaco di Sansepolcro Daniela Frullani – Vogliamo infatti fare di questo anniversario non un momento meramente celebrativo e come tale passeggero, ma un’occasione di riflessione su un passato glorioso, che deve essere per tutti noi motivo di orgoglio e di sprone di fronte alle sfide che il presente ci pone. Oggi attorno all’ abbazia, poi duomo, sorge una città viva e attiva, le cui cifre più significative sono state l’espressione artistica e la capacità imprenditoriale in un interscambio particolarmente fruttuoso, come testimonia questo nostro Museo Civico, le cui opere sono testimonianza di creatività artistica, di profonda fede e di generoso mecenatismo da parte di un fiorente tessuto economico.”