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Seconda congregazione generale del Sinodo: omelia dell’Arcivescovo

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        Cari Sinodali,

        il Signore ci dia pace.

  1. 1.Le motivazioni interiori per cui siamo cristiani si manifestino anche nei gesti esteriori.

    Dio scruta i cuori e riesce a cogliere la bellezza di questa Assemblea ricca di fede, di scelte personali in favore del Vangelo. Qui oggi davvero si raccoglie un popolo molto ricco della Grazia del Signore. È Lui che ci ha aiutato a crescere così come siamo. Abbiamo anche una grande responsabilità. Alle nostre spalle c’è una chiesa intera, ampia e vasta. Ci ha chiamati a dar voce alle centinaia di migliaia di persone che rappresentiamo. Questa liturgia si celebra per chiedere la sapienza e l’umiltà di essere la voce dello Spirito, che guida la sua Chiesa.

  1. 2.Il bene comune prevalga sulle opinioni dei singoli, liberi da mentalità mondana e da interessi personali.

    Entrando davanti al Cristo di Cimabue, in questo luogo dove, nei secoli, si svolsero i Sinodi della Chiesa aretina, abbiamo lasciato fuori vanagloria e visioni di parte. Siete tutti miei consiglieri, perché io possa raccogliere con sentimenti soprannaturali ciò che giova a questa Chiesa diocesana, al bene comune di tutte le persone che vivono tra il Tevere e l’Arno. Insieme, siamo missionari del Vangelo, chiamati ad esprimere con la nostra vita la professione della fede che abbiamo nel cuore, e a renderci testimoni disponibili a far giungere a tutti l’eco dell’esperienza che stiamo vivendo.

  1. 3.La Parola di Dio è il riferimento della nostra vita.

    Con i ritmi del Salmo 18, abbiamo detto che la Parola è il riferimento della nostra vita, perché è perfetta e giusta, rinfranca l’anima, fa gioire il cuore, dura anche oltre il tempo e le vicissitudini quotidiane. Siamo un popolo davvero fortunato, perché abbiamo Dio vicino che non ci giudica, ma ci parla; non ci condanna, ma ci salva. Riusciremo noi a far tornare in ciascuna delle 836 comunità – i nostri paesi – il fascino della Parola che illumina le coscienze e dà sapore alla ricerca di qualità che ci appartiene?

    Ci attendono i bambini, che fin dalla culla ci provocano sul senso della vita. I nostri giovani, qui largamente presenti, sono la voce dei loro coetanei che si aspettano da questa Chiesa che sia coerente con il Vangelo. In un mondo fragile e trascinato dagli slogan dei social, studiati per portare consenso a pochi, le donne e gli uomini del nostro tempo ci chiedono d’essere lievito di libertà.

    La Santa Madre di Dio è invocata in questa Chiesa sotto il titolo del “Conforto”. Siamo noi capaci di confortare gli anziani, di esprimere vicinanza ai malati, di promuovere giustizia verso i poveri e di consolare gli afflitti: solo così saremo beati.

  1. 4.Agli Apostoli, Dio affida scelte che hanno valore trascendentale. La forza della preghiera attua la promessa di Gesù, presente in questa Assemblea.

    Dio si fida di noi. Ci affida il compito delicatissimo di ascoltare lo Spirito e di fare, attraverso questa Assemblea, scelte che edifichino e indichino la via del Cielo, facendo tutto il bene possibile su questa Terra. Ci è chiesto di dedicare rinnovato impegno all’educazione dei giovani, alla consapevolezza politica, all’impegno sociale, alla ricerca del vero, del giusto e del bello.

    Una chiesa piena di fede si candida sotto queste vetuste capriate a essere anima del mondo, di fare a questa società il servizio di richiamare all’integrità della vita e alla santità personale.

    Dal Cielo si uniscono a noi le centinaia di migliaia di fedeli, che ci hanno preceduto nel Regno: vorrei che li sentissimo presenti e che dessimo loro voce negli interventi che faremo. Siamo orgogliosi di essere “figli di santi” (Tb 8, 5).

    Si celebra ancora in questo Sinodo un ideale matrimonio, che ci lega indissolubilmente alle sorti di questa città, delle 246 parrocchie e a tutti gli uomini di buona volontà. “I care” diceva don Milani ai suoi ragazzi per prepararli ad essere responsabili nella vita, anche a noi ci sta a cuore la moltitudine di persone con cui ci incontriamo nella vita. Non vogliamo sfuggire all’impegno che Dio ci dà. Ci è chiesto di svegliare la gente che vive accanto a noi e di far capire a tutti la forza della preghiera, con cui anche quello che sembra impossibile diventa storia. Sì, Gesù lo ha promesso (Cfr. Mt 18, 20): è presente in questa Assemblea, dove, quasi in cinquecento, siamo riuniti nel suo nome.

Sinodo diocesano il 15-16 settembre la seconda Congregazione generale

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Il Sinodo diocesano si appresta a vivere un’altra importante data della sua storia.

Sabato 15 e domenica 16 settembre, i membri del Sinodo sono stati convocati dall’arcivescovo Riccardo Fontana nella basilica di san Domenico per la seconda congregazione generale in cui verranno esaminati i testi, corrispondenti alle tre parti dell’Instrumentum laboris, emendati secondo le indicazioni date dai Circoli minori e il lavoro di organicità delle stesse svolto dai Circoli maggiori.

La Congregazione generale avrà inizio sabato 15 settembre con la celebrazione eucaristica alle ore 8.30 nella basilica di San Domenico, al termine della quale saranno avviati i lavori assembleari.

I lavori sono suddivisi in tre sessioni, corrispondenti alle tre parti dell’Instrumentum laboris (scarica la prima, la seconda e la terza parte); si inizierà al mattino del sabato con la prima parte, nel pomeriggio l’esame della seconda parte, mentre la terza sessione, dedicata all’ultima parte del documento, si svolgerà a partire dal primo pomeriggio di domenica 16 settembre.

Ciascuna sessione sarà introdotta dalla relazione dei moderatori dei Circoli maggiori atta ad illustrare l’esito del lavoro del rispettivo Circolo, al termine della quale seguiranno gli interventi dei sinodali.

Come previsto dal Regolamento del Sinodo (art. 29), ogni sinodale ha diritto a un intervento orale di tre minuti nel corso di ciascuna sessione o, se preferisce, consegnare alla presidenza del Sinodo il proprio intervento per iscritto.

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San Donato, consegnati gli elaborati dei Circuli maiores

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“Il Patrono san Donato ci dà la misura dell’agire comune. Il suo stesso nome dice l’identità di questa Chiesa, che si fonda sulla generosità di ciascuno ed è dono per tutti. Il Santo Martire ci ricorda questa sera, che l’unità si raggiunge soltanto se ciascuno cede qualcosa del proprio, pur di costruire una storia comune. Il Martire ci insegna che solo con il sacrificio ad immagine di Gesù, si passa alla fatica del vivere d’ogni giorno alla Resurrezione, una rinascita che è dono dello Spirito.

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Sinodo: al via i lavori nei circoli maggiori

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Con intensa partecipazione si è svolta venerdì 29 giugno, in Cattedrale, la celebrazione Eucaristica, presieduta dal vescovo Riccardo, con i  470 sinodali (membri de iure, eletti, di nomina vescovile) riuniti per consegnare nelle mani del Presule il frutto del loro lavoro.

I 470 sinodali, come noto, suddivisi in 41 Circuli minores, in questi mesi – dall’8 aprile, giorno dell’apertura ufficiale del Sinodo diocesano nella Basilica di san Domenico – hanno lavorato sull’Instrumentum laboris, redatto sulla base delle consultazioni presinodali e contenente la prima proposta di documento del Sinodo che è stato loro proposto, ed hanno espresso riflessioni auspici, indicazioni secondo una griglia di lavoro comune.

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S. Pietro e Paolo, omelia dell’Arcivescovo alla redditio dei circoli minori

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Venerati fratelli nel sacerdozio,

carissimi sinodali:

il Signore ci dia pace in questo atto ecclesiale, che stiamo facendo!

 

1. La comunione con il Vescovo di Roma

         Il Santo Sinodo aretino è chiamato nella cattedrale per rinnovare quest’oggi la piena comunione della nostra Chiesa diocesana con il Papa.

         Non è un atto dovuto e neppure formale. È invece un tema, che ci fa riflettere sul significato vero di comunione. L’Apostolo Giovanni insegna che chi dice di amare Dio, ma non ama i propri fratelli “è un mentitore”[1]. Questa è l’occasione propizia per ripensare che non abbiamo la possibilità di piamente moltiplicare le comunioni eucaristiche e poi non curare la comunione con la nostra Chiesa. Il cammino sinodale serve per recuperare questa dimensione.

         Comunione e comunicazione hanno la stessa radice. Talvolta si ha l’impressione, nella Chiesa, di parlare tra “sordi e muti”. Si sente quel che vien detto, ma non si interiorizza. È un continuo parlare, ma non si costruisce la comunità ecclesiale.

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Sinodo diocesano; i circoli minori consegnano i lavori

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Il 29 giugno – giorno in cui la Chiesa universale ricorda i Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma e della Cristianità – la chiesa aretina-cortonese-biturgense si prepara a vivere un altro importante appuntamento comunitario del sinodo diocesano, ufficialmente aperto lo scorso 8 aprile.

In quell’occasione difatti, al termine della Santa Messa in Cattedrale, in processione, i 470 sinodali (membri de iure, eletti, di nomina vescovile) raggiunsero la basilica di san Domenico, luogo dei lavori sinodali plenari, per la prima Congregazione generale.   

Da quella data ad oggi, i sinodali, suddivisi in 41 circoli minori, hanno lavorato sull’Instrumentum laboris, redatto sulla base delle consultazioni presinodali e contenente la prima proposta di documento del Sinodo che è stato loro proposto.

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Avvio del Sinodo diocesano. Omelia del vescovo Riccardo

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  1. Perché un Sinodo diocesano?

         La Scrittura nella pagina che abbiamo ascoltato quest’oggi, dice “Un cuor solo e un’anima sola”[1], questo fu il progetto delle prime comunità cristiane.

         Il Santo Sinodo, i cui lavori andiamo ad avviare tra breve, è il più forte segno di unità, ma anche la scelta di riprendere il dialogo con tutti, con chi si definisce credente, ma anche con chi sceglie di definirsi non credente. Nell’ascolto vicendevole dei 500 delegati, eletti nelle parrocchie, nelle unità pastorali, nelle foranie, nelle sette zone della Diocesi, si raccoglie la voce di un popolo intero, che, in questa fase della storia, si pone idealmente tre domande: chi siamo? Cosa ciascuno può fare? Come far arrivare il Vangelo a tutti, in Terra di Arezzo, sia a chi è qui da sempre, come pure a chi, da lontano, è giunto tra noi.

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Il Sinodo diocesano apre i lavori

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Data storica per la Chiesa diocesana quella di domani 8 aprile, domenica in Albis e festa della Divina Misericordia, per l’apertura del Sinodo diocesano. Quasi diciassette mesi per arrivare a questo giorno. Era, difatti, il 20 novembre 2016 quando il vescovo Riccardo annunciò “al Popolo di Dio della Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, al Presbiterio, al Collegio Diaconale, ai Religiosi e alle Religiose che operano nella nostra Diocesi, alle Famiglie e a quanti vivono la fede con impegno ecclesiale” il decreto, a sua firma, con il quale convocava la diocesi a sinodo.

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Giovani, incontro con Giacomo Costa

Giacomo Costa

Domenica 11 Marzo, alle 16, nel seminario vescovile di Arezzo, con la relazione di padre Giacomo Costa, sj, “La cura dei giovani, nessuno escluso”, si conclude la fase preparatoria del Sinodo diocesano che, come noto, inizierà i propri lavori il prossimo 8 aprile, domenica in Albis, al quale parteciperanno 470 sinodali (membri de iure, eletti, di nomina episcopale) chiamati a dare il proprio contributo, secondo l’Instrumentum laboris predisposto ad hoc.

Il sinodo diocesano – convocato dal vescovo Riccardo il 20 novembre 2016 – è il primo sinodo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

Dal giorno della convocazione a quello dell’inaugurazione, il sinodo ha avuto un intenso periodo di preparazione con undici incontri, tenuti da esperti qualificati, su varie tematiche e padre Giacomo Costa, gesuita – chiamato da papa Francesco a ricoprire il delicato incarico di Segretario speciale della XV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, in programma il prossimo ottobre, dal 3 al 28 – conclude questa lunga fase preparatoria.

Padre Costa, nella sua relazione, soffermerà la propria attenzione su come la Chiesa, alla luce della fede, possa accompagnare i giovani nelle scelte fondamentali di vita: studio, lavoro, affetti, impegno sociale ed ecclesiale. Un accompagnamento rivolto a tutti i giovani nessuno escluso, in coerenza con lo stesso atteggiamento di cura che ha caratterizzato il precedente sinodo, nei confronti della famiglia, e che verrà debitamente sviluppato, nel prossimo autunno, all’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi convocata sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

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