Messa in Passione Domini, omelia dell’Arcivescovo

crocifissione

Fratelli e sorelle amati, di fronte alla croce, segno efficace dell’amore di Dio, proviamo a riflettere insieme sulla singolare vicenda della nostra redenzione.

  1. Perdono Signore per la nostra sufficienza

La storia di Gesù capovolge il nostro modo di giudicare: davanti al crocifisso cambiano i valori della società, ricca e prepotente, che pretende di essere anche onnipotente. Eppure si rinnova in ogni generazione la galleria degli orrori, come già il libro della Genesi, quando insegna gli effetti del peccato di Adamo ed Eva: violenza, concupiscenza e razzismo. Non vi pare che possano essere letti in questo modo la terribile guerra che sconvolge la Siria e il Medio Oriente, la ricerca sfrenata del piacere che mina le famiglie, l’attitudine con cui si considerano gli immigrati? C’è un egoismo sempre più diffuso, che è peccato. Non siamo migliori dei nostri padri. Anche questa generazione ha bisogno di essere salvata: “Ecco il mio servo avrà successo: come molti si stupirono di lui, tanto era sfigurato, così si meraviglieranno di lui molte genti…” 1.

La meraviglia nel Vangelo è la condizione dell’animo di chi incontra il Signore che fa miracoli. Il miracolo più grande di Lui è il Figlio Dio che va in croce pur di salvarci. La misericordia del Cristo ci sorprende, perché supera ogni nostra aspettativa.

 

  1. L’albero della conoscenza del bene e del male fu l’albero dell’arbitrio nel Paradiso Terrestre

L’albero della croce è l’albero del rimedio dei guasti fatti con l’arbitrio. Gesù si è caricato delle nostre contraddizioni come di un peso. È la grande fatica di Dio per non lasciare che la presunzione faccia andare in rovina tutti noi, pensati da Dio come il capolavoro del creato.

Anche questa generazione ha bisogno di un supplemento d’amore, per impedire che ci feriamo vicendevolmente: da soli siamo capaci di soggiogare gli altri, di approfittarci di loro, di dominare. Sono i nomi della nostra invidia, della gelosia, della presunzione.

Come Israele antico con il vitello d’oro anche noi, davanti ai falsi dèi creati da noi, andiamo fuori strada. Il primato dell’economia su tutto, la ricerca sfrenata del piacere, l’affermazione di sé ad ogni costo sono peccato, la riedizione contemporanea di Sodoma e Gomorra.

L’umiltà di Cristo, la sua mansuetudine, la sua povertà trovano il compimento nella croce. La Passione del Signore è segnata dal suo popolo che lo condanna a morte, dal tradimento dei suoi amici, dalla beffa della soldataglia romana, dal dolore fisico dei flagelli, dal tormento dei chiodi infitti nella carne viva.

 

  1. Solo l’amore è la medicina che salva e rinnova il mondo

La crisi di questi decenni è visibile nella caduta degli ideali di unità del genere umano: il risorgere di segnali di guerra fredda tra i potenti del mondo, la tentazione di rompere l’unità dell’Europa, il contrasto sociale, il risorgere dello scontro tra culture bestemmiando il nome di Dio; ma anche la fragilità dei matrimoni, laddove il rapporto di coppia, cessa d’essere espressione d’amore, per diventare confronto e affermazione di sé.

La croce del Signore vorrei che tornasse ad essere per tutti segno di speranza: “Non ne avevamo stima…eppure… per le sue piaghe siamo stati guariti”2. I guasti non si sanano da soli, occorre chi li ripari. La croce è il segno del potere infinito dell’amore: dare la vita per gli altri è spenderla bene. Che te ne fai di una vita, se non la spendi bene? Sull’esempio di Gesù anche noi possiamo fare la nostra parte, accettando la piccola croce quotidiana della nostra vita. Niente è più assurdo che spendere la vita da insulsi, senza aver fatto altro che pensare solo noi stessi, è già parte dell’inferno della noia.

 

  1. La croce è la cattedra da cui Cristo ci insegna come avere parte alla salvezza

Eravamo sperduti come un gregge, ognuno seguiva la sua strada…Quando offrirà se stesso in espiazione… giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità”3 .

Gesù che si carica della croce è il rimedio opportuno alle nostre contraddizioni. “Gli darò in premio le moltitudini…perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato tra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori…4.

Portare i pesi gli uni degli altri è la medicina che guarisce il nostro egoismo. “Insieme” è parola divina, comunicare è il suo verbo, servizio é il suo effetto. Insegna Papa Francesco che Il nemico contro cui lottare non è soltanto l’odio, in tutte le sue forme ma, ancor più alla radice, l’indifferenza; perché è l’indifferenza che paralizza e impedisce di fare quel che è giusto anche quando si sa che è giusto”5

 

  1. Tre esortazioni dalla Chiesa apostolica di Alessandria

La croce ci insegna che Dio non abbandona nessuno: “Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno”6.

Non si è mai udito che qualcuno si sia rivolto a Dio per aiuto e non lo abbia ottenuto. Noi riteniamo di sapere sempre quello che è bene. Dio è un padre provvido che ha compassione di ciascuno di noi. Ma noi riteniamo di non raccogliere le proposte del Signore, che riesce a cambiare in bene persino il male e il dolore. Persino la morte, talvota, è un angelo che libera.

“Laudato si’ mi Signore per sora nostra morte corporale, dalla quale nullu homo vivente po’ skappare. Guai a quelli che morranno ne li peccata mortali. Beati quelli che troverà nelle tue santissime voluntati, ka la morte secunda nol farà male”7.

 

La confidenza con Dio Padre è fonte della salvezza: “Cristo nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche…e fu esaudito per la sua pietà”8.

Di fronte alla croce rinnoviamo stasera il nostro desiderio di tornare in amicizia con Dio. Tutto il resto conta di meno.

 

Collaborare alla fatica di Dio, a vantaggio degli altri, accettando il piccolo ruolo che ci è richiesto: “Egli è causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono”9.

 

Pertanto, fratelli miei, con umiltà e confidenza nella misericordia di Dio, adoriamo ora la Santa Croce, attraverso la quale Gesù ci ha salvato.

1 Is 52,13-15a

2 Is 53,3-4

3 Is 53,6

4 Is 53,12

5 Papa Francesco, Allocuzione del 29 gennaio 2018

6 Ebr 4,14-16

7 San Francesco, Cantico delle Creature, 25

8 Ebr 5,7

9 Ebr 5,9