Monte San Savino torna a parlare di Giulio Salvadori, poeta e critico letterario vissuto tra la seconda metà del 1800 e gli inizi del ’900. Dopo il successo dei festeggiamenti dell’anno scorso per i 150 anni della sua nascita, che portarono in città tra gli altri il cardinale Angelo Scola, sabato 5 ottobre si svolgerà al Teatro Verdi la 27esima giornata salvadoriana. Al centro dell’appuntamento di quest’anno il tema «Giulio Salvadori e il mondo ebraico». A partire dalle 17, sono previsti interventi del professor Roberto Pertici, dell’Università degli studi di Bergamo e le testimonianze di Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano e di Giorgio Israel dell’Università La Sapienza di Roma. Nell’occasione è in programma anche la premiazione della prima edizione del Concorso bandito dal Centro studi «G. Salvadarori».
«Le celebrazioni della Giornata salvadoriana saranno l’occasione per dare rilievo ad un Giulio Salvadori pioniere – spiega Bruno Rossi del Centro studi Salvadori -. Il pensiero aperto e accogliente dell’intellettuale savinese, è da considerarsi in forte controtendenza rispetto al periodo in cui visse. Un pensiero non alimentato dal pregiudizio e dallo stereotipo nei confronti dell’altro e in particolare di chi aveva un credo religioso diverso. Quello che stupisce è la sua capacità di saper ascoltare, di essere una personalità dialogante nei confronti del «diverso». Salvadori faceva quotidianamente pratica di dialogo».
Nato a Monte San Savino il 14 settembre 1862 Giulio Salvadori è uno degli intellettuali di spicco della letteratura italiana. Conosciuto anche come il «Poeta di Dio», per la sua particolare devozione e il suo impegno nell’annuncio della fede cattolica in versi artistici e nella vita di tutti i giorni. La sua inclinazione verso gli studi umanistici si manifesta fin dai primi anni della sua vita, e si consolida grazie ad amicizie importanti, come quella con lo storico e archeologo Gian Francesco Gamurrini, che riconosce in lui da subito le doti dello scrittore e del letterato invitandolo alla lettura dei classici. La sua fede è alimentata fra gli altri dalla madre Elisa Nenci, che porta spesso i figli al vicino convento delle Vertighe. Qui Giulio troverà l’ispirazione per la stesura di due poesie che scriverà in età adulta, ricordando quelle uscite dell’infanzia.
Fu professore di Letteratura italiana all’università «La Sapienza» e preside della Facoltà di lettere e filosofia dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nonché revisore per volere del Papa Pio X dei testi del Catechismo, come testimonia una lettera scritta dal segretario della commissione mons. Pietro Benedetti a Padre Cordovani. Nei suoi confronti è in corso la causa di beatificazione. E la città di Monte San Savino continua a tenere vivo il ricordo del poeta e uomo di fede.