Con una semplice cerimonia, il vicario della Diocesi, mons. Gioacchino Dallara, ha riaperto al culto religioso la chiesa di Sant’Agata a Cantalena. L’antica chiesetta del noto borgo cortonese era andata quasi distrutta nel 1999, a seguito dell’esplosione di una bombola di gpl utilizzata dal parroco don Rodolfo Catorcioni per dare un minimo di riscaldamento invernale ai suoi anziani parrocchiani. Da allora Cantalena si è quasi spopolata e a presidiare quel meraviglioso angolo dei nostri monti son rimaste appena due famiglie.
Una è quella di Walter Bernardini che, attorniato dalla moglie Roberta Martini, dal figlio Michele, ha fatto gli onori di casa rappresentando tutta la comunità cristiana cantalenese di ieri e di oggi, ma , come ha ben sottolineato mons. Dallara, «rappresentante con i figli anche del domani di questo borgo cortonese». Un borgo che, con questa piccola cerimonia, mette a dimora un nuovo seme di speranza cristiana di rinascita e di avvio di costruzione di un domani che riparte proprio dal ricordo dell’indimenticabile parroco don Rodolfo, che lo guidò ininterrottamente per quasi tutto il Novecento e che con il restauro della propria chiesetta riparte non dal transitorio economico, ma dai fondamentali dell’anima cristiana di una comunità avvezza a guadagnarsi il vivere lavorando con il sudore della propria fronte. Anche il restauro, magistralmente studiato e guidato sul campo dall’architetto cortonese Silvia Poggioni, è un segno positivo di chi crede nel domani e nei valori della «piccola patria». L’opera di recupero e restauro è stata finanziata dall’Istituto diocesano del Clero, guidato da Mons. Donato Buchicchio e in quest’occasione degnamente rappresentato dal vicepresidente, architetto Gino Lelli .I lavori sono stati eseguiti dalla Ditta Gielle di Genito Luigi, dal noto maestro artigiano Egisto Poggioni e, in parte, dallo stesso Walter Bernardini, che è il conduttore dell’agriturismo Sant’Agata, ormai da un decennio nell’antico complesso degli edifici e dei terreni parrocchiali. Nel corso della piccola cerimonia di inaugurazione della chiesa, Mons. Giocchino Dallara ha avuto modo di apprezzare i beni artistici e di devozione popolare conservati in Sant’Agata di Cantalena: dal fonte battesimale in masso unico di pietra locale, ora ben collocato sul lato sinistro dell’ingresso principale, ai due altari laterali, alla parete affrescata dal pittore Lucibello, alla croce lignea appoggiata a destra, alle icone di Sant’Agata e di San Michele, all’altare medioevale centrale. Il tutto, sia nel pavimento di ottimo cotto fiorentino, sia negli intonaci a malta bastarda e di color ocra, sia nella copertura a capriate e pianelle, racchiuso in una navata unica e ora riportata allo splendore delle sue origini. Un insieme architettonico e culturale di grande valenza, che così è stato presentato , nel corso del suo breve , ma appassionato intervento dall’architetto Silvia Poggioni, curatrice del restauro: «L’impianto originario della chiesa sembra risalire al 1200, ma le prime notizie certe, relative alla Chiesa di Sant’Agata a Cantalena, risalgono al 1426, quando era riservata al popolo la nomina dei parroci. Intorno al 1500 fu unita alla parrocchia di S. Michelangiolo a Populonico ed eretta a Prioria. Assunse allora l’attuale struttura muraria. Nello stesso periodo (1523) Bartolomeo Turpino Zaccagnini cortonese, allievo del Signorelli, dipinse la tavola raffigurante la Madonna con il Bambino, S. Michele e S. Agata. Nel restauro del 1943 la chiesa fu alzata di un metro, il tetto e il pavimento furono rinnovati, l’orchestra fu tolta e le finestre da rettangolari furono ricostruite ovali. Il fonte battesimale in pietra serena è datato 1659. Gli affreschi nella facciata orientale sono dell’amalfitano Ignazio Lucibello (1904-1970), che insegnò disegno nelle scuole di Cortona nel periodo bellico. La croce esterna alla chiesa, posta sul piazzale antistante l’ingresso, è in ghisa fusa ed è stata realizzata dalla Fonderia del Pignone di Firenze. La semplice cerimonia presieduta dal Vicario generale Mons. Dallara si è conclusa con un arrivederci al 10 agosto, quando gli ultimi cantalenesi, guidati da Walter Bernardini, organizzeranno una festa parrocchiale all’antica, aperta a tutti i montagnini, a tutti i cortonesi e a tutti coloro che vorranno godere un buon pomeriggio e una buona serata di mezza estate in un’oasi naturale sui monti cortonesi, ancora incontaminata e salvata dall’amore romantico dei suoi ultimi abitanti. Mons. Gioacchino Dallara si è già impegnato a celebrare in quell’occasione una Messa in onore di Sant’Agata con la partecipazione di tutti i montagnini cortonesi.