Omelia Passione del Signore

1. Celebriamo quest’oggi, in questo Venerdì Santo, la vita che si dona, l’amore che si dona. Ci è stato annunciato dal testo del canto del Servo di Yahweh il racconto e la memoria della vita di un uomo, di un servo di Dio, che ingiustamente viene perseguitato e, nell’amore, dona la vita; ed è tutto il racconto della passione che abbiamo, non solo ascoltato, ma vissuto in questa celebrazione, un racconto nel quale, passo dopo passo, seguendo Gesù fin sotto la croce, fino a quella croce dove ci saranno la Madre e il discepolo amato, vediamo e contempliamo la vita che si dona, l’amore che si dona.
Due aspetti, due tratti, possiamo raccogliere questa sera nello scoprire e contemplare in Gesù la vita che si dona.
2. C’è un filo rosso, un tema che accompagna tutto il racconto della passione di Giovanni, ed è il tema della regalità di Gesù. Egli è il re: soprattutto nel dialogo con Pilato emerge questo riflettere e confrontarsi sulla regalità di Gesù. Gesù Cristo, il re dei giudei: quella sarà l’iscrizione che metteranno sulla croce. Noi sappiamo che il re è colui che ha la responsabilità di un popolo, ha la responsabilità della guida, del bene, della vita del popolo; il re è colui che nella sua regalità si fa carico della vita del popolo. E’ la vita di Gesù, la vita donata di Gesù, l’amore donato di Gesù che mostra la sua regalità: facendosi carico del popolo, facendosi carico come Salvatore di tutti noi, della nostra vita. La vita donata è vita che porta altre vite, che si fa carico del cammino di altri, dell’esistenza degli altri, e dona la salvezza; la vita donata di Gesù, la vita donata del re, che facendosi carico di tutti noi ci dona la vita per sempre la salvezza.
3. Un altro tratto possiamo raccogliere nel racconto di passione e nello sguardo alla vita donata, e sono le parole di Gesù rivolte a Maria e al discepolo amato: “Donna, ecco
tuo figlio; figlio ecco tua Madre”. In esse viene celebrata la vita: la madre scopre la bellezza e il dono di una nuova maternità, di una vita piena, e il figlio, il discepolo amato, riscopre il dono di una vita che è
nell’essere figlio; è una parola che dice la generatività, è una vita donata che genera nuova vita. Allora, la vita di Gesù donata sulla croce nell’amore è vita che dona vita, che suscita vita, che crea legami di vita rinnovati e nella pienezza; come tra la madre e il figlio, la vita donata di Gesù è una vita che dona la fecondità della vita. Contemplando la croce, contempliamo questa vita donata di Gesù nell’amore e sentiamoci da lui custoditi, accompagnati e salvati; sentiamoci da