Messa Internazionale nella Basilica di San Pio X, Omelia dell’Arcivescovo Riccardo Fontana a Lourdes

Omelia-Lourdes

Fratelli e sorelle nel Signore,

siamo noi quest’oggi le folle al seguito di Gesù,

perché da Lui ancora esce una forza che sana tutti (cfr. Le 6,19).

 

1. “Padre… non ci abbandonare nella tentazione”

“Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.” (Lc 6,26). La ricerca del consenso, l’affermazione di sé, è una tentazione molto grande anche nella chiesa. Siamo gli amici di Gesù, non i creatori di miti, affamati di applausi.

La gente del nostro tempo ancora una volta ha bisogno di profezia. Ci vuole il coraggio di resistere alla filosofia oggi vincente, di mettere l’economia al di sopra di tutto, sacrificando talvolta le persone e la loro dignità. A noi apostoli di Gesù tocca il pesante ruolo di mostrare l’alternativa: non soltanto a parole, ma con i gesti della quotidianità.

O Dio, liberaci dal peccato del compromesso col mondo, nell’ambito sottile, apparentemente innocuo, di cercarne il consenso.

 

2. I troppo sazi e la fame nel mondo

Come San Francesco nostro patrono, vogliamo dire ancora con il Vangelo, “beati i poveri” (Lc 6,20), perché liberi dalle logiche del peccato sono più interessati a far parte del Regno di Dio.

Sono 7 anni che Papa Francesco ripete che l’indifferenza è “virus contagioso’’’ che si contrasta con la “responsabilità e la memoria”. Anche in questo terzo millennio occorre costruire pazientemente la città dell’uomo a immagine della città di Dio. Costa sacrificio, impegno, fatica. Il Signore che ci ha chiamati a lavorare nella sua vigna tutti sanno che è molto generoso.

Abbiamo una gran colpa, anche della Chiesa in Italia: abbiamo abbandonato la formazione, non solo quella dei giovani, ma anche quella di adulti, dei quali poco ci curiamo, soddisfatti del piccolo gruppo che ci gira intorno e poco capaci di intercettare la fame di Parola di Dio, di quelli che non riusciamo a raggiungere, per nostra pigrizia o ignoranza.

Ci siamo lasciati incantare dal pericoloso meccanismo di forzare le coscienze con l’abile gestione delle notizie: ad un tempo fruitori, come giusto, del mondo dei social, ma talvolta inconsapevoli vittime di abili manovratori. Le notizie, anche quelle vere, lanciate nel momento sbagliato e con abilità malevola, possono fare male. C’è bisogno di responsabilità e di coscienza.

Gli immigrati che varcano il mare per giungere sulle coste del mediterraneo sono le vittime delle politiche dell’occidente plutocratico. C’è chi si riempie la bocca di diritti dell’uomo, ma seguita a favorire regimi totalitari di paesi africani. Così fanno milioni di affari e favoriscono complici dittatori, che affamano il loro popolo lasciandolo nell’ignoranza. Sono gli autori dell’incendio che ha devastato la foresta primaria in Brasile pur di sfruttare anche quel territorio per coltivazioni intensive. Sono le storie di popoli asiatici repressi da regimi che ancora si chiamano socialisti.

3. Le diversità sono dono dello Spirito, le divisioni sono opera del maligno

L’odio è diabolico, il satana divide, lo Spirito di Dio unisce. La superbia della Torre di Babele ha confuso le lingue del mondo, la capacità di intendersi e di integrarsi. “Guai a voi che ora ridete perché sarete afflitti e piangerete” (Lc 6,25b). La politica del nostro tempo è dominata dallo scontro fra i potenti. Si cerca perfino di far tramontare il sogno europeo, di tre grandi cattolici – De Gasperi, Schuman, Adenauer. Creando divisioni sarà più facile dominare anche noi europei. Da questo luogo santo alziamo una preghiera perché la Beata Vergine Maria, figlia di Israele, fermi l’antisemitismo rinascente, riapra il dialogo tra i figli di Abramo, tocchi il cuore dei violenti e faccia ritrovare il gusto della fraternità. Il suo contrario è sofferenza di molti e dolore di tutti quelli che hanno capacità di capire. Ma non sarà sempre così. Con l’impegno dei giusti la storia cammina veloce e cadono i falsi dei: “Beati voi che ora piangete, perché riderete” (Lc 6,21b).

4. L’impegno dei cristiani

Quanti siamo qui adunati, in santa assemblea, fai, o Signore, che diamo ancora splendore alla vocazione santa che ci ha fatto cristiani: “considerate la vostra chiamata” (ICor 1,26).

Fa’ che torniamo alle nostre occupazioni rigenerati dalla Grazia santificante e forti di una indimenticabile esperienza di Chiesa. La messe è molta, ma gli operai sono qui, attorno al tuo altare, pronti ciascuno a fare la propria parte.

(in francese)

Le chiese d’Italia qui convenute sono piene di gratitudine verso i cattolici di Francia che tengono viva l’esperienza tra il fiume Gave e la grotta di Massabielle, che fanno grande Lourdes nel mondo e ripropongono la fede millenaria di questa grande nazione, che ha espresso centinaia di Santi.

(in inglese)

I cristiani delle varie nazioni del mondo, riuniti in questa festosa assemblea, ringraziano Dio per il dono di essere cattolici, cioè universali. L’incontro con i fratelli di fede che provengono da altre storie e culture diverse è una sorta di rinnovata Pentecoste interiore. Il Signore ci dia il coraggio di non vantarci di fronte a Lui (ICor 1,31). È Lui, Gesù, che è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione.

A Lui rinnoviamo il nostro gioioso affidamento.