Veglia di Pasqua: omelia dell’Arcivescovo

Resurrezion_Piero

Fratelli e sorelle nella fede:
La scelta di vegliare al cospetto di Dio, esprime la volontà di rinnovare la nostra appartenenza al Signore. Quattro sono i segni che scandiscono la preghiera: Il fuoco nuovo, l’ascolto della Parola di Dio, il Battesimo e il rinnovamento delle nostre promesse, l’Eucaristia.

1. La notte dei segni primordiali della nostra fede
Il fuoco trasforma ogni cosa, la luce di Cristo illumina le tenebre, anche quelle di questo tempo difficile e incerto, il canto e la poesia dell’Annunzio pasquale ci hanno fatto gioire: siamo il popolo di Dio.
Siamo ambasciatori di generazioni che ci precedettero in questa città, antenati cristiani che ci chiedono di resistere e di non perdere il coraggio. Veniamo da lontano: dal costato di Cristo aperto sulla croce. Come Eva fu tratta dal costato di Adamo e ne divenne la sposa, così ci insegnano i Padri, la Chiesa nasce dal costato del Signore: dal Sangue e dall’Acqua sgorgati dal cuore di Cristo, per essere la sua sposa innamorata.
Vegliamo per raccontarci questa notte come la misericordia di Dio ci ha assistito nelle nostre famiglie, dall’ultima Pasqua ad oggi.

2. L’ascolto che salva e libera
Abbiamo sfogliato il libro della vita ascoltando le gesta degli antichi progenitori: è come sfogliare un vecchio album con le foto di famiglia. Siamo tutti capaci di fare considerazioni utili sul passato e sul presente, con una domanda inquietante: se al Signore ha aiutato i nostri Padri perché non dovrebbe aiutare noi? Il braccio della misericordia non si è accorciato. Si va avanti, certi che alla fine incontreremo faccia a faccia il Signore.
Non è stata una mera rievocazione. “Ascolta Israele”, ci ripete la Scrittura. Questa Parola non ha solo un valore consolatorio, cambia la gente, produce sempre effetti, ridà coraggio.
La meta è la città di Dio, il Paradiso. Il cammino da fare è offrire la nostra solidarietà agli abitanti del villaggio globale che è la terra, ma più concretamente a quanti ci vivono accanto. A che punto siamo del deserto dell’anima che dobbiamo attraversare? “Chi crede in Lui non sarà mai deluso”. La Resurrezione che ci è stata annunziata ci coinvolge: con Gesù anche noi. La Parola ci insegna che il Signore vede la nostra tribolazione e stende il suo braccio santo a nostra difesa.
⦁ Per tutti c’è misericordia, se solo ci mettiamo in ascolto di Dio e lasciamo che la Sua parola ci trasformi. L’amore che il Signore ha per noi è più grande del nostro peccato. Questa è la notte in cui ti è offerto il perdono.
⦁ Le novità vere sono nel cuore, le apparenze non contano. Dio è capace di cambiare anche noi: “toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”. Per cambiare bisogna togliere qualcosa, bisogna lasciarci trasformare da Dio che è un ottimo medico. Sa bene quello di cui abbiamo bisogno. Arezzo cristiana, rinnova stanotte la propria scelta al bivio: la via della fede è a portata di mano e non vogliamo perdere la strada.
⦁ Questa notte vogliamo accogliere il duplice Messaggio degli Angeli al Sepolcro: “Non abbiate paura… lo vedrete, come vi ha detto”. Questo è il senso del Sinodo che avvieremo tra una settimana: con la guida dello Spirito vedere il Signore nei piccoli, che sono il futuro, nei poveri che sono il presente, nella necessità di ritornare al Vangelo, che è l’impegno di tutti.

3. Appartenere al popolo dell’esodo: una Chiesa in uscita. il battesimo è il nostro passaggio attraverso il Mare Rosso
Siamo qui a ridirci l’un l’altro la nostra volontà di uscire alla logica mondana, per far nostra la promessa di Dio. Ecco il Sacramento della Pasqua: quattordici nostri fratelli sono qui per ricevere il battesimo: tutti presentati alla Chiesa dalle loro rispettive comunità, che li attendono domani con gioia. Due di oro hanno accanto il coniuge e, dopo il battesimo si sposeranno. Anche noi rinnoveremo gli impegni del nostro battesimo. Ecco i tre “rinunzio” e i tre “credo” che devono segnare la vita del prossimo anno, se già non lo fecero per il passato.
⦁ Rinunzio al peccato, per vivere nella libertà: la piccola luce rischiara le tenebre. Anche una luce piccola piccola, come la mia piccola fede è una infinita alternativa al buio in cui brancola molta gente del nostro tempo; è un’alternativa al grigiore che uccide la speranza.
⦁ Rinunzio questa notte alle seduzioni del male, per non lasciarmi condizionare dal qualunquismo e dalla superficialità del nostro tempo.
⦁ Rinunzio alla causa di ogni peccato: la prevenzione che si chiama ascetica, la ricerca della santità della vita è l’alternativa. Pasqua è uscire di Chiesa stasera col gusto di riprovare ancora a vivere da cristiani.
Anch’io, come San Paolo, “so a chi ho creduto”:
⦁ Credo in Dio che è Padre buono e provvido. Non sono solo. Non lotto per il niente. Il mio Signore ha già vinto anche la morte che è l’amaro pungiglione del male.
⦁ Credo in Gesù Cristo. Faccio come Giovanni che appoggia la testa sul cuore di Cristo. Per me è morto, per me è risorto, ci ha preceduto, ritornerà, anche questi miei occhi vedranno il Salvatore.
⦁ Credo nello Spirito Santo, nella potenza di Dio e in tutto quello che anima nel tempo. Rinnovo stanotte la mia disponibilità a lasciarmi plasmare dallo Spirito Creatore, sempre nuovo e originale, che può fare nuovo anche me.

4. L’Eucaristia codice dell’alleanza nuova:
“Che cosa renderò al Signore per tutto quello che mi ha dato? Alzerò il calice della benedizione e invocherò il nome del Signore”.
Nella Messa che stiamo celebrando si rinnova la mia alleanza col Signore e la mia disponibilità ad essere membro della Chiesa.
Questa notte il Signore, offrendoci ancora il Suo Corpo e il Suo Sangue ci ripete: “Mangiate quello che volete diventare”. La Chiesa è il corpo sacramentale di Cristo.
Il nostro “Amen” suggella il patto della Alleanza rinnovata e ci fa passare dalla morte alla vita: “questo è il giorno che ha fatto il Signore”: rallegriamoci ed esultiamo.