
La concomitanza di due restauri, il Cenotafio Tarlati in Cattedrale e il polittico del Lorenzetti nella Pieve di S. Maria, hanno riportato al centro dell’attenzione la figura del vescovo Guido Tarlati, signore di Arezzo e grande protagonista dell’ultimo periodo dell’indipendenza della città, oltre che della politica della parte ghibellina in Italia. Dopo lo scoprimento del restauro del Cenotafio del Tarlati, avvenuto durante le recenti Festività natalizie, domani venerdì 27 gennaio 2017, alle ore 17.30, nella sala grande di Giustizia del Palazzo Vescovile, verranno presentate ed illustrate le modalità con cui lo Studio R.I.C.ER:C.A. ha eseguito il restauro stesso.
Il progetto di restauro è nato dall’intesa tra la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, il Capitolo della Cattedrale e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto, Arezzo nell’intento di sviluppare un progetto di approfondimento scientifico, rilevamento, conservazione e restauro che valorizzi e renda l’opera sempre più fruibile.
E affinché questo fosse possibile, hanno offerto il loro sostegno economico l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Sapri Broker srl, RS Systems spa, Cedacri spa, Centro Chirurgico Toscana, Chimet spa, Ezio Vergani e vari privati rimasti anonimi.
Partecipano all’incontro Presentazione dell’opera di restauro del cenotafio del vescovo Tarlati:
Pierluigi Licciardello, consigliere della Rete Archivistica Bibliotecaria Museale della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, con Il vescovo Tarlati: una figura da conoscere;
Paola Refice, soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo, con Memorie del Trecento: la tipologia del Monumento Tarlati;
Isabella Droandi e Silvia Dagnino, studio R.I.C.ER:C.A., con Il restauro del cenotafio del Tarlati nel Duomo di Arezzo.
Le conclusioni sono affidate a dom Ubaldo Cortoni, O.S.B. Cam, presidente Rete Archivistica Bibliotecaria Museale della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, sul tema Riscoperta per riscoprire i vescovi aretini e l’introduzione è del direttore dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali, Serena Nocentini.
L’incontro sarà preceduto alle 16 da una visita guidata al monumento in Cattedrale, da parte dello studio R.I.C.ER:C.A. e alle 16.30, sempre in Cattedrale, dal concerto Cum Beatis Tua Prece Vocentur (canti di devozione del Medioevo) proposto dal Gruppo polifonico Francesco Coradini e dall’Ensemble Orientis partibus di Assisi, diretti dal M° Vladimiro Vagnetti.
Notizie storiche sul cenotafio
Il vescovo Guido Tarlati, morto in Maremma il 21 ottobre 1327 e sepolto provvisoriamente a Santa Fiora, fu ricondotto ad Arezzo l’anno seguente dal fratello Pier Saccone, con il cordoglio del popolo aretino che lo attendeva. La famiglia decise di provvedere in Duomo ad un monumento funebre in suo ricordo, degno della sua potente figura di vescovo e signore di Arezzo.
L’opera, firmata dagli scultori senesi Agostino di Giovanni e Agnolo di Ventura, allievi di Tino di Camaino, apprezzati ed importanti rappresentanti della scultura toscana dell’epoca, rappresenta un esempio significativo ed unico di apologia politico-religiosa all’interno di un edificio sacro.
Oggi collocato nella navata sinistra della Cattedrale, immediatamente prima del celeberrimo affresco con la Maddalena di Piero della Francesca, fu spostato dal sito originario – la cappella del Santissimo Sacramento in fondo alla navata destra – nel 1783, a cura del vescovo Marcacci. Danneggiato nel 1341, al tempo della sommossa anti-Tarlati, durante la quale fu sfregiato e menomato in più parti, soffrì altri danni anche al tempo del suo trasferimento, a seguito del quale il monumento venne ricostruito, con ampi rifacimenti in stucco, da Angelo Bini di Prato.
Il restauro del monumento, mai replicato dopo lo spostamento del monumento alla fine del Settecento, visibilmente scuro a cause di patinature non originali e di sporco in spesso strato, inserisce l’opera a buon titolo tra le recenti ristrutturazioni compiute e il compimento progressivo dei restauri delle principali opere e cicli di affreschi presenti in Cattedrale, tra cui quello recente dell’Arca Altare di san Donato.

LITURGIA DEL GIORNO