La diocesi celebra la Memoria liturgica della beata Giustina Bezzoli Francucci, vergine

BEATA-GIUSTINA-BEZZOLI-FRANCUCCI
Nel calendario proprio della nostra Diocesi è iscritta al 12 marzo la memoria della beata Giustina Bezzoli Francucci, vergine dell’Ordine di san Benedetto. In questo Anno della Vita consacrata è opportuno che la memoria liturgica della beata Giustina sia celebrata non solo nella Cattedrale e nei monasteri, ma anche in tutte le parrocchie e le comunità religiose che lo vorranno. Per aiutarci, in questo Anno dedicato alla Vita consacrata, l’Ufficio liturgico diocesano sta elaborando per il giorno della memoria liturgica di ognuno dei santi e beati della nostra diocesi dei sussidi per la celebrazione liturgica comunitaria e personale. A questo link è possibile scaricare un libretto con i testi liturgici e maggiori notizie agiografiche e storiche sulla beata Giustina Bezzoli Francucci. L’intento è quello di favorirne per tutti la conoscenza, il culto, l’imitazione delle virtù e l’invocazione del patrocinio presso Dio. In particolare, per i religiosi la conoscenza della beata Giustina sarà occasione di meditazione comunitaria e personale e potrà invogliarli a recarsi a pregare presso il suo corpo incorrotto, mediante il quale Dio onnipotente ha compiuto nei secoli tanti miracoli. 

La memoria della beata Giustina cade quasi sempre in Quaresima; la venerazione di una Santa che si distinse per tutta la vita nella pratica ascetica delle virtù cristiane è di sprone a tutti noi nel combattimento spirituale affrontato con le armi della preghiera, del digiuno e dell’elemosina, per giungere rinnovati nello Spirito a celebrare nel tempo la prossima santa Pasqua, in attesa di viverla eternamente anche assieme alla beata Giustina, “per la benevolenza di Dio, che degnamente è lodato nei suoi santi ora e sempre. Amen” (Vita 77).
Fino al 1968 – anno del trasferimento delle 27 monache benedettine da Arezzo a Firenze e della traslazione in quella città del sacro corpo – il culto e la devozione alla beata Giustina furono molto fiorenti e popolari in Arezzo. Fare memoria dei nostri Santi religiosi significa valorizzare la nostra tradizione per imparare ad evangelizzare l’oggi, resistendo alle “tentazioni del nostro presente”, che ci portano invece alla diffidenza verso il rinnovamento dell’azione pastorale, al pericolo della religione privata, ad accontentarci del minimo (cf RICCARDO FONTANA, lettera pastorale 2014 – 2015 Amici di Dio e del suo popolo, 3. 3). I nostri Santi religiosi sono un dono e un esempio che offriamo con gioia anche a tutti i consacrati che provengono da altri Paesi e culture. 
La storia
Nata ad Arezzo nel 1257 circa, a tredici anni divenne benedettina nel monastero di San Marco e poi in quello di Ognissanti. Sospinta dal desiderio di maggiore penitenza, andò a vivere in una poverissima cella presso Civitella in Valdichiana, dove già si trovava una solitaria di nome Lucia e che poi assistette per quasi 2 anni quando si ammalò. Dopo la morte di questa, perseverò nella povertà dell’eremo finché, estenuata dalle penitenze, quasi cieca e non potendo stare più sola a causa dei pericoli, ritornò ad Arezzo presso la chiesa di Sant’Antonio, dove condusse vita di reclusione assieme ad altre suore, con le quali si trasferì poi presso il monastero di Ognissanti. Divenuta cieca negli ultimi venti anni di vita, fu esemplare nella penitenza, nel sacrificio e nel servizio del prossimo. Infine, nel 1316 con 4 consorelle fu scelta per iniziare un nuovo monastero in Città, detto Le Murate, presso la nuova chiesa di Santa Maria del Ponte, dove migrò al Signore il 12 marzo 1319. Il culto “ab immemorabili” fu approvato da Leone XIII il 14 gennaio 1891. Molti i miracoli avvenuti per sua intercessione, sia in vita che dopo la morte, attestati fino al 1937. Nel 1968 le benedettine da Arezzo si trasferirono nel monastero di Santa Maria del Fiore a Lapo, presso Firenze e vi traslarono anche il corpo incorrotto della Beata, il 2 aprile di quell’anno. Nel Monastero di Lapo vivono ancora le monache aretine che, novizie al momento della partenza da Arezzo, ora sono le solerti custodi delle spoglie mortali della loro santa consorella e promotrici della devozione; il culto della beata Giustina ci unisce spiritualmente a queste nostre sorelle e ai 500 iscritti alla antica “Congregazione della beata Giustina”, con sede attuale in Santa Maria del Fiore a Lapo (Firenze).