Nuovo parroco per la comunità di Cristo Re a Bibbiena: il saluto dei fedeli

Venerdì 19 ottobre l’Arcivescovo Riccardo Fontana ha presieduto la liturgia eucaristica nella parrocchia di Cristo Re, in Bibbiena, in occasione dell’inizio del ministero di parroco di padre Raffaele Mennitti. Nel corso del rito, a nome del Consiglio pastorale parrocchiale e dell’intera comunità cristiana, il dottor Michele Conticini ha rivolto al nuovo parroco il seguente indirizzo di saluto.

«Eccellenza reverendissima,

vogliamo manifestarLe la gratitudine della nostra comunità per aver reso compiuta, attraverso questo gesto, la nostra identità di Chiesa unita al suo Arcivescovo, successore degli Apostoli, affidata alle cure e al ministero di un nuovo pastore.

Sono onorato di poter esprimere la gioia e la commozione di tutta la comunità parrocchiale per questo così importante momento nella vita della nostra Chiesa.

Mi sia permesso di rinnovare un saluto e un ringraziamento al nostro caro Don Siro: con mitezza, semplicità, dedizione e passione ha saputo guidare il nostro popolo all’incontro con il Signore Gesù; venticinque anni spesi per il servizio alla nostra comunità sono un segno che rimane indelebile nella vita di ciascuno di noi oggi. Vogliamo confermare, a lui e a don Nicaise, a don Angelo che è qui stasera, la gratitudine e l’affetto di questo nostro popolo, e l’augurio che il Signore possa ricompensarli del bene fatto ed accompagnarli e sostenerli nella loro nuova missione.

Oggi la nostra Parrocchia è in festa per l’arrivo del suo nuovo Parroco, padre Raffaele; ma vi è di più: per l’affidamento della nostra Chiesa parrocchiale alla comunità dei Padri Vocazionisti: un duplice dono di grazia che mostra quanto il Signore possa ricompensare i suoi figli in sovrabbondanza.

Ringraziamo la Società delle Divine Vocazioni di aver accolto l’invito di Sua Eccellenza l’Arcivescovo di considerare proprio Santuario anche questa nostra piccola Chiesa parrocchiale.

In particolare vogliamo stringerci attorno al nostro nuovo pastore, Padre Raffaele, con cui oggi festeggiamo solennemente questo nuovo inizio. Queste povere e brevi parole non bastano certamente ad esprimere le attese del cuore di ognuno di noi di fronte ad un così importante evento, ed anche la gioia e l’emozione che turbinano nel cuore quando si affronta una novità;

Abbiamo imparato che una delle cose principali nella vita, e forse più difficile, è di saper continuamente mendicare; per questo, caro Padre Raffaele, verso di te volgiamo questo nostro domandare ricco di tante attese; ti chiediamo di sostenere ogni giorno in noi la consapevolezza che come l’avvenimento dello Spirito ha travolto la pusillanimità degli Apostoli e ha suscitato l’avventura più intensa, coraggiosa e sfidante che la storia dell’uomo conosca, così per ciascuno di noi la scoperta di Cristo come centro di tutto sia ciò che elimina le paure e le angosce di ogni giorno, personali e familiari.

Di fronte alla mentalità del tornaconto, del gusto, del facile a buon prezzo che oggi circonda le famiglie e la società, di fronte al dominio dell’utilità particolare ed egoistica di ognuno, aiutaci ed insegnaci a vedere quanto l’amore per Cristo travolga questo modo di vivere la vita e quanto, come in ogni esperienza di bene, spinga invece all’opposto, al dono di sé per come ciascuno è, producendo molto frutto.

Di fronte all’assenza, al vuoto di significato che sempre più spengono la vita dei nostri ragazzi, guidali a comprendere la meraviglia di carpire senza ripensamenti quel suggerimento, quell’invito dolce del cuore a comprendere la personale vocazione, che ridona senso e luce alla vita quotidiana e non rende vani gli sforzi di ognuno.

Di fronte ai tanti dolori che affliggono le nostre famiglie, sociali, morali, fisici, scuoti la nostra quotidiana dimenticanza del fatto che amandoci di un amore eterno, Dio ha condiviso il nostro niente e ne ha avuto compassione, così che noi comprendiamo che per essere veramente noi stessi ci dobbiamo perdere nell’altro; senza questa memoria, ogni gesto pur generoso non sarà veramente cristiano.

Quando le nostre debolezze ci porteranno a sbagliare, a mettersi gli uni contro gli altri, non giudicarci; sii sempre tra noi strumento di perdono e di vera riconciliazione, così che, come Zaccheo, possiamo comprendere che di fronte a Cristo non c’è barriera, perché solo con lui ci sentiamo accolti e compresi.

E se vedrai accendersi luci di gioia in una famiglia, se ti capiterà di ammirare qualcosa di affascinante, se potremo meravigliarci assieme di qualcosa di inaspettato, aiutaci a non dimenticare come il bello sia sempre splendore della Verità, di quanto non sia scontato che ciò che accade con semplicità ogni giorno sia un dono stupendo di un Altro.

Anche noi daremo a te la nostra buona volontà, la nostra collaborazione, le nostre idee e le nostre tradizioni di popolo cristiano, la nostra lealtà e le nostre preghiere perché la tua missione sia sempre sostenuta dalla Grazia; ti siamo grati per aver accolto con fede ed entusiasmo questo gravoso ma avvincente compito; vogliamo prenderti per mano per iniziare questo cammino insieme.

Benvenuto nella tua nuova casa, nella tua nuova famiglia; saremo il tuo nuovo popolo; ti affidiamo all’intercessione di Maria nostra Regina e preghiamo con fede il Beato don Giustino affinché ci aiuti ad avere, come insegnava, “un cuore grande abbastanza per poter abbracciare il mondo intero”».