“Maturi nella fede. Testimoni di umanità”. Presentata la nuova lettera pastorale dell’Arcivescovo

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Maturi nella fede per diventare testimoni di umanità, al termine di un percorso di crescita che passa attraverso la preghiera quotidiana, la liturgia vissuta e la carità praticata. Un  sentiero che deve renderci cittadini degni del Vangelo. Questo il messaggio lanciato dall’arcivescovo Riccardo Fontana nella sua quarta lettera pastorale alla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro (Scarica la lettera integrale; scarica la sintesi della lettera; scarica il power point di presentazione). L’Arcivescovo parte da una premessa: «Non si nasce cristiani, lo si diventa con l’impegno di ogni giorno», come recita il titolo del primo capitolo. «Diventare cristiano è una scelta e un dono». «Si diventa maturi nella fede passando da una religiosità ereditata, ad una convinzione personale acquisita. Il cristiano maturo è colui che fa esperienza di Dio: è ad un tempo credente e credibile. La maturità nella fede non è connessa con l’età anagrafica, ma con la qualità del rapporto con il Signore e con gli altri».

Il cristiano maturo è un «cittadino degno del Vangelo», capace di essere «testimone di umanità», nei campi più disparati. A partire dall’educazione dei ragazzi. C’è bisogno – scrive il Presule – di tornare ad «uno speciale impegno per educare alla fede e alla vita le generazioni più giovani», sull’esempio dei tanti «maestri cattolici», degli «educatori negli oratori» e delle «guide nelle associazioni sindacali» di cui in tutta la diocesi «si ha tuttora memoria di un forte impegno» nel campo della formazione. Poi la l’«impegno civile» e il «lavoro». Un campo nel quale è necessario continuare il percorso di formazione delle associazioni e dei movimenti iniziato lo scorso anno.
Quindi la famiglia e l’affettività. «Occorre lasciarci interpellare – scrive l’Arcivescovo – dal numero sempre più esiguo di matrimoni che si celebrano sia in chiesa che in comune». Un fenomeno legato non solo alla crisi economica ma anche ad una «cultura diffusa, che fa rifuggire i giovani da impegni decisivi per la vita e da decisioni stabili e definitive». Alle giovani generazione serve tornare a proporre l’esempio di «storie d’amore belle, meritevoli di essere imitate».
Infine, l’«impegno ecclesiale e nel dialogo con il mondo». Per Fontana c’è necessità di superare una «mancanza di comunicazione» che non permette di «far passare la proposta cristiana nelle pieghe più profonde della società». Per questo: «Occorre riprendere i temi della politica e del sociale e riproporli all’attenzione delle nostre comunità, alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa».

Nei prossimi numeri di Toscana Oggi verranno proposte riflessioni e approfondimenti sulla lettera. Per dire la tua scrivi a: arezzo@toscanaoggi.it.