Il Movimento Apostolico Ciechi diocesano festeggia 50 anni

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Domenica 13 novembre il gruppo diocesano del Movimento Apostolico Ciechi festeggia nella Basilica di San Domenico di Arezzo e nei locali della parrocchia i suoi 50 anni di attività. Mezzo secolo dedicato all’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo, alla testimonianza di fede e di fiducia nel dono prezioso della vita, al servizio ai ciechi e ai pluriminorati sia nel territorio diocesano che nei paesi del Sud del Mondo. Alle 11 è prevista una Messa presieduta da monsignor Giovacchino Dallara e concelebrata da altri sacerdoti tra cui l’Assistente Ecclesiastico Nazionale del Movimento Apostolico Ciechi don Renzo Migliorini.

Le celebrazioni continuano con un pranzo previsto per le 13 nel refettorio dell’ex convento domenicano, a cui è invitato anche l’arcivescovo Riccardo Fontana. Alle 15, nella sala del Terzo Ordine Domenicano, ci sarà un’assemblea, con testimonianze, musica e una rappresentazione teatrale comprendente anche attori disabili intitolata “Un giorno in tribunale”.

Assieme al gruppo aretino del MAC festeggeranno i loro 20 anni di attività i membri del gruppo della diocesi di Pistoia e oltre a vari rappresentanti degli altri gruppi MAC della Toscana, sarà presente anche il cantante Aleandro Baldi di Greve in Chianti, e il musicista di Arezzo Elvio Bracciali.

Il Gruppo del MAC aretino è nato, all’inizio degli anni ‘60 presso la parrocchia e il convento di San Domenico grazie all’impegno convinto di una donna non vedente di grande fede e di solerte disponibilità al servizio gratuito e generoso, Giovanna Caneschi, e di padre Raimondo Caprara. Una delle attività più longeve del gruppo diocesano è quella di sostenere da oltre 30 anni una scuola-convitto per ragazzi ciechi in Pakistan, fondata e animata con amore dal missionario domenicano padre Aldino Amato.

Il Movimento Apostolico Ciechi è un’associazione ecclesiale di fedeli laici ciechi e vedenti fondata in Lombardia nel 1928 da Maria Motta, una insegnante non vedente con l’obiettivo di dare ragioni di speranza a persone e famiglie in situazione di disagio a motivo della cecità o di grave disabilità, in Italia e nei paesi più poveri del mondo. Il Movimento inoltre stimola la comunità ecclesiale e quella civile a essere aperti alle differenze, ospitali e accoglienti, al fine di superare forme di pietismo e assistenzialismo, e favorire, al contrario, processi di inclusione sociale e di integrazione nel riconoscimento della dignità della persona umana, anche quando si trova “svantaggiata” a causa di qualche disabilità.