La sequenza delle letture che abbiamo ascoltato ci hanno richiamato le tappe fondamentali dell’umanità e di Israele, popolo di Dio e i segni di questa liturgia, dalla benedizione del cero, all’acqua memoria del battesimo, al Pane e al Vino consacrati e donati per noi ci annunciano e ci indicano dove trovare il Signore.
Scopriamo che il Signore è Colui che sta nella vita: è all’origine dell’universo, è nel cammino di un popolo, è nella profezia dell’amore e nella esperienza di chi vive autenticamente l’amarsi, è nel dono della vita che il battesimo celebra ed è nel dono di un amore che si perde e si spende.
E questo diventa l’annuncio della notte di Pasqua: il Signore è nella vita, nelle storie di vita perché è vivo, è risorto, ha vinto la morte, è il vivente, per sempre.
In questa notte allora ci possiamo porre la domanda: dove sei Signore? Dove ti trovo? Dove incroci i passi della mia vita? Dove mi conduci?
Dal primo annuncio del sepolcro vuoto, quello che le donne per prime portarono agli apostoli, i Vangeli ci raccontano gli incontri di Gesù. La Pasqua non rivela solo che il Signore è vivo, ma che alcuni l’hanno incontrato; annuncia che anche oggi noi lo possiamo incontrare. Allora, dove sei Signore? Dove ti possiamo incontrare davvero?
Un primo messaggio è chiarissimo: Gesù, il Signore, non lo troviamo in un sepolcro, nel buio e nel silenzio della morte. Ormai anche la morte è stata vinta ed è ora abitata dalla vita per sempre, dalla vita che è il Risorto e il sepolcro è vuoto per sempre.
Le pagine del vangelo ci raccontano i luoghi dell’incontro con il Signore: un giardino, il lago di Galilea, la casa, il Cenacolo, la strada: sono i luoghi della vita e lì si incontra il Risorto.
Cari amici, pensate ai vostri luoghi della vita: la vostra casa, la chiesa, la strada, l’ambiente del lavoro o dello studio, e poi anche luoghi non
fisici, ma vitali come il volto degli amici, di chi hai scelto o la vita mette al tuo fianco. Ma ci sono volti e storie che ci appartengono anche se lontani: sono i bambini e la gente sfigurata dalla guerra, i poveri anche nelle nostre strade, chi è diverso da noi per colore della pelle o una disabilità, vicende passate, appartenenze culturali o religiose; e poi c’è la storia di chi soffre, di chi è malato, in carcere, anziano. E non mancano certo i giovani, i ragazzi con tanti sogni per la loro vita e magari buone sfide al nostro mondo adulto. Tutto questo è la nostra vita, è per noi casa, strada, piazza, incontri, sguardo sul mondo.
La Pasqua ci annuncia che il Signore lo si incontra nella concretezza dei luoghi e delle presenze della vita, nella vita così come è, nella tua vita.
Allora non si tratta forse anzitutto di cercare noi Gesù, il Vivente, ma occorre vivere, vivere intensamente la vita che hai con tutto quello che ti offre e scoprire che il Signore ci viene incontro lì, nei tempi e nelle più diverse situazioni di vita che sono la nostra esistenza. La strada, la casa, gli incontri, le periferie umane ed esistenziali. La tua strada, la tua casa, i tuoi incontri, lo sguardo e il cuore tuo che arriva fino alle periferie…proprio lì il Signore si fa vicino alla tua vita, viene proprio Lui, ci cerca e Lui, il Vivente, ci regala nuovi orizzonti di speranza, di gioia, di pace, di solidarietà, di novità di vita.
Buona Pasqua! Lo sarà davvero se apriremo la porta della vita a Lui, il Signore, il Vivente.