Un carissimo saluto e augurio a tutti voi che rendete presente questa bella assemblea nella nostra cattedrale; un saluto che, in modo particolare, vorrei rivolgere agli amici e alle amiche che questa sera riceveranno lo Spirito Santo nel sacramento della confermazione: a loro l’augurio di un’intensa preghiera perché lo Spirito riempia il vostro cuore, la vostra vita, vi dia vita e vi rinnovi; e insieme anche l’augurio alla nostra sorella che entra a far parte della Chiesa cattolica.
Vorrei anche salutare i sacerdoti presenti, i diaconi, i padrini e le madrine che accompagnano i cresimandi e tutti voi, tutta la comunità, insieme al coro che ci aiuta nella preghiera, nella lode, nel canto liturgico, e a tutti coloro che, in vario modo, vivono oggi il servizio liturgico in questa veglia.
Dunque, a tutti l’augurio di un’intensa preghiera di invocazione dello Spirito e di una ricchezza di rinnovamento e di vita che lo Spirito ci porta: lo Spirito è davvero dono da invocare, e noi vogliamo vivere questa veglia tutti insieme, insieme ai cresimandi, come grande preghiera di invocazione, di attesa, di desiderio, di bisogno dello Spirito di Dio che chiediamo in questa Pentecoste.
Il Profeta dice che quando viene lo Spirito, dona un cuore nuovo; lo Spirito dona il cuore di carne, toglie il cuore di pietra e dona un cuore di carne: allora potremmo dire che davvero abbiamo bisogno dello Spirito di Dio, davvero abbiamo bisogno di avere cuore e, in questa domanda di ritrovare il cuore, di avere il cuore, quel cuore che lo Spirito di Dio ci dona, credo che possiamo brevemente rileggere le letture che abbiamo ascoltato.
La prima lettura, anzitutto, ci racconta la dispersione delle lingue e dei popoli a Babele e, alla luce di questa pagina, alla luce di questo racconto, diciamo: abbiamo bisogno del cuore, abbiamo bisogno di avere cuore, di quel cuore che lo Spirito ci dona perché solo quando abbiamo cuore si possono costruire tra di noi quelle relazioni di fraternità, di intesa, di amicizia, di cordialità, che davvero ci regalano la lingua che possiamo comprendere, che ci lega tra di noi; quella lingua, quel linguaggio e quegli sguardi che, tra di noi, possono costruire davvero la pace.
Abbiamo bisogno del cuore per parlare tra di noi, per costruire legami, per vivere amicizie, per edificare una comunità unita, per cercare la pace tra di noi e in tutto il mondo; e se abbiamo cuore, possiamo davvero costruire la comunità, possiamo costruire la città, possiamo costruire un mondo nella pace.
Se abbiamo cuore – lo abbiamo ascoltato nella seconda lettura, nella pagina di Mosè che accompagna il popolo e che lo porta ad accogliere il dono della legge – se abbiamo il cuore che ci dona lo Spirito, allora come Mosè, come tutto il popolo possiamo davvero ascoltare la parola di Dio.
È la grandezza di Mosè che con il cuore che Dio gli dona ascolta e comprende che è Dio che guida il popolo, ed è il cuore che ha il popolo che arriva a dire: “quanto il Signore ha detto, noi lo faremo”; ed è la parola del popolo che accoglie il grande dono della legge che sarà, poi, una legge scritta nel cuore.
Dobbiamo avere cuore per saper ascoltare; ma questo lo impariamo anche tra di noi, nelle nostre relazioni, in famiglia, con gli amici: quando si sa ascoltare, si scopre che abbiamo di fronte qualcuno che ha il cuore, che davvero ci ascolta.
Lo diciamo: “ci ascolta con il cuore”; allora abbiamo bisogno dello Spirito che ci doni il cuore capace di ascoltare Dio, di accogliere la sua parola, e capace di ascoltarci tra di noi.
E abbiamo bisogno del cuore – ci ricordava anche la terza lettura che abbiamo ascoltato, del profeta Ezechiele – abbiamo bisogno di quel cuore che ci dona lo Spirito per vivere davvero. Avete ascoltato come il profeta Ezechiele racconta che quando Dio dona il suo Spirito, anche le ossa inaridite, le ossa che ormai sono chiuse nella fossa, ritrovano vita: legamenti, muscoli, energie si rimettono insieme e torna la vita; lì dove c’è lo Spirito torna la vita perché è lo Spirito che dona il cuore di carne, che dona il cuore pieno di vita, e si torna a vivere davvero.
Quante volte noi sperimentiamo che abbiamo bisogno di tornare a vivere quando il cuore è triste; abbiamo bisogno di tornare a vivere quando si crea qualche incomprensione tra di noi; abbiamo bisogno di tornare a vivere quando si spegne la preghiera; abbiamo bisogno di tornare a vivere quando viviamo una sofferenza o la malattia; abbiamo bisogno di tornare a vivere quando si sperimenta il lutto; abbiamo bisogno di tornare a vivere quando siamo nella grandezza e nella bellezza della natura, della creazione e sentiamo il desiderio di vivere davvero in armonia.
Quante volte dovremmo e potremmo dire, nella nostra vita, “abbiamo bisogno di tornare a vivere”, e ci vuole il cuore, amici! Con il cuore si può tornare a vivere, perché il cuore ama e, quando si ama, si torna a vivere; quando il cuore respira con il battito dell’amore, torna la vita, perché è il battito dello Spirito. Abbiamo bisogno del cuore per vivere.
Paolo ci ricordava, nella pagina della lettera che abbiamo ascoltato, che abbiamo bisogno del cuore per sperare; lo raccontava bene, Paolo, che ciò che vediamo non lo possiamo sperare: noi speriamo qualcosa che ancora dobbiamo attendere, ma la speranza è quell’atteggiamento del cuore che sa attendere il bene, che crede ancora che possiamo avere il bene nella vita, la felicità, la gioia… e allora si può sperare.
Abbiamo bisogno del cuore per attendere e per sperare; abbiamo bisogno del cuore per poter credere che la nostra vita, la vita che abbiamo davanti, è destinata all’eternità, a quella perfezione, a quel bene che è la vita per sempre, che il Signore ci dà e che noi attendiamo nella speranza.
Infine, abbiamo bisogno del cuore – ci ricorda la pagina del Vangelo di Giovanni – per vivere una vera relazione di amicizia con il Signore Gesù. Ritto in piedi gridò: “se qualcuno ha sete venga a me e beva chi crede in me”; ecco, Gesù ci invita all’incontro, ci invita a riempire il nostro cuore della sua presenza, del suo amore, della sua amicizia, della relazione con lui; e ci dice “vieni”, e Gesù ci donerà il cuore nuovo o, meglio, con Gesù incontreremo il Sacro Cuore di Gesù, che è il cuore che fa vivere, è il cuore che ama, è il cuore dell’amico, è il cuore ricco dello Spirito di Dio che dona a tutti noi.
Siamo chiamati a questa amicizia, ma per avere un rapporto con il Signore, per avere amicizia con lui, abbiamo davvero bisogno di avere cuore, abbiamo bisogno del cuore che lo Spirito di Dio oggi ci regala.
Chiediamo il dono dello Spirito che ci dà cuore; lo chiediamo per tutti noi, lo chiediamo per i cresimandi: lo Spirito vi dia cuore; e dovremmo chiederlo, davvero, nella nostra vita, dovremmo chiederci: ma noi, quando viviamo nella relazione con gli altri, nell’attenzione ai più poveri, nell’incontrare, nel vivere la Chiesa, nello stare nel mondo, abbiamo cuore?
Chiediamolo allo Spirito di Dio!
+ Andrea Migliavacca