Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio e Te Deum di ringraziamento per l’anno trascorso

Celebrazione Eucaristica in Cattedrale di Arezzo
31-12-2024

C’è una immagine, un’azione che si ripete nella Parola di Dio che abbiamo ascoltato, ed è l’esperienza, l’azione della benedizione; proprio così iniziava il libro dei Numeri, la pagina che abbiamo ascoltato: «il Signore disse a Mosè: “parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “così benedirete gli israeliti”».

Anche nella preghiera del Salmo noi abbiamo cantato “Dio abbia pietà di noi e ci benedica”.

E, certo, esperienza di benedizione è stata quella dei pastori che, al vedere il bimbo nato a Betlemme, se ne tornarono lodando e ringraziando Dio con l’animo rinnovato dalla benedizione di quell’incontro.

Al termine di questo anno civile del 2024, nella celebrazione, nella preghiera siamo in qualche modo chiamati a dare uno sguardo sui giorni che abbiamo vissuto.

In questo anno che sguardo possiamo avere? Che cosa possiamo dire e vedere dell’anno che abbiamo trascorso?

E certo la parola, l’immagine della benedizione, diventerà per noi lo sguardo che ci viene suggerito; ma un primo sguardo umano, reale, vero, incarnato nella storia, attento a ciò che accade, che cosa vede di questo anno che si va a concludere?

Forse potremmo dire che vediamo un anno carico di problemi, di perplessità, di dubbi anche sul futuro che ci attende; un anno carico di preoccupazioni, di ingiustizie, di crudeltà che abbiamo visto soprattutto nella guerra; un anno che ancora ha sofferto per una crisi climatica che ha fatto vedere i propri effetti con situazioni di alluvione anche qui vicino a noi, in Toscana; e poi quanti femminicidi ci sono stati durante quest’anno; e poi, ancora, discriminazioni, giudizi, esclusioni di persone.

Le guerre tuttora in corso, in particolare l’Ucraina, la Palestina, Israele: è notizia di ieri che a Gaza nuovamente, insieme a tanti altri che già sono morti, due gemellini nati da pochi giorni hanno perso la vita a causa del freddo e per le condizioni provocate dalla guerra.

E poi, ancora, che cosa possiamo vedere nella vita di tanta gente? Ci sono storie di malattia, di sofferenza, ci sono famiglie che hanno vissuto lutti che hanno colpito il cuore: pensate a quelle famiglie che hanno perso un figlio giovane.

Allora guardiamo questo anno e, a un primo sguardo, a una prima lettura dei giorni che abbiamo vissuto, vediamo queste situazioni che commuovono, preoccupano e, in qualche modo, indignano, soprattutto se di fronte alle ingiustizie del mondo e alla crudeltà della guerra.

Un anno così, un anno nel quale vediamo questa situazione davvero preoccupante, è un anno che chiede, che ricerca benedizione; è proprio quello che abbiamo scoperto nella Parola di Dio.

Un anno così, come quello che si chiude, è un anno che cerca un po’ di bene, cerca un po’ di amore, almeno qualche briciola che possa cadere su questa terra.

È un anno che cerca lo sguardo e la presenza buona di Dio; è un anno che si chiude e che cerca benedizione.

Ma poi possiamo pensare alla nostra vita e, forse, potremmo dire che anche la nostra vita cerca benedizione. Potremmo interrogarci, potremmo chiederci: ma durante questo anno chi ci ha benedetto, chi è stato presenza nel nostro cammino, nei nostri giorni, nelle situazioni diverse che abbiamo vissuto che, facendosi vicino a noi, è stato davvero benedizione.

La prima lettura ci suggerisce qualche sguardo, qualche atteggiamento nel quale possiamo scoprire chi è stato per noi benedizione, e lo scopriamo nella benedizione che Dio rivolge verso il proprio popolo, il popolo di Dio in cammino nel deserto.

C’è una prima parola che è legata alla benedizione e dice: “ti benedica il Signore e ti custodisca”; e poi ancora dice: “Il Signore faccia splendere il suo volto su di te, ti guardi”.

E qual è il volto che risplende di Dio sulla vita della gente e, ci auguriamo, nella benedizione sulla nostra vita? È il volto che ti ama.

Ecco, il volto che risplende è il volto che quando lo guardiamo ci fa sentire amati, ci fa sentire accolti, benedetti.

Allora, quali sono i volti che ti hanno guardato e ti sei sentito amato?

E poi, ancora, prosegue la benedizione di Aronne dicendo: “che il Signore ti benedica e ti faccia grazia”; e, in qualche modo, la grazia è il regalo della vita, è chi ti regala la vita.

Ecco, allora, chi ti ha benedetto durante quest’anno: ti ha benedetto chi è stato custode attento del tuo cammino, si è preoccupato di te, si è fatto carico dei tuoi passi e ti ha benedetto.

Ti ha Benedetto chi ti ha guardato con un volto di chi ama, di chi non giudica, di chi perdona, di chi accoglie; e ti ha benedetto chi, guardandoti, ti ha regalato la vita, ti ha dato giorni al tuo vivere.

Queste persone ci hanno davvero benedetto nel cammino di quest’anno; e certo nella Parola di Dio che abbiamo ascoltato possiamo dire che così, con noi, ha fatto Dio.

Dio, durante i trecentosessantasei giorni di quest’anno ti ha accompagnato e ti ha benedetto, perché il Signore ti ha custodito, il Signore ti ha guardato con un volto che brillava di amore per te, il Signore ti ha dato grazia e vita.

Ecco allora che cosa cercare oggi e come guardare ai giorni che abbiamo vissuto quest’anno; certo giorni difficili, eppure giorni nei quali non è mancata la benedizione, non è mancata la benedizione di Dio per noi, e non è mancata la benedizione di tanta gente buona che ha accompagnato i nostri passi, che si è fatta vicino.

 

Anche il Vangelo che abbiamo ascoltato, questa visita dei pastori a Betlemme, è immagine allora di un racconto di benedizione, di uno sguardo di benedizione.

I pastori vedendo quel bambino si sono sentiti davvero benedetti nella loro vita.

Si sono sentiti benedetti, anzitutto, negli occhi, perché hanno visto il bambino e, guardando, hanno lasciato entrare Dio nella loro vita; e allora la loro vita è diventata benedizione, si è scoperta benedetta perché c’era la presenza di Dio in quel bimbo.

E poi tornano, raccontano quello che hanno visto, cioè diventano testimoni, perché la benedizione fa parlare la tua vita, la rende capace di bene per gli altri, delle persone che incontra; e tornano glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano visto e udito: cioè capaci di lodare, nella immagine di una vita che cambia, che si rinnova, perché la benedizione ti cambia, rende pieni e capace di lode e di gioia il tuo cammino e la tua vita.

Così sono le persone che sanno benedire e che accolgono la benedizione e che hanno reso bella la tua vita.

Allora possiamo dire, alla fine di quest’anno: certo, i problemi ci sono, i problemi forse ci accompagneranno anche nell’avvio del 2025 che stiamo per iniziare, ma c’è una benedizione, si può cercare la benedizione, scoprire che c’è una benedizione per la nostra vita e per i nostri passi e c’è una benedizione per questo nostro mondo, amato dal Signore: cercare e accogliere la benedizione ci aprirà la strada della speranza, e quella strada che proprio il Giubileo ci vuole far vivere, pellegrini di speranza.

Pellegrini di speranza perché benedetti; non perché abbiamo giorni facili, non perché abbiamo problemi pienamente risolti, ma pellegrini di speranza perché pellegrini benedetti, pellegrini amati.

 

Vorrei concludere con una canzone; ve la leggo, perché è un testo che – lo ascolterete – mi sembra richiami che cosa vuol dire avere una vita che cerca benedizione e che cerca di attraversare le vicende del tempo e del mondo accompagnati dalla benedizione di Dio.

È una canzone di Simone Cristicchi dal titolo “Abbi cura di me”:

 

«Adesso chiudi dolcemente gli occhi e stammi ad ascoltare
Sono solo quattro accordi ed un pugno di parole
Più che perle di saggezza sono sassi di miniera
Che ho scavato a fondo a mani nude in una vita intera
Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso
Anche in un chicco di grano si nasconde l’universo
Perché la natura è un libro di parole misteriose
Dove niente è più grande delle piccole cose
È il fiore tra l’asfalto lo spettacolo del firmamento
È l’orchestra delle foglie che vibrano al vento.

È la legna che brucia che scalda e torna cenere
La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere
Perché tutto è un miracolo tutto quello che vedi
E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri
Tu allora vivilo adesso come se fosse l’ultimo
E dai valore ad ogni singolo attimo
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrò paura di cadere
Che siamo in equilibrio
Sulla parola insieme
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro
Basta mettersi al fianco invece di stare al centro
L’amore è l’unica strada, è l’unico motore
È la scintilla divina che custodisci nel cuore
Tu non cercare la felicità semmai proteggila
È solo luce che brilla sull’altra faccia di una lacrima

È una manciata di semi che lasci alle spalle
Come crisalidi che diventeranno farfalle
Ognuno combatte la propria battaglia
Tu arrenditi a tutto, non giudicare chi sbaglia
Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso
Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso
Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo
Anche se sarà pesante come sollevare il mondo
E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte
E ti basta solo un passo per andare oltre
Ti immagini se cominciassimo a volare
Tra le montagne e il mare
Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrai paura di cadere
Che nonostante tutto
Noi siamo ancora insieme
Abbi cura di me qualunque strada sceglierai, amore
Abbi cura di me
Abbi cura di me
Che tutto è così fragile
Adesso apri lentamente gli occhi e stammi vicino
Perché mi trema la voce come se fossi un bambino
Ma fino all’ultimo giorno in cui potrò respirare
Tu stringimi forte e non lasciarmi andare.
Abbi cura di me».

 

Concludiamo, carissimi, questo anno benedicendo il Signore.

 

+ Andrea Migliavacca