- Diversi tratti si raccolgono nella giornata di oggi per fare festa: oggi è la solennità della Theotokos, la Madre di Dio, e celebriamo lei, Maria, che ha dato al mondo il Salvatore.
Oggi, ancora, celebriamo l’Ottava del Natale, otto giorni dal giorno del Natale, e per noi vuol dire che celebriamo l’annuncio, la gioia, la letizia del Natale che ci chiama a Betlemme.
E, poi, oggi è il primo giorno dell’anno e, dunque, un giorno nel quale ci scambiamo l’augurio di un buon 2024, di un cammino che sia benedizione per noi.
Infine, oggi è la giornata mondiale per la pace che san Paolo VI istituì e che, ogni anno, il primo giorno dell’anno noi celebriamo, e che è accompagnata da un messaggio del Papa, che è luce e guida per cercare la pace nel mondo di cui abbiamo tanto bisogno.
C’è un aspetto che lega tutte queste motivazioni che oggi portano festa e gioia nella nostra vita: la festa della Madre di Dio, un rinnovarsi della gioia del Natale nell’Ottava, l’augurio del buon anno e la ricerca della pace per tutto il mondo. Lega tutte queste feste una buona notizia: è una buona notizia quella di Maria che è Madre di Dio, è buona notizia il Natale che annuncia gioia, letizia, novità di vita per tutti noi; è buona notizia che noi vogliamo scambiarci gli auguri all’inizio di un anno nuovo; e sarebbe davvero una buona notizia se ci fosse pace su tutto il mondo.
Dunque, tanti motivi per far festa oggi, e il cuore è una buona notizia.
- Ma c’è una domanda che dovremmo condividere e ritrovare nel nostro cuore: forse, una domanda che spontaneamente viene nella nostra vita; perché ci potremmo chiedere: “ma oggi è davvero possibile ancora una buona notizia?”.
Pensate alle terre martoriate dalla guerra: viene in mente l’Ucraina, la Terra Santa – oggi un particolare sguardo, nel Natale, lo vogliamo riservare a Betlemme –, pensate al Sud Sudan, alla Siria, a tanti altri luoghi dove ci sono la guerra e la violenza, dove si ripete oggi una strage dei bimbi innocenti.
Ci possiamo chiedere: “Ma lì è possibile, oggi, una buona notizia?”, ci crediamo che potrebbe esserci una buona notizia, che è la notizia della pace?
O pensiamo alla vita di famiglie, di genitori che perdono un figlio o una figlia; o chi incontra nel proprio cammino, nella propria strada, una malattia con cui è difficile lottare. E ci possiamo chiedere: “Ma lì è ancora possibile una buona notizia?”.
O potremmo pensare alla nostra vita, dove ci sono gioie ma ci sono anche fatiche che incontriamo, c’è il nostro peccato, ci sono le nostre cadute, le delusioni e talvolta i fallimenti. Ci potremmo chiedere: “Per la nostra vita è ancora possibile una buona notizia?”.
Ecco, pensate alla vita vostra, alla mia, a quella delle nostre famiglie: iniziamo un nuovo anno, ma noi ci crediamo che potrà essere un anno buono? Un anno di speranza, un anno accompagnato da buone notizie, da consolazione?
Buone notizie… ecco, la domanda è proprio questa: ma è possibile, oggi, che ci siano ancora, per noi e per il mondo, buone notizie? Ci crediamo davvero che, come ci annuncia la liturgia, la nostra vita, oggi, è raggiunta da buone notizie?
- Di buone notizie, vedete, ci parla la parola di Dio che è stata proclamata.
La prima lettura, il libro dei Numeri, che è un’antichissima, grande benedizione di Dio sul popolo – “Ti benedica il Signore, ti custodisca, faccia risplendere il suo volto su di te, ti faccia grazia, ti conceda pace…” – questa benedizione è un tesoro di buone notizie, che accompagnano il cammino del popolo di Dio nel deserto, verso la terra promessa, verso la liberazione: ma sono parole per noi, oggi.
Allora, oggi la parola di Dio ci dice che lo sguardo di Dio, per te, sulla tua vita, è sguardo di benedizione: cioè, lo sguardo di chi ti dice “cammino con te, accompagno la tua vita, sono al tuo fianco!”.
E questa, amici, è una buona notizia.
Ma di buona notizia parla anche la seconda lettura, la pagina di Paolo ai Galati, dove, presentandoci il Figlio, Gesù, che grida “Abbà, padre”, arriva a dire che nel Figlio anche noi siamo fatti figli, eredi per grazia di Dio. Ma se noi siamo figli, vuol dire che siamo amati, vuol dire che la vita ci è regalata; e ci è data oggi la vita: e ditemi voi se questa non è una bella notizia, che la tua vita è amata, che è ricca della vita che ti è donata, che è nello sguardo dell’amore e della misericordia di Dio, ed è una promessa per tutto l’anno, per tutta la nostra vita; ed è una buona notizia.
E risuonano le buone notizie anche nella pagina di Vangelo: è buona notizia quella degli angeli che chiamano i pastori e dicono “Andate a Betlemme a vedere il segno, il bimbo che è nato”; e loro vanno e vedono, cioè accolgono la buona notizia. E poi questa buona notizia, che i pastori sperimentano loro, accolgono loro, è la buona notizia che portano ovunque, in tutto il mondo, fino a noi oggi.
E dice il Vangelo che “tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto”: cioè, quello dei pastori è un cammino che è rinnovato e porta buone notizie.
Forse, quella stessa buona notizia che Maria custodisce nel cuore: “Maria da parte sua custodiva tutte queste cose – potremmo dire “tutte queste belle notizie” – meditandole nel suo cuore”.
- Carissimi, oggi, in questo primo giorno dell’anno, nel giorno in cui vogliamo chiedere con insistenza e con forza il dono della pace per tutto il mondo, la liturgia e la parola di Dio annunciano a noi buone notizie, ci regalano buone notizie: questo è l’annuncio che possiamo accogliere oggi, nella celebrazione, nel nostro ritrovarci e pregare; e sentirci accompagnati durante tutto l’anno dalla buona notizia della salvezza del bimbo che è nato a Betlemme e che è il Salvatore, è la vita che ha vinto la morte, è l’amore in mezzo a noi, è promessa di benedizione per tutti i giorni della nostra vita.
Ci accompagnino buone notizie: che ci sia dato di sentirle davvero, per la nostra vita e per il mondo intero, e sia notizia di gioia, di consolazione, di misericordia, di forza, di vicinanza di Dio, e buona notizia di pace per tutto il mondo.