- I testi di Vangelo che ci parlano della Natività, del Natale del Signore Gesù, sia nei Vangeli sinottici – con il racconto delle scene di Betlemme e, come abbiamo ascoltato questa mattina, la visita dei pastori a Betlemme, davanti a Gesù avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia (cfr. Lc 2,15-20) – sia nel Vangelo di Giovanni, in particolare nel Prologo, dove si annuncia il venire di Dio in mezzo a noi (cfr. Gv 1,1-18) – ecco, in questi testi si descrivono tre atteggiamenti, potremmo dire tre movimenti che possiamo vivere per fare esperienza del Natale. C’è l’andare, il vedere, il riconoscere; e potremmo riassumere tutto questo, poi, nel diventare testimoni. Così fanno i pastori che accolgono l’annuncio dell’Angelo e vanno, senza indugio, a Betlemme: è un andare; arrivati al luogo della nascita, della Natività, vedono il Bambino che è nato avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia e, di fronte a quel Bambino, di fronte a quel vedere, riconoscono, si accorgono con meraviglia della presenza di Dio. Per questo vivono la gioia, la lode al Signore, la gratitudine: perché riconoscono l’amore di Dio e, infine, ne diventano testimoni; nel tornare, raccontano tutto quello che avevano udito e visto.Anche noi, oggi, in questo Natale siamo invitati a vivere questo profondo atteggiamento; anche noi, chiamati per andare, per vivere l’esperienza del vedere e, quindi, vedendo poter riconoscere l’amore di Dio in mezzo a noi e diventarne poi narratori, testimoni.2. Ma ci possiamo chiedere: com’è possibile tutto questo? Da dove nasce l’andare e come può accadere, anche per noi, di vivere questa esperienza del Natale che abbiamo scoperto? Mi sembra che dai testi di Vangelo si possa dire che il cuore di questa esperienza è l’ascolto, la capacità di ascoltare. I pastori vanno e vivono tutta l’esperienza del Natale, perché ascoltano l’annuncio e la chiamata dell’Angelo. Incontreremo poi i Magi: anche loro, che arrivano da lontano, che arrivano dall’Oriente, vivono un lungo cammino, il loro lungo andare a Betlemme, perché ascoltano il linguaggio dei segni, di una chiamata che raggiunge il loro cuore, attraverso la stella. E poi tanti personaggi che immaginiamo, che noi collocheremo nel presepio, e anche loro vivono la loro esperienza di Natale, il loro andare, vedere, riconoscere e diventarne testimoni, perché vivono l’ascolto. È questo l’annuncio di Natale per noi, oggi, quest’anno: impariamo l’ascolto. E cosa dobbiamo ascoltare?Innanzitutto, la Scrittura dice che l’ascolto che mette in cammino per vivere il Natale è l’ascolto della Parola di Dio. È il grande cammino delle profezie, dei profeti, gli annunci messianici che preparano il venire di Gesù; e poi il canto e la chiamata degli angeli: cioè, c’è un ascolto della chiamata della voce di Dio, che ci è regalata nella Scrittura, nell’accogliere la Parola di Dio, nel lasciarla entrare davvero nella nostra vita, e lasciare che ci parli, che chiami noi, che arrivi a dirci che l’amore del Natale è davvero per te, per la tua vita; per questo ti chiama ad andare.
- Ma, poi, ci sono tutti gli ascolti che noi viviamo nella nostra esperienza; c’è l’ascolto della vita, della propria vita. L’ascolto della tua vita che cosa ti dice? Che cosa ti chiede? È l’ascolto della tua vita, quando vive magari momenti di sofferenza o di disorientamento; è l’ascolto della tua vita quando si interroga sulle proprie scelte; è l’ascolto della tua vita quando sperimenta la molteplicità dei sentimenti che abitano nel nostro cuore; è l’ascolto della tua vita che impara a sentire che cosa passa nel tuo cuore. Allora, se impariamo ad ascoltare la nostra vita, questo ascolto ci porterà a Betlemme, ci porterà a vedere il Bambino che è nato, che è annuncio di amore per te, per la tua vita che stai ascoltando. E, poi, è l’ascolto della variegata vicenda umana; è rimanere in ascolto della vita di oggi, del mondo di oggi, un mondo che diventa sempre più moderno, che ci fa sperimentare l’intelligenza artificiale e che, dall’altro lato, ci chiede di non perdere i valori profondi dell’umanità, che sono valori di fraternità, di incontro, di relazione umana vera.
Che cosa ci dice il mondo di oggi? Un mondo che è segnato tragicamente dalla violenza e dalla guerra non lontano da noi – e pensiamo all’Ucraina, alla Terra Santa e agli altri luoghi del mondo dove c’è violenza, morte, distruzione e guerra – e noi sappiamo ascoltare? Sappiamo ascoltare il mondo di oggi? Che vuol dire essere contemporanei, accorgerci di ciò che accade attorno a noi e, talvolta, vicino a noi, e diventarne partecipi. È un ascolto non passivo, di chi solo riceve, ma è l’ascolto di chi vive il Natale e quindi va, vede, riconosce e diventa testimone.
4. Mettiamoci in ascolto: ascolto della Parola di Dio, ascolto della nostra vita, ascolto delle vicende del mondo.
L’ascolto chiama a Betlemme: l’ascolto che noi stiamo ora richiamando mostra che noi e il mondo intero abbiamo bisogno dell’amore di Dio che ci cambi, che rinnovi l’umanità, che riporti luce e pace. È per questo che l’ascolto mette in cammino e ci fa vivere il Natale. È questo, cari amici, l’augurio che vorrei rivolgere oggi a tutti voi: l’augurio di andare con il cuore a Betlemme; andiamoci davvero con il cuore in quella terra oggi segnata purtroppo dalla violenza e dalla guerra; andiamo a Betlemme, andiamo, vediamo, scopriamo anche noi il segno del Bambino, che è nato, per diventarne testimoni.
Ma per tutto questo ci sia regalato di ascoltare: di ascoltare la vita nostra e la vita degli altri, di ascoltare quella parola che è la Parola del Signore, che è parola per noi.
Così anche noi potremo vivere in questo Natale l’esperienza dei pastori: “Se ne tornarono glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, come era stato detto loro” (Lc 2,20). Cari amici, in questo Natale, buon ascolto e buon Natale!
- Ma, poi, ci sono tutti gli ascolti che noi viviamo nella nostra esperienza; c’è l’ascolto della vita, della propria vita. L’ascolto della tua vita che cosa ti dice? Che cosa ti chiede? È l’ascolto della tua vita, quando vive magari momenti di sofferenza o di disorientamento; è l’ascolto della tua vita quando si interroga sulle proprie scelte; è l’ascolto della tua vita quando sperimenta la molteplicità dei sentimenti che abitano nel nostro cuore; è l’ascolto della tua vita che impara a sentire che cosa passa nel tuo cuore. Allora, se impariamo ad ascoltare la nostra vita, questo ascolto ci porterà a Betlemme, ci porterà a vedere il Bambino che è nato, che è annuncio di amore per te, per la tua vita che stai ascoltando. E, poi, è l’ascolto della variegata vicenda umana; è rimanere in ascolto della vita di oggi, del mondo di oggi, un mondo che diventa sempre più moderno, che ci fa sperimentare l’intelligenza artificiale e che, dall’altro lato, ci chiede di non perdere i valori profondi dell’umanità, che sono valori di fraternità, di incontro, di relazione umana vera.
Solennità del Natale del Signore
Messa del giorno. Cattedrale dei Santi Pietro e Donato in Arezzo.
25-12-2023